Film Marvel: dal peggiore al migliore. 20 film sui personaggi del MCU

I film sui personaggi della Marvel sono stati sicuramente l’evento cinematografico più significativo del nuovo millennio. Ora che Doctor Strange sta per uscire nella sale di tutto il mondo, ci è sembrato giusto rinfrescarci la memoria, guardare quali film ci siamo lasciati dietro e, sopratutto, stilare una classica che abbraccia i film Marvel dal peggiore al migliore.
Pronti? Scoprite di seguito la nostra classifica dei 10 peggiori film Marvel e, dei 10 migliori!

I 10 PEGGIORI FILM MARVEL 

Non tutte le ciambelle riescono col buco! Semplice, umano. Ma nel caso del mondo Marvel il delitto è doppio, dal momento che i personaggi sono ricchi di complessità, sfaccettature, fascino e hanno una marea di storie da raccontare che aspettano solo una troupe e un cast all’altezza. Non è facile, direte voi. Certo, ma fallire è ancora più difficile. Ecco a voi i peggiori 10 film sui personaggi Marvel!

I PEGGIORI FILM MARVEL – X-Men: Apocalisse

Film Marvel: dal peggiore al migliore

Da un regista del calibro di Bryan Singer era lecito aspettarsi di più

È il decimo nella nostra lista e purtroppo non sappiamo quando il cuore smetterà di sanguinare per questo passo falso targato Marvel, il primo veramente grave della saga degli X-Men. Tanto raffinati e ben fatti erano stati i primi due episodi del nuovo corso (X-Men First Class e sopratutto X-Men: Giorni di un Futuro passato) quanto questo è uscito male, come certe torte con cui sbagli ingredienti o tempo di cottura e togli dal forno qualcosa che assomiglia più ad un facehugger di Alien che ad una crostata.

X-Men Apocalypse ci mostra il ritorno dai tempi dell’antico Egitto del potentissimo En Sabah Nur, che si risveglia dopo millenni e decide che è l’ora di riconquistare il mondo, reclutando per questo compito quattro mutanti (i suoi quattro cavalieri dell’Apocalisse) per aiutarlo nel compito.

Da qui in poi la pellicola appare semplicemente patetica: Micheal Fassbender è protagonista di una teorica scena di tragedia familiare che sembra provenire dalla parodia di certe telenovelas sudamericane (roba che manco il Trio Solenghi-Lopez-Marchesini), gli altri tre cavalieri di Apocalisse paiono presi da un videoclip dei Duran Duran (e sia chiaro che non è una bella cosa), mentre Oscar Isaac come Apocalisse è senza carisma, mordente e fascino. Sophie Turner come Jane Grey poi è più fuori parte di Al Pacino in Revolution e conferma come le star di Games of Thrones funzionino praticamente solo lì; Jennifer Lawrence è a tratti veramente insopportabile, quasi perde tutti i punti guadagnati nelle due precedenti pellicole (quasi eh). Ciò che sorprende è la scarsa complessità della trama che segue il classico iter di equilibrio-squilibrio-equilibrio. Gli unici momenti decenti del film sono affidati ad Evan Peters/QuickSilver, con il suo ennesimo momento musical-rallenty, e al cammeo del Wolferine di Hugh Jackman.

Veramente poco per un film che veniva da due precedenti episodi così ben fatti e ben creati. Passi per Simon Kingberg (sceneggiatore dal talento discontinuo) ma da un regista del calibro di Bryan Singer era lecito aspettarsi di più, forse la stanchezza ha presentato il conto. Poco male visto che entrambi non saranno presenti nei futuri episodi degli X-Men. Chi vivrà vedrà.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Thor: the Dark World

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L’espediente mondi paralleli-combattimenti confusi non funziona e anzi alla lunga risulta noioso e ripetitivo

Ebbene si. Pure lui ci sta nella nostra classifica. Non guardiamo in faccia a nessuno noi, nessun favoritismo neanche per il figlio di Odino, rimandato a settembre e veda di darci dentro di più coi libri e meno coi i pesi e le proteine.

