Horse Girl: analisi e spiegazione del film con Alison Brie

Spiegazione di Horse Girl, l’ambiguo e intricato thriller con protagonista Alison Brie, che si sviluppa tra malattia mentale, viaggi temporali e rapimenti alieni

Horse Girl, il film rilasciato da Netflix diretto da Jeff Baena e interpretato da Alison Brie, presenta una trama singolare e complessa da decifrare. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista insieme all’attrice protagonista, è decisamente ambiziosa risultando non di facile comprensione. Inizialmente prende il via come un normale racconto dove la protagonista è una ragazza semplice, timida e un po’ asociale, che lavora in un negozio di artigianato e che coltiva nel tempo libero delle particolari passioni personali quali il bricolage coi fili, un corso di zumba e la visione di una serie tv soprannaturale. Sarah ha particolari difficoltà nel fare amicizia con altre persone e si rifugia spesso in un maneggio dove fa visita ad un cavallo che precedentemente era di sua proprietà e da cui deriva il titolo del film. A poco a poco però emerge il fatto che nella sua psiche stia accadendo qualcosa di più drammaticamente profondo, i suoi episodi di sonnambulismo – seguiti da amnesie e strani sogni in cui si ritrova in uno spazio completamente bianco con al fianco una persona sconosciuta dormiente – sembrano nascondere un problema mentale, così come i graffi sul muro e i lividi che si ritrova sul corpo senza saperseli spiegare testimoniamo una sua condizione borderline.

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Horse Girl ha un finale dove Sarah sembra entrare in un ciclo temporale senza fine

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Gli sceneggiatori rivelano passo dopo passo che la famiglia di Sarah ha alle spalle una storia di malattia mentale, portando il pubblico a pensare che il destino della protagonista sia il medesimo della nonna, malata di schizofrenia paranoide e con cui ha una sorprendente somiglianza fisica. Sarah, nonostante sia ancora una dolce ragazza che trova un interesse amoroso e si preoccupa della salute di un amico che ha avuto un incidente a cavallo, inizia a convincersi di venir rapita dagli alieni e d’essere un clone della nonna, in un vortice psicotico che la porta a ritrovarsi nuda e spaesata all’interno del negozio dove lavora, con la sua collega che la porta preoccupata in un ospedale psichiatrico. Da qui la storia si fa più confusa mescolando realtà e immaginazione all’interno della mente della protagonista, a partire dalla scena in cui avviene una sorta di sdoppiamento della ragazza, in un viaggio allucinato fatto di immagini leggermente offuscate dove la vediamo con uno strano costume e successivamente sottoposta ad esperimenti sul suo corpo da parte di possibili figure aliene.

Al momento del risveglio si ritrova nel letto di una compagna di stanza all’ospedale psichiatrico uguale a una persona apparsa nelle sue visioni. Questa sostiene di essersi addormentata nel 1995 e risvegliata solamente ora, con Sarah che le crede e pensa così di confermare che quanto le sta accadendo sia reale. Confusa sul lasso di tempo che ha trascorso all’interno della struttura ospedaliera, quando viene rilasciata si veste alla medesima maniera di sua nonna e va nel maneggio dove prende il cavallo di sua precedente proprietà e lo porta nel bosco, dove si adagia a terra togliendosi le scarpe. La vediamo quindi fluttuare in aria come catturata da un raggio luminoso per poi sparire nel cielo, presumibilmente ricondotta dagli alieni di cui ritiene d’essere in balìa, pronta per un nuovo viaggio temporale. La ragazza si è difatti convinta d’essere parte di un loop temporale perpetuo, dove lei stessa è sua nonna e non semplicemente un suo clone, venendo rapita e riportata più volte dagli alieni nel posto sbagliato attraverso il viaggio nel tempo.

Horse Girl: alieni o semplice malattia mentale?

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Nel film scritto e interpretato da Alison Brie i viaggi nel tempo spostano la protagonista rendendo non lineare la conduzione temporale della storia.
A volte quando gli alieni rapiscono Sarah la riconducono dunque nel momento sbagliato, facendola così appunto viaggiare nel tempo. Il film non ci chiarisce se queste collocazioni sono intenzionali o dei meri errori e sta allo spettatore individuare gli indizi che definiscono i viaggi indietro nel tempo e i momenti in cui la protagonista è semplicemente confusa su come è arrivata in un determinato luogo. Il loop del film non è però tradizionale, è una continua catena di eventi incessante che, accettando il fatto che Sarah sia reincarnazione di sua nonna, probabilmente non si ferma con la scena finale del film.

