Il momento di uccidere: la storia vera alla base del film tratto dal romanzo di John Grisham

Le vicende reali dietro alla pellicola di Joel Schumacher.

Il momento di uccidere è un film di Joel Schumacher uscito al cinema nel 1996, con protagonisti Sandra Bullock, Kevin Spacey, Samuel L. Jackson e un Matthew McCounaghey alle prime armi. Composto da altri interpreti di fama mondiale come Donald e Kiefer Sutherland, la pellicola attinge dall’omonimo romanzo di John Grisham, ispirato a sua volta da crimini reali.

In un’intervista rilasciata a The Clarion-Ledger, Grisham ha sottolineato come il caso affrontato ne Il momento di uccidere riguardasse gli stupri del 1984 di due sorelle adolescenti in una remota fattoria a poche miglia dal suo studio legale. Difatti, prima di ottenere successo nei panni di scrittore esercitava l’attività di avvocato. Le Forze dell’Ordine arrestarono Willie James Harris, che presto confessò. Giorni dopo, Grisham sentì l’uomo condividere i dettagli dell’accaduto senza la benché minima emozione. Qualcosa di talmente irritante da far pensare alla vendetta.

Il momento di uccidere: il caso di stupro che ha ispirato il romanzo di Grisham

L’11 luglio 1984, Harris e il complice, di 21 e 17 anni, guidavano lungo una zona rurale vicino a Southaven, alla ricerca di case da svaligiare. Nonostante la giovane età, Harris era stato appena rilasciato sulla parola dopo aver trascorso due anni e mezzo nella prigione di Stato per due diversi furti con scasso. Il tempo di permanenza, tuttavia, lo indurì, anziché servirgli da lezione. Venne arrestato per aver rubato una bici a Southaven, prima di derubare una 80enne. Lo sceriffo provò a ottenere la revoca della libertà condizionale, senza riuscirci.

Attraversando una strada sterrata, Harris (che ha fatto da spunto per Il momento di uccidere) individuò, insieme al suo complice, una fattoria desolata. Ruppe la finestra principale ed entrò nell’abitazione, dove due sorelle, di 16 e 12 anni, erano sole. La maggiore, che aveva appena finito di fare la doccia, lo vide e cacciò un urlo. Tentò di chiudersi in bagno, ma Harris glielo impedì. Nel mentre, la sorella minore aveva cercato di nascondersi nella sua camera da letto, invano. Nell’ora successiva, Harris violentò le ragazze, provando, infine, a ucciderle.

John Grisham, autore de Il momento di uccidere, scoprì l’accaduto prima del racconto sui giornali. Mentre frequentava la facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Mississippi, aveva sognato di diventare un avvocato di grido, ma il mondo reale lo aveva dissuaso. Non ha mai voluto rappresentare un imputato in un caso di stupro. E di certo non voleva quello. Comunque, il giudice nominò il compagno di classe di Grisham, Paul Scott.

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Il 29 ottobre 1984 iniziò il processo a Hernando e Grisham, già lì in tribunale senza clienti da assistere ascoltò la deposizione della sorella minore, che condivise gli orrori di quel giorno. Le montagne russe delle emozioni passarono dall’amore all’odio fino al desiderio di vendetta, spiegò. Immedesimandosi nel padre della giovane provò il desiderio di uccidere l’imputato con una pistola. La giuria ha condannato Harris all’ergastolo senza condizionale, mentre al complice è stata inflitta una pena di tre anni di reclusione per rapina.

Allora Grisham sentiva ci fosse il bisogno della pena capitale, salvo cambiare idea in un momento successivo mentre scriveva il libro L’appello (1994). La sua rabbia lo ha spinto a chiedersi cosa farebbe una giuria a un padre che ha ucciso lo stupratore di sua figlia. Le tragiche vicende gli diedero l’ispirazione per la stesura de Il momento di uccidere, insieme a un caso che aveva studiato mentre frequentava l’università, dove due uomini bianchi, condannati per un crimine razziale nel Mississipi, avevano ricevuto una pena esigua.

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