Intendiamoci, Chris Hemsworth e Tom Hiddleston hanno una chimica tra di loro che molti attori si sognerebbero e rendono alla perfezione il tormentato rapporto tra i due fratelli più divini del mondo Marvel. Di tutto questo il merito è sopratutto di Hiddleston.

Ma questo film non fa funzionare tutto il resto, sopratutto a causa della regia di Alan Taylor (lo stesso di quel mezzo fallimento di Terminator Genisys per dircela tutta). Il cattivo interpretato da Christopher Eccleston, l’eflo oscuro Malekith, sembra un Legolas in crisi di mezza età, incazzato perché mollato dalla moglie per un ‘tamarro di Gallipoli’. Non ha un briciolo dell’intelligenza, delle incredibili conoscenze nel campo della magia, stregoneria e strategia dell’originale cartaceo.

Il Malekith creato Walt Simonson è un mix tra Thor e Loki, del primo ha l’abilità nel combattere e la leadership, del secondo l’intelligenza. Qui invece al massimo ricorda certi cattivoni nazisti nel film bellici anni sessanta. Fa sicuramente una figura migliore Adewale Akinnouve-Agbaje nei panni del titanico Kurse, sorta di George Foreman del mondo degli elfi, che però viene liquidato come un cattivo di serie B qualsiasi, mentre invece è uno dei personaggi più mutevoli della linea narrativa di Thor. Il resto del cast se la cava alla meno peggio con una sola, infame eccezione:

Stiamo naturalmente parlando dell’ansiosa e stralunata scienziata Jane Foster, personaggio che per quanto pessimo e mal interpretato ci aiuta a ricordare una cosa molto importante: perché Natalie Portman abbia rischiato di cadere in disgrazia ai tempi di Star Wars dal momento che qui vediamo di nuovo comparire le sue espressioni artificiose e una totale mancanza di ispirazione che dovrebbero appartenere di più ad una Megan Fox qualsiasi che ad un’attrice normalmente così brava.

A conti fatti si è portati a chiedersi perché Thor corra dietro a una palla al piede del genere quando ha una come Sif (la brava e bella Jaimie Alexander) a portata di mano. Se proprio la vuole umana c’è quella bonazza irriverente chiamata Darcy Lewis (Kat Dennings, Dio la benedica), che riuscirebbe a rendere interessante anche una messa funebre.

È quindi sopratutto la love story a rendere il tutto molto noioso e poco credibile, assieme ad una mancanza totale di coesione nell’orchestrare le scene di combattimento. L’espediente mondi paralleli-combattimenti confusi non funziona e anzi alla lunga risulta noioso e ripetitivo, mentre gli efli oscuri più che atterrire non fanno pensare ad altro che a certe maschere inquietanti viste in alcune puntate di Lucignolo, dedicate alle orge bondage della Milano da bere.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Iron Man 2

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Un iter narrativo sconclusionato e inconcludente…

Si è brutta da mandare giù, ma pure Robert Downey Jr. e il suo Tony Stark/Iron Man hanno toppato, hanno fatto cilecca ( “Può capitare di fare cilecca. Sai, non è così raro: una volta su cinque…” Cit.).

È accaduto nel seguito del primo, fortunatissimo Iron Man del 2008, che ha lanciato nella dimensione di mega star globale il mattatore Downey Jr. e fatto di Iron Man uno dei personaggi più amati da tutti gli spettatori del mondo. Quasi tutti i film Marvel vivono nell’eterno conflitto di dover bilanciare la dimensione del fumetto con quella cinematografica, Iron Man 2 però sublima questo contrasto, creando un iter narrativo sconclusionato e inconcludente, dove i personaggi vanno e vengono senza un ordine o una motivazione precisa.

