Javier Bardem: 7 film fondamentali dell’attore
La carriera di un grandissimo interprete rivisitata in 7 titoli.
Ci sono attori che interpretano personaggi, e poi c’è Javier Bardem: un uomo che li inghiotte, li trasforma e li restituisce al pubblico come creature vive, pulsanti, spesso inquietanti. L’attore spagnolo, nato a Las Palmas nel 1969, è uno di quei volti che non si dimenticano. Ma sarebbe un errore ridurlo solo al magnetismo della sua presenza scenica. Bardem è uno scultore del dolore, della rabbia, dell’ambiguità morale. Un attore che ha attraversato generi e latitudini senza mai rinunciare alla complessità, con una carriera fatta di scelte spesso radicali, raramente accomodanti. Per raccontare Javier Bardem non basta citare i premi, da Cannes all’Oscar, né ricordare le collaborazioni con registi del calibro di Alejandro Amenábar, i fratelli Coen o Pedro Almodóvar. Occorre scavare nella carne dei suoi ruoli, ascoltare le sue pause, leggere le sue rughe prima ancora delle battute. È un attore che si fida del silenzio, del corpo, del tempo lungo: quelli che oggi sembrano lussi fuori moda. E invece Bardem li maneggia con naturalezza, diventando ogni volta specchio opaco del nostro tempo. Ecco sette film che rappresentano le molte anime di Javier Bardem, tra abissi interiori, umanità contraddittoria e intensità che scava.
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1. Non è un paese per vecchi (2007), di Joel ed Ethan Coen è il ruolo da Oscar che ha consacrato Javier Bardem

Il personaggio più iconico della carriera di Bardem: Anton Chigurh, il killer spietato con taglio di capelli assurdo e una moneta per decidere la vita o la morte. Non è un paese per vecchi è un western atipico, metafisico, e Bardem vi entra come incarnazione del Male assoluto. La sua interpretazione, premiata con l’Oscar come miglior attore non protagonista, è gelida, inquietante, ipnotica. Non alza mai la voce, ma ogni scena in cui compare trasmette un terrore ancestrale. Bardem costruisce un villain immortale, privo di umanità ma impossibile da dimenticare. Un ruolo che ha ridefinito l’archetipo del cattivo nel cinema contemporaneo.
2. Prima che sia notte (2000), di Julian Schnabel – Il film che ha lanciato Bardem a Hollywood
Il film che ha fatto conoscere Bardem al grande pubblico internazionale, regalandogli la sua prima nomination agli Oscar. In Prima che sia notte, interpreta Reinaldo Arenas, poeta e scrittore cubano perseguitato dal regime castrista per la sua omosessualità e il suo anticonformismo. Bardem affronta il ruolo con una trasformazione fisica ed emotiva totale. Il suo Arenas è fragile e incendiario, sensuale e disperato, un uomo che rivendica la libertà dell’immaginazione in un contesto di oppressione. L’attore spagnolo restituisce la complessità di un’esistenza vissuta controcorrente con una grazia che non scade mai nel compiacimento. Una performance che resta scolpita.
3. Biutiful (2010), di Alejandro González Iñárritu, Javier Bardem in una delle sue interpretazioni più intense

Bardem torna in una dimensione più intima e profondamente dolorosa con Biutiful, dove interpreta Uxbal, un uomo che vive ai margini di Barcellona, cercando di sopravvivere tra illegalità, spiritualità e un tumore terminale. Il film è un viaggio cupo e poetico, e la performance di Bardem è un tour de force emotivo. Il suo Uxbal è lacerato, fragile, amorevole e sbagliato. L’attore riesce a rendere palpabile ogni contraddizione, ogni respiro affannoso, ogni sguardo al limite. Una delle sue prove più umane e devastanti, premiata a Cannes e candidata all’Oscar.
4. L’amore ai tempi del colera (2007), di Mike Newell. La svolta romantica dell’attore spagnolo
Nel film tratto dal celebre romanzo di Gabriel García Márquez, Bardem veste i panni del romantico Florentino Ariza, innamorato per tutta la vita della stessa donna, nonostante il tempo, gli amori passeggeri e la vecchiaia. In un ruolo molto diverso dai suoi standard, l’attore riesce a comunicare la dolcezza e la caparbietà di un uomo che vive in funzione del desiderio. Nonostante i limiti del film, Bardem regge l’intera narrazione con una recitazione sottile, malinconica, mai teatrale. Una prova che dimostra la sua versatilità anche nei ruoli sentimentali.
5. Vicky Cristina Barcelona (2008), Bardem tra sensualità e ironia nel film di Woody Allen

In questa commedia sofisticata e sensuale ambientata in Spagna, Bardem interpreta Juan Antonio, pittore carismatico e seduttore, coinvolto in un triangolo amoroso con Scarlett Johansson e Penélope Cruz. Il ruolo è una variazione più leggera e ironica del suo tipico personaggio intenso. Ma Bardem non lo banalizza mai: è affascinante, disilluso, profondo anche nella leggerezza. L’alchimia con il cast funziona alla perfezione, e il film gioca con gli stereotipi latini con intelligenza. Un film che mostra il suo lato più giocoso e seduttivo, senza perdere profondità.
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6. Il mare dentro (2004), Javier Bardem e il diritto alla dignità umana nel film di Alejandro Amenábar
Forse la performance più struggente di Bardem, che interpreta Ramon Sampedro, ex marinaio tetraplegico che ha lottato per anni per ottenere il diritto all’eutanasia. Il mare dentro è un film intenso, commovente, che tocca i grandi temi della dignità, della libertà, del dolore. Bardem offre una prova magistrale: costretto su un letto, riesce a comunicare con gli occhi e la voce un mondo interiore fatto di poesia, rabbia e lucidità. Il film vinse l’Oscar come miglior film straniero, e la sua interpretazione resta una delle più alte della sua carriera. Un inno alla vita pronunciato da chi ha deciso di rinunciarvi.
7. Skyfall (2012), di Sam Mendes. Il villain più memorabile di Bardem nella saga di James Bond

Nel ventitreesimo capitolo della saga di James Bond, Bardem reinventa il villain con una delle interpretazioni più singolari della saga. Il suo Raoul Silva è un ex agente del MI6, ora terrorista informatico, con un conto in sospeso con M e un gusto per la teatralità. Bardem gioca con il personaggio, lo rende ambiguo, sadico, quasi operistico. La sua entrata in scena è memorabile, e il suo rapporto con Bond (Daniel Craig) è carico di tensione erotica e strategia. Non è solo un nemico: è un alter ego perverso, una minaccia che nasce dalla stessa famiglia segreta. Un cattivo indimenticabile, che conferma quanto Bardem possa sorprendere anche nel grande cinema commerciale.
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