Jeeg Robot D’Acciaio: il manga di Go Nagai e Akira Oze ha ancora molto da dire!

In occasione dei 50 anni del grande robot magnetico , ripercorriamo la storia di Jeeg dalla serie TV al cinema, passando dai giocattoli fino al fumetto inedito disegnato da Akira Oze

La storia di Jeeg Robot d’Acciaio è costellata di successi che continuano a riaffiorare anche a cinquant’anni dalla sua prima apparizione. Mezzo secolo dopo il suo debutto, Jeeg è ancora pronto a combattere la perfida Himika e l’Impero Yamatai. A luglio 2025, grazie a Edizioni BD e J-Pop Manga, torna in una forma nuova, e allo stesso tempo amabilmente nostalgica, con un fumetto rimasto a lungo inedito in Italia. Ripercorriamo assieme questi 50 anni di un mito.
1975. Un perfetto mix tra idee brillanti, marketing innovativo e personaggi ben caratterizzati ha reso Jeeg una delle serie simbolo degli anni ’70. Fu uno dei pilastri della rivoluzione dei Super Robot giapponesi, nati dalla mente geniale di Go Nagai, e sviluppati insieme ad altri grandi nomi del fumetto nipponico. Ma Jeeg ha sempre avuto una marcia in più: riusciva a uscire dallo schermo per materializzarsi ogni giorno tra le mani dei bambini, grazie a uno dei giocattoli più iconici di sempre, fedele in ogni dettaglio al suo corrispettivo animato con snodabilità, armi, e trasformazioni.

Jeeg Robot d’AcciaioDopo i Mazinga e Goldrake, Jeeg si impone come Robot epocale

L’esordio di Jeeg in Italia è segnato da una sigla memorabile, uno stile grafico grintoso e un protagonista carismatico, che entra con prepotenza nell’immaginario collettivo. A differenza degli altri Super Robot, Jeeg non affronta nemici alieni, ma un’antica minaccia che riemerge dal cuore della Terra, rendendo il conflitto ancora più tangibile e vicino.

La serie conquista il mondo, e con essa anche i giocattoli diventano imperdibili per ogni bambino appassionato. In Italia e in Occidente inizialmente, faticano ad imporsi ( nascono così i Micronauti ma questa è un’altra storia) ma con il tempo si consolidano e si radicano nella memoria collettiva come lava che, dopo una lenta discesa, si solidifica al contatto col mare. Al contrario di altre produzioni simili, il marketing della casa produttrice Takara, che realizzava i modellini, influenzava fortemente lo sviluppo narrativo e visivo della serie: ogni trasformazione e dettaglio di Jeeg doveva rispecchiare fedelmente il prodotto in commercio.

1979. Il successo di Jeeg Robot d’Acciaio non accenna a fermarsi e, solo in Italia, la serie arriva anche al cinema in una versione montata come lungometraggio. In quegli anni, la gestione dei prodotti animati era spesso improvvisata, tanto che nella prima versione della sigla italiana (poi cambiata) si trova un evidente errore: i nemici vengono descritti come “dallo spazio”, quando invece provengono dal Regno Yamatai, la civiltà sepolta, per l’appunto, nel sottosuolo. Anche il titolo del film riflette questa confusione: “Jeeg il Robot d’Acciaio contro i mostri di roccia – La più grande vittoria di Jeeg Robot”, lungo, pieno di ripetizioni e poco chiaro. Solo negli anni 2000, con le ristampe in DVD, il titolo fu ridotto al più diretto “Jeeg contro i mostri di roccia”. Il film altro non è che un montaggio piuttosto grossolano di alcuni episodi della serie animata, poco apprezzato già all’epoca. Eppure, rivisto oggi, conserva un suo fascino paradossale: è così malfatto che funziona… perché Jeeg funziona. Sempre.

Un manga perduto nel tempo e ritrovato

2025. J-Pop Manga recupera oggi un vero e proprio tesoro dimenticato: una versione a fumetti realizzata nel 1975 da Akira Oze, maestro del manga giapponese, sulla base della storia originale ideata da Go Nagai. Questo adattamento, noto come comicalize, venne pubblicato tra novembre 1975 e settembre 1976 sulla rivista “Boken-0”, e riesce a mantenere lo spirito del cartone animato, arricchendolo di sfumature narrative e stilistiche personali.

Suddiviso in 11 capitoli per un totale di 290 tavole, il fumetto è autoconclusivo e perfettamente fruibile anche da chi non ha mai visto la serie TV. La narrazione è snella e avvincente, i dialoghi accompagnano le immagini senza appesantirle, lasciando spazio al tratto energico e dettagliato di Oze, capace di alternare sequenze dinamiche, suddividendo la tavola in setto o otto vignette, a spettacolari splash page.

Il fascino di Jeeg resta intatto: le trasformazioni, le armi iconiche ,come il Doppio Maglio Perforante , e i nemici ben caratterizzati ci sono tutti. Il rapporto tra Hiroshi e Miwa è ben sviluppato e tiene viva la componente emotiva della storia. Quando il Big Shooter entra in azione e Jeeg si assembla è impossibile non sentirsi travolti da un’ondata di nostalgia e l’emozione sale. Si guarda quell’immagine attorniati dal silenzio e si sogna di essere Hiroshi per qualche istante.

Questo adattamento, probabilmente influenzato anch’esso dal reparto marketing di Takara, riesce nell’impresa di parlare tanto ai fan storici quanto alle nuove generazioni. Per chi c’era, è un tuffo emozionante nel passato; per chi scopre Jeeg per la prima volta, è un’introduzione vibrante, veloce e coinvolgente, perfettamente in linea con il ritmo dei manga contemporanei.

Jeeg è tornato e ha ancora molto da dire

Jeeg Robot d’Acciaio di Akira Oze è un piccolo gioiello che merita di essere letto. Per chi conosce già la saga, rappresenta una sorta di Bignami emozionale: una versione compatta e intensa di un universo amato nell’infanzia, che non perde un grammo del suo fascino originale. Per i neofiti, è il volume perfetto per capire cosa rendeva (e rende ancora) Jeeg così speciale agli occhi del mondo. In queste pagine ritroviamo tutto: emozione, acciaio, azione, battaglie, e quella vena di nostalgia che solo le opere senza tempo sanno regalare. Una lettura che strizza l’occhio a chi oggi ha i capelli un po’ più grigi, ma anche a chi ancora non conosce quella frase che riassume tutto lo spirito di Hiroshi e che riecheggia ancora potente nelle menti della generazione nata nello scorso millennio: Miwa, lanciami i componenti!”

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