Il cattivo di Mickey Rourke è a dir poco banale e poco interessante (si ok è sempre il grande Mickey ma stavolta pure lui ha fatto cilecca) e sembra più interessato ad avere un pappagallo che a combattere, fare meno di Terence Howard per Don Cheadle nella parte di War Machine non appare (ancora oggi dopo tanti film) una scelta molto azzeccata. Tutta la storia in realtà non decolla e non si capisce perché giocare la carta di Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) se poi la si butta via come un due di picche qualsiasi.

Solo il Justin Hammer di Sam Rockwell è veramente sintonizzato e regala alcuni momenti di grande ironia ma anche di buona riflessione.

La battuta sull’ex moglie è una delle più divertenti mai sentite nel mondo Marvel, ma il fatto che sia l’unica cosa divertente o interessante fa capire quanto poca fosse ispirata la regia di Jon Favreau, anche a causa della brutta sceneggiatura firmata da Justin Theroux. Si tratta di due artisti a tutto tondo che dopo questo film sono tornati a fare quello che sapevano far meglio: di tutto un pò ma senza strafare.

Vi vogliamo bene lo stesso ragazzi, anche dopo questo scivolone. Del resto come insegna Tony Stark, una volta su cinque può capitare di far cilecca.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Avengers: Age of Ultron

Film Marvel: dal peggiore al migliore

Il film non decolla mai, è sempre bloccato e vive di piccoli momenti, di espedienti, di singole scene…

Una delle grandi qualità dei recenti film della Marvel è il sapere crescere film dopo film, sequel dopo sequel come dimostrato dalle varie saghe degli X-Men, Wolverine, Captain America e altri. Tuttavia vi sono alcune eccezioni a questa gloriosa marcia verso il gradevole connubio tra successo commerciale e raffinatezza cinematografica…Avengers Age of Ultron è uno di questi.

Seguito del fortunato e appassionante Avengers del 2012, il film narra dell’avvento sulla scena di Ultron, mostruosità cibernetico-informatica creata dalla mente vanitosa di Tony Stark (da Henry Pym nel fumetto), convinto di aver messo al mondo un super sistema di sicurezza ed invece artefice della nascita di un nemico folle, imprevedibile e senza pietà, deciso a distruggere l’uomo.

Ultron era uno dei cattivi più pericolosi del mondo Marvel, spietato e convinto che l’uomo debba scomparire in quanto imperfetto e corruttibile.

Un super predatore Alpha creato dall’uomo senza che quest’ultimo si rendesse conto di cosa stava facendo; come cattivo Ultron ha subito una evoluzione continua negli anni, arrivando a vette di perfidia non indifferenti, costringendo gli Avengers agli straordinari.

L’impressione è che i produttori abbiano voluto battere il ferro ancora caldo nato dal grande e meritato successo del primo film ma la fretta è stata qui cattiva consigliera. Il film non decolla mai, è sempre bloccato e vive di piccoli momenti, di espedienti, di singole scene che però nel complesso non coinvolgono e si dimenticano subito.

La profondità dei personaggi è lasciata al latere, in favore di una messa in scena tanto roboante quanto ripetitiva e sterile. Ultron come cattivo è poco approfondito e curato, a meno che non si pensi che basti prendere la bella voce di James Spader e fargli dire qualche frase sul potere e “l’umanità che deve scomparire”.

I gemelli Maximoff meritavano ben altro trattamento ed invece sono semplicemente il “tipo che corre” e la “tizia con i poteri strani”. Tutto è prevedibile, il nemico, i suoi piani (che naturalmente svela ai buoni come ogni villain fallito di sempre), la battaglia finale, le battutine ironiche sempre più insopportabili di Thor e Iron Man…una vera delusione. Visione (Paul Bettany) ha troppo poco spazio per risultare veramente convincente.

