I magnifici sette: il film di Antoine Fuqua è basato su una storia vera? 

Viaggio alle origini de I magnifici sette, remake dell'omonimo western del 1960 di John Sturges.

Il western uscito nel 1960 contava su un cast formidabile. Sotto la direzione del regista John Sturges, la versione originale de I magnifici sette annoverava tra le propria fila degli interpreti che sono stati in grado di lasciare una impronta indelebile a Hollywood. Star del calibro di Yul Brynner, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn condivisero la scena in maniera egregia. La calorosa reazione del pubblico ha condotto a ben tre sequel, l’omonima serie televisiva (1998-2000) e una specie di remake fantascientifico.

I Magnifici Sette - Chris Pratt

Sulla falsariga di tante altre gemme, anche I magnifici sette ha avuto il suo remake a decenni di distanza, per gentile concessione di Antoine Fuqua. Sebbene eguagliare la prima squadra di interpreti fosse un compito arduo, di sicuro i produttori ci hanno provato. Guidata da Denzel Washington, Ethan Hawke, Chris Pratt e Vincent D’Onofrio, la pellicola del 2016 tenta mirabilmente di replicare la magia del predecessore, in una storia “epica” in tutti i sensi.

Ma le vicende eroiche rappresentate attingono da eventi realmente accaduti? Sette valorosi sconosciuti hanno davvero cercato di respingere gli attacchi di una banda di banditi a dispetto della netta disparità numerica? Beh, diciamo che gli sceneggiatori si sono dati da fare affinché lo scontro raggiungesse vette epiche. Eppure, l’opera dalla quale entrambi i lungometraggi americani sono basati contiene alcune interessanti verità.

Da dove prende ispirazione il remake del western degli anni Sessanta e quali elementi celano un fondo di verità

Una scena de I magnifici sette

Senza voler nulla togliere all’operato di Sturges e Fuqua, si colloca su un gradino superiore l’antesignano I sette samurai, opera del venerato regista Akira Kurosawa. Quanto mostrato è ritenuto da parecchi uno dei lavori migliori in lingua straniera mai realizzati (“cortesia” della BBC), se non il migliore in assoluto. Uscito nel 1954, I sette samurai segue i sette guerrieri che danno ispirazione al titolo, chiamati a difendere un piccolo villaggio da un’unità di briganti. L’aspetto più impressionante del leggendario film è che prende spunto da qualche elemento reale.

In preparazione per il lungometraggio, alla base de I magnifici sette, Kurosawa svolse ricerche approfondite ricerche sull’esistenza dei samurai. L’obiettivo del cineasta era di garantire a ciascuna figura centrale il giusto rilievo. Il racconto, ambientato nell’Era Sengoku, affronta le vicissitudini affrontate da un villaggio di contadini che, attraverso dei suoi rappresentati, assume dei Rōnin per respingere i ciclici saccheggi di banditi.   

Le routine quotidiane, l’abbigliamento e persino la dieta dei samurai sono stati studiati in modo certosino. Malgrado la trama sia al 100 per cento frutto di fantasia, Kurosawa ha vestito gli attori e ricreato scene in linea con vecchi dipinti e documenti storici basati sull’ambientazione del XVI secolo

Dal rilascio e dal successivo plauso della critica de I sette samurai, in tanti hanno provato a seguirne la formula, compreso I magnifici sette. Mentre il classico western potrebbe non contenere nessuna verità, la fatica di Kurosawa di certo lo fa.

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