4 film sullo sciopero, da vedere per capire l’importanza dei diritti dei lavoratori
Se non hai mai visto questi titoli, è il momento buono per recuperarli!
Da Riso Amaro (1949), passando per I Compagni (1963), La Classe Operaia Va in Paradiso (1971) e Tre Operai (1980), la cinematografia si è evoluta negli anni raccontando di grandi lotte per i diritti civili. Se consideriamo lo sciopero come uno strumento di autotutela collettiva per i lavoratori, anche la sua rappresentazione cinematografica ha sempre rispecchiato il dualismo tra lo squilibrio di potere nei confronti del datore di lavoro e il danno produttivo inflitto dall’operaio. Non a caso, ognuno di questi titoli rappresenta un modo diverso d’intendere l’autotutela socio-economica, attraversando anni di scioperi feroci sia con l’ausilio della commedia sia con la profondità del dramma sociale. Non esiste il concetto di piegarsi al potere, quanto piuttosto quello di contrastarlo mediante il potere inarrestabile della collettività (uniti contro le diseguaglianze). Ecco quindi i cinque titoli più significativi che trattano di sciopero della storia del cinema che non hai mai visto e che (si spera) deciderai di recuperare.
1. I compagni (1963, Mario Monicelli) tra i film sullo sciopero

Capolavoro di Mario Monicelli, I compagni porta sullo schermo il primo sciopero degli operai tessili a Torino, alla fine dell’Ottocento. Con un tono a metà tra commedia amara e dramma sociale, il film racconta la condizione disumana dei lavoratori costretti a turni massacranti e la loro presa di coscienza collettiva. L’arrivo di un professore socialista, interpretato da Marcello Mastroianni, diventa la scintilla che li spinge a ribellarsi. È un’opera che fonde didattica e spettacolo, riuscendo a restituire l’eco delle lotte di un’epoca che ha segnato la nascita del movimento operaio italiano.
2. La classe operaia va in paradiso (1971, Elio Petri)

Elio Petri, con la collaborazione di Gian Maria Volonté, mette in scena una delle più potenti rappresentazioni della condizione operaia del dopoguerra. Ludovico Massa, detto “Lulù”, è l’operaio modello che lavora senza sosta alla catena di montaggio, fino a diventare l’emblema della disumanizzazione industriale. L’incidente che lo ferisce in fabbrica lo porta ad avvicinarsi alle lotte sindacali e agli scioperi, in un contesto in cui la rivendicazione collettiva è allo stesso tempo speranza e trappola ideologica. Palma d’Oro a Cannes nel 1972, il film resta un pilastro imprescindibile per comprendere il rapporto tra politica, fabbrica e alienazione. Se non l’hai mai visto, è il momento di rimediare.
3. Tre operai (1980, Fabrizio Lori)

Meno noto al grande pubblico, Tre operai di Fabrizio Lori è un film che testimonia il clima delle lotte sindacali negli anni Settanta e Ottanta, in particolare nell’ambiente portuale e industriale di Genova. La pellicola mette al centro il rapporto tra i lavoratori e le nuove forme di organizzazione politica, mostrando come lo sciopero non sia solo un gesto di opposizione economica, ma una pratica di resistenza sociale e identitaria. È un film che parla al presente perché fotografa la trasformazione della coscienza operaia in un’Italia già divisa tra industrializzazione e crisi.
4. Riso amaro (1949, Giuseppe De Santis) tra i film sullo sciopero da vedere

Emblema del neorealismo, Riso amaro unisce il melodramma al cinema di denuncia. Ambientato tra le mondine delle risaie piemontesi, racconta le dure condizioni delle lavoratrici stagionali, sfruttate tra fatiche estenuanti e salari da fame. Seppur non incentrato sullo sciopero in senso stretto, il film di De Santis restituisce l’atmosfera di rivolta latente, dando voce a un’umanità femminile che si ribella non solo ai padroni ma anche a un’intera struttura sociale oppressiva. È un film che ha segnato l’immaginario collettivo, trasformando le mondine in icone di resistenza.