Ma nulla è perduto, fiduciosi degli ottimi risultati ottenuti con i due Captain America, siamo certi che Avengers Infinity War del 2018 non deluderà le attese e riporterà gli Avengers in rampa di lancio.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Fantastic Four

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…fa rimpiangere il pur tremendo film sui Fantastici Quattro del 1994

Film uscito nel 2005 e che ha lanciato definitivamente Jessica Alba e Chris Evans nel pantheon delle star globali. Si può facilmente definire un vero e proprio delitto a sangue freddo, dal momento che tradisce l’anima e l’essenza che hanno fatto dei Fantastici Quattro per tanti decenni un fiore all’occhiello della Marvel.

Si può modificare un personaggio rispetto ai fumetti (il saperlo fare bene è sempre una prova di grande bravura) ma il mortificarlo o sminuirlo è un peccato mortale.

Affidato alla regia di Tim Story (oggi praticamente scomparso dalle scene per fortuna) e alla sceneggiatura criminale di Micheal France (autore degli orribili script per GoldenEye, Punisher del 2004 e Hulk del 2003) il film era un prodotto adatto ad un pubblico adolescenziale. Un pubblico adolescenziale pure un pò tardo se si può dire.

Dove vi era dramma, sofferenza, complessità nei rapporti, la tematica dell’esclusione, della solitudine e del sacrificio, il film del 2005 ha proposto una Torcia Umana (personaggio fragile e complesso) come una sottospecie di tronista senza cervello, armato del sorriso da beota di in Chris Evans insopportabile.

Ben Grimm/la Cosa invece di essere un super atleta sbruffone e individualista è ridotto a un patetico padre di famiglia timido e impacciato a cui poco dona la pelata di Michael Chiklis (attore in realtà tutt’altro che sprovveduto). Mr Fantastic era invece l’unico ad essere reso con realismo e genuinità da Ioan Gruffud, ma era affiancato da una Jessica Alba che con la sua non-recitazione faceva di Susan Storm una creatura inespressiva e a dir poco banale.

Il Doom di Julian McMahon è sicuramente tenebroso e intenso, ma l’aver trasformato il monarca stregone più crudele di tutti i tempi in una specie di concorrente di The Bachelor grida vendetta da ben 11 anni! Tutto questo mix malriuscito fece di Fantastic Four uno dei film più ridicoli sui supereroi mai visto sul grande schermo, ad eccezion dei Mystery Men dell’omonimo film del 1999 ma con una sostanziale differenza: il film sui Fantastici Quattro lo era in modo involontario.

Dialoghi all’acqua di rose, battute che non fanno ridere nessuno, combattimenti a dir poco sconclusionati con parabole sulla morale e la bontà che rendono il tutto così zuccheroso e scialbo da far rimpiangere il pur tremendo film sui Fantastici Quattro del 1994.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Punisher – Zona di guerra

Film Marvel: dal peggiore al migliore

..un calderone senza senso, un susseguirsi di scene d’azione mal dirette e assolutamente evitabili…

Destino cinico e baro quello di The Punisher. Personaggio tra i più affascinanti e ricchi della Marvel da sempre, ha goduto di una seconda giovinezza negli anni 2000 grazie al genio di Garth Ennis e Steve Dillon, che lo hanno reso protagonista di una saga di grande successo.

Per molti The Punisher rappresenta il miglior prodotto creato dalla Marvel nel nuovo millennio, ed è difficile dargli torto. E allora perché tutto questo?

Perché ogni film (o serie se si vuole) fallisce clamorosamente nel riportare sullo schermo la furia del vigilante ex forze speciali Frank Castle e la sua crociata contro il crimine? Perché ogni volta i fan aspettano con ansia l’ennesimo nome, l’ennesimo film per rimanere delusi, per assistere ad uno scempio, ad una mistificazione e riduzione di un personaggio così profondo e accattivante ad un volgare pistolero ammazza cristiani in libera uscita? Mistero.

Ma una cosa è certa: Punisher War Zone è il peggior adattamento mai fatto su questo personaggio.

Le storie create da Garth Ennis per il suo ciclo offrivano una enorme bacino da cui attingere, con le sue continue lotte contro assassini, spacciatori, signori della droga, trafficanti di esseri umani, serial killer, militari russi e anche altri supereroi. La regista Lexi Alexander e lo sceneggiatore Nick Santora però decisero di concentrarsi sulla figura di Puzzle (un caricaturale Dominic West) nemico ricorrente di Frank Castle, aggiungendogli di contorno altri nemici e amici presi in prestito a caso dalle storie più svariate create dalla Marvel sul Punitore.

Il risultato è stato un calderone senza senso, un susseguirsi di scene d’azione mal dirette e assolutamente evitabili, di dialoghi banali, portando come risultato finale l’aver costruito un racconto campato in aria, slegato e poco appassionante.

Ciò che fa infuriare è la scarsa verosimiglianza del personaggio, che si esibisce in voli acrobatici e sparatorie alla Matrix, mentre il vero Punisher anche in azione si rivela uomo grezzo e pratico. Ray Stevenson (già visto in Thor, G.I. Joe e Dexter) per quanto possa sembrare paradossale, è l’unico innocente di tutta questa storia. Il suo è il miglior Punisher visto fino ad oggi sia al cinema che in televisione. È più espressivo di Dolph Lundgren, più oscuro e tetro di Thomas Jane e sicuramente trasmette molta più forza e sicurezza dello schizzato e piagnucoloso reduce interpretato da Josh Bernthal nella serie televisiva.

Il problema è stato quindi nella sceneggiatura (indecisa su quale tono assumere) e in una regia affidata ad una Lexi Alexander poco adatta a dirigere prodotti del genere.

Potevano essere portate sullo schermo mille altre storie: la lotta contro Mà Gnucci di Welcome Home Frank, quella contro Barracuda, il passato letto in Valley Forge Valley Forge The Cell, il dramma della tratta di esseri umani in The Slavers e altro ancora. Invece anche qui Hollywood ha scelto di concentrarsi sull’apparenza (violenza e sparatorie) e meno sulle tematiche del personaggio: la violenza e la diseguaglianza come parte fondante della storia americana, il concetto di giustizia e quello di vendetta, il suo essere la personificazione del secondo emendamento. Peccato.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Blade: Trinity

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…un film frettoloso, kitsch, esagerato, tanto superficiale e prevedibile quanto i due precedenti episodi erano stati genuini e ben congegnati.

Pochi personaggi sono stati così pesantemente modificati nei film rispetto all’originale del fumetto come Blade. Pochi film hanno poi inciso così tanto su un fumetto da spingere la Marvel a modificare le caratteristiche del personaggio cartaceo in favore di quelle del personaggio cinematografico, interpretato con grande energia da un Wesley Snipes all’apice della forma.

Uccisore di vampiri sempre in bilico tra umano e ferino, Blade è stato più volte indicato come uno dei personaggi più oscuri, tenebrosi e violenti dell’universo Marvel.

Il primo film del 1998 era stato un grande successo commerciale e un buon successo di critica ma il sequel, firmato nientemeno che da Guillermo Del Toro, è tuttora considerato uno dei migliori film del genere vampiresco e una summa di tutto quello che di bello Del Toro avrebbe mostrato di lì a poco: atmosfere gotiche-dark, ricchezza espressiva, profondità dei personaggi, il ricorso all’epicità e l’elemento del dramma di Edipo sempre in agguato. Un piccolo gioiello insomma.

Chiaro che le attese per il terzo capitolo erano enormi sopratutto per l’annuncio che a dirigerlo sarebbe stato chiamato David Goyer, sceneggiatore di Dark City, Mission to Mars e già autore dello script di Blade II. Dato il rifiuto di Del Toro a dirigere il terzo episodio, la scelta di un ottimo sceneggiatore amante fanatico dei fumetti, che aveva aiutato Del Toro, appariva assolutamente sensata. Ed invece…

Ed invece il film si rivelò una caotica e poco credibile summa di luoghi comuni e cliché del mondo vampiresco, un film frettoloso, kitsch, esagerato, tanto superficiale e prevedibile quanto i due precedenti episodi erano stati genuini e ben congegnati.