Nonostante diversi momenti in cui vediamo Sarah persa nel tempo e nei luoghi, Horse Girl riserva il vero e proprio viaggio nel tempo per la parte finale del film. Mentre si trova nell’istituto psichiatrico e subisce il suo rapimento più folle, ritorna poi nel mondo reale vari giorni prima di quanto avrebbe dovuto, collocandosi all’incirca in un punto temporale che è quello di inizio film. È per questo che lei menziona la conversazione precedentemente avuta con il suo terapeuta che lui ovviamente non ricorda dal momento che nella sua linea temporale non è ancora avvenuta, inoltre ciò spiega perché egli abbia citato in un momento precedente del film il fatto d’essere stato l’assistente sociale di Sarah una settimana prima. Il fatto che la ragazza sia stata riportata più indietro nel tempo rispetto a dove era partita è confermato dalla scena in cui passa col cavallo davanti al negozio in cui lavora e Joan, la sua collega, vede passare il cavallo davanti alla vetrina del negozio proprio come accade nelle scene iniziali.

Horse Girl resta costantemente in una condizione di ambiguità tra realtà e immaginazione

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Nel film noi viviamo l’esperienza cinematografica dal punto di vista di Sarah e il suo essere una sorta di narratore inaffidabile rende sicuramente più complesso decifrare cosa è reale e cosa non lo è. Per esempio la scena del rapporto sessuale parte con il suo ex-fidanzato che però si tramuta nel protagonista dello show televisivo che lei segue. Così come molti momenti inerenti conversazioni o cosa accadute che lei ricorda, non hanno riscontro nella memoria di nessun’altro personaggio. C’è un momento inoltre in cui afferma che sua madre le diceva sempre che ha un’immaginazione iperattiva, un elemento che insinua ulteriore dubbi ma che non vuol dire assolutamente che tutto ciò che vediamo nel film sia falso. Horse Girl gioca su di un’ambiguità per la quale lo spettatore è a volte portato a mettere in discussione ciò che sta accadendo, a volte invece tende a fidarsi di Sarah. Anche se il personaggio di Joan ci parte a rimuovere i dubbi sul fatto che quanto accade stia, almeno in buona parte, nell’effettivo mondo reale. Il fatto di veder passare il cavallo davanti al suo negozio non solo ci aiuta a stabilire che ci sia stato un viaggio nel tempo ma conferma anche che l’arco narrativo del film in qualche modo è avvenuto.

Nel film di Jeff Baena Sarah è essa stessa sua nonna Helen?

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Infine uno dei misteri principali che l’opera di Baena e Brie porta avanti è il rapporto effettivo tra Sarah e sua nonna Helen. La ragazza sembra effettivamente identica alla nonna, vestita perfino nella stessa maniera in cui questa appare nell’unica foto di lei posseduta dalla ragazza. Nel procedere del film la protagonista trova sempre più elementi in comune con la nonna, si dice infatti che Helen fosse affetta da disturbi mentali, ricoverata in un istituto psichiatrico, che pensava di venire dal futuro e che sentiva voci che nessun’altro riusciva a percepire. Seconda Sarah Helen è morta solitaria in strada come una senza tetto, facendole credere inizialmente d’essere un suo clone. Alla fine del film però si convince che lei stessa sia sua nonna, quindi che Sarah ed Helen siano la stessa persona che viaggia nel tempo trovandosi così a vivere in differenti linee temporali.

Horse Girl ci mostra una parte dell’infanzia di Sarah e ci fa conoscere il passato di Helen, quindi solo l’accettazione dei viaggio nel tempo ci può portare a dare concretezza al fatto che esse sono la stessa persona. La prima esperienza di Sarah con gli alieni avviene dopo il suo compleanno e tutto ciò che è accaduto prima è stato sicuramente reale. Ma quando viene presa per l’ultima volta dagli alieni alla fine del film è uguale a sua nonna nella foto che ha di lei, una scelta fatta consciamente dalla ragazza e un’indicazione che gli alieni la porteranno successivamente nel passato. In questo caso è quindi durante il passato che Sarah ha avuto una bambina, che sarà poi di fatto sua madre.

La sceneggiatura di Horse Girl non risolve in maniera chiara la reale condizione di Sarah

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Complessivamente dunque si viene portati a credere che ci sia stata effettivamente un’azione aliena con dei viaggi temporali, ma il film mantiene volutamente un’ambiguità che non permette di dirimere con certezza la questione. Joan è una sorta di testimone del fatto che quanto sta accadendo è reale e legato ai viaggi nel tempo, così come i sogni lucidi di Sarah, nei quali incontra persone che poi trova nella realtà. Ma se da un lato questi elementi ci portano a dare una veridicità al tutto, dall’altro ci sono aspetti dei comportamenti di Sarah che possono essere spiegati con maggiore razionalità, come la perdita di memoria e il suo sonnambulismo. Inoltre a fare in parte da contraltare a Joan è lo psichiatra Ethan, che è un semplice e imparziale testimone della sua malattia mentale. Un ulteriore dubbio viene poi sollevato dal fatto che la luce verso cui la protagonista viene sollevata nella scena finale assomiglia molto al “Segno di Hades” che esiste solamente nella serie tv Purgatory, che Sarah guarda assiduamente.

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