La bambola assassina: la terrificante storia vera che ha ispirato il personaggio di Chucky

Per la storia de La bambola assassina, la realtà sembra essere più inquietante della fantasia.

Chi avrebbe mai detto che anche un film horror come La bambola assassina è tratto da una storia vera. Eppure è proprio così, il film del 1988 diretto da Tom Holland si è ispirato – per il personaggio della bambola Chucky – a una incredibile e inquietante storia vera.

La storia vera de La bambola assassina

la bambola assassina, cinematographe.it

Chucky è in realtà nata dalla realtà e in particolare a una bambola “infestata”, chiamata Robert. La bambola è stata regalata da Robert Eugene Otto, una domestica, alla sua famiglia a Key West, in Florida, nel 1906. Si ritiene che questa domestica praticasse la magia nera e il voodoo e abbia lanciato una maledizione sulla bambola prima di consegnarla. Vestita con un abito da marinaio, la bambola di paglia sembrava davvero raccapricciante.

la bambola assassina, cinematographe.it

La leggenda narra che la bambola divenne la migliore amica della più giovane della famiglia, che iniziò a portarla ovunque ella andasse. I suoi genitori credevano fosse una cosa dolce, fino a quando non iniziarono ad accadere delle cose strane. Innanzitutto i genitori della ragazzina iniziavano a sentire una voce profonda e sconosciuta e una risatina inquietante provenire dalla camera da letto della bambina. Durante la notte poi sentivano degli strani passi, come se qualcuno corresse da una stanza all’altra.

Ma la cosa ancora più terrificante erano le urla agghiaccianti della bambina nel cuore della notte. Ogni volta che i genitori si affacciavano nella sua stanza dopo le urla, la vedevano rannicchiata sotto le coperte e con tutti i suoi effetti personali sparsi ovunque. La colpa – diceva la bambina – era della bambola. Questa voce si espanse sempre di più per tutto il vicinato, ma nonostante questo la bambina non voleva separarsi dalla bambola, perché si sentiva inspiegabilmente legata a essa.

la bambola assassina, cinematographe.it

Dopo la morte della ragazzina nel 1974, la bambola fu chiusa in un baule e messa nella soffitta della casa. Dopo dieci anni una nuova bambina prese la bambola e se ne innamorò e, nuovamente, i mobili iniziarono a volare per la stanza, si sentivano passi da una stanza all’altra e voci profonde e risate inquietanti. Per mettere in pausa questa sua vena di violenza, la bambola venne messa dalla famiglia di nuovo su in soffitta.

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