Ad un Blade che si muove nell’ombra, nella notte, furtivo, si sostituisce una banda di vigiliantes pecorecci che vanno in giro per le strade di Vancouver all’ora di punta con archi compound e mitra in mano. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e i dialoghi sono a dir poco infantili, banali; nessun phatos, nessuna poesia, solo un gran videogioco senza anima.

I colpevoli? Wesley Snipes e Goyer. Il primo (anche produttore) contestò la scelta di Goyer come regista e si rese protagonista di veri e propri sabotaggi sul set, nonché di frequenti liti e scontri con il regista e il resto del cast. Snipes, noto per essere una primadonna capricciosa, pare abbia fatto pochissime scene, lasciando tutto il lavoro alle controfigure e agli effetti speciali, passando il tempo a fumare marijuana nel suo camper.

La produzione per tutta risposta gli ridusse lo stipendio e lo spazio del personaggio nel film, a favore di Jessica Biel  (bella come poche altre volte) e Ryan Reynolds (quando era ancora un simpatico grezzone e non uno stralunato fighetto secco), che spesso furono maltrattati e insultati da Snipes. Goyer d’altra parte non aveva grande esperienza come regista e non dimostrò lo stesso polso e bravura che lo hanno portato come sceneggiatore a firmare gli script di capolavori come la Triologia di Nolan su Batman o della serie di Call of Duty Black Ops (per fare solo degli esempi). Blade Trinity rimane una grandissima occasione persa, un autogol clamoroso, un film che ha chiuso nel modo peggiore una trilogia molto interessante.

Al San Diego Comic Con dell’anno scorso, Snipes ha rivelato come sia in trattativa con gli Studios per riportare il personaggio sul grande schermo. Resta da capire se abbia rilasciato l’intervista prima o dopo aver fumato marijuana.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Daredevil 

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…il film in questione sembra più un remake del ridicolo Uomo Puma di De Martino…

Per poco non ha distrutto le carriere di Ben Affleck, Colin Farrell e Jennifer Garner. Un guazzabuglio di scene mal girate, di attori mal diretti e di una atmosfera da eterno videoclip per la peggio MtV Generation anni novanta. Che dire, non ha molto a che vedere con il fumetto, se non genericamente e per un paio di scene; i villains in particolare sono distrutti, sconvolti nel loro significato e nelle loro caratteristiche più genuine, prima ancora che nell’aspetto (ma anche quello conta, che per caso un Lex Luthor adolescente e capellone è credibile? No. Vero Jesse Eisenberg?).

E si sa che i cattivi sono il motore del film. Qui il motore è fuso. Il Bullseye di Farrell sembra un biker  fatto di crack e anfetamine.

Nulla a che vedere con il fantasioso, psicotico, umorista, implacabile e micidiale assassino che nei fumetti insegue l’Uomo senza Paura e fa diventare matto anche The Punisher. Il Kingpin di Michael Clarke Duncan è ridicolo e non spaventerebbe neanche un bebè, questo non a causa di Michael Clarke Duncan (RIP) ma del regista/sceneggiatore (perché limitarsi a fare male un solo lavoro?) Mark Steven Johnson.

Poco da stupirsi se si pensa che l’autore di questa carnevalata è lo stesso di Jack Frost, Ghost Rider, Grudge Match e When in Rome. Tutti terribili. Tutti stroncati. La prova che in fondo una seconda possibilità non la si nega a nessuno ad Hollywood, figurarsi una seconda, terza, quarta…

Non saremo mai abbastanza grati a Drew Goddard per aver salvato le nostre anime ideando la serie DareDevil su Netflix, al cui confronto il film in questione sembra più un remake del ridicolo Uomo Puma di De Martino…ma questa è un’altra storia.

I PEGGIORI FILM MARVEL – FANTASTIC 4 – I Fantastici Quattro

Film Marvel: dal peggiore al migliore

Il film ha difficoltà nell’essere definito tale. Sembra di vedere spezzoni di un orrendo videogioco messi assieme…

Ebbene si, non ci eravamo dimenticati di questa…Cosa. Ancora oggi è oggetto di discussione se sia stato il peggiore, ma è riuscito a far sembrare i film della saga precedente sui Fantastici Quattro capolavori di Lav Diaz. Di sicuro ci sentiamo di escludere il regista Josh Trank (autore del bellissimo Chronicle e dell’ottima serie The Kill Point) dal banco degli imputati per questo reboot semplicemente osceno.

Il motivo? Il fatto che si tratti di un film distrutto dai produttori della Fox e sopratutto dagli sceneggiatori Jeremy Slater e Simon Kingberg.

Kingberg in particolare è uno sceneggiatore dotato di grande talento ma discontinuo, capace di creare la sceneggiatura per lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie ma anche quella per obbrobri come Jumper e XXX2 The Next Level. Il film ha avuto una genesi a dir poco infelice, dal momento che lo sceneggiatore era all’inizio Michael Green (un veterano delle serie Sex&TheCity, Heroes, Smallville candidato diverse volte agli Emmy, insomma una garanzia), salvo poi venire licenziato per assumere Slater, al quale si è aggiunto per l’appunto anche in veste di co-produttore Kingberg.

All’inizio Trank e Green volevano avere nel cast gente del calibro di Adrien Brody, Jonathan Rhys Meyers e Kieffer Sutherland ma la produzione decise di sostituirli con gente giovane, nella speranza di acchiappare il pubblico adolescenziale che da sempre è la base dei successi blockbuster. La diretta conseguenza? Miles Teller (chi?), Michael B. Jordan (un afroamericano che fa la Torcia…si ok…), Kate Mara (algida come poche) e Jamie Bell (un secco spacciato per il “palestrato” del gruppo) furono scelti come i nuovi Fantastici Quattro, con Toby Kebell nella parte di Doom.

Le sceneggiature, le locations, il budget, tutto venne continuamente messo in discussione, ampliato, poi ridotto, costringendo Trank a fare i salti mortali e a vedersela di continuo con i due produttori: Hutch Parker e Simon Kingberg.

Signori della Giuria ecco i due imputati. Probabilmente convinti di essere dei geni incompresi, hanno pesantemente interferito con la sceneggiatura, le idee e la direzione di Trank, dando inizio ad una guerra  dove gli attori spesso dovevano sorbirsi gli scatti d’ira di entrambe le parti.

Il tweet postato da Trank il giorno prima dell’uscita del film, con cui si scagliava contro i produttori e la Fox, merita di entrare di diritto tra le uscite più leggendarie e coraggiose di sempre. Su quanto grande sia la responsabilità della Fox e dei produttori lo si capisce dalle parole di stima di Kebell (non esattamente un caratterino docile) per il quale “Trank aveva fatto un grande film che non vedremo mai, è una vergogna, uno schifo. Era più dark, era bello e non lo vedrà nessuno”.

Il film ha difficoltà nell’essere definito tale. Sembra di vedere spezzoni di un orrendo videogioco messi assieme, e l’aver trasformato scienziati schiacciati dal peso della responsabilità e dell’isolamento in nerd universitari coi brufoli è stato semplicemente assurdo.

Non vi è nulla che si salvi in questo flop gigantesco se non la dignità di Trank che speriamo abbia più fortuna la prossima volta. Il fatto che questo abominio non sia al primo posto è perché il vincitore della classifica è un film la cui bruttezza è pari a quella di Tersite.

I PEGGIORI FILM MARVEL – Ghost Rider – Spirito di vendetta

Film Marvel: dal peggiore al migliore

Per far capire quanto peggio sia stato del primo, orrendo, episodio basta pensare che ha raddoppiato le candidature ai Razzie Awards

And the winner is…Ghost Rider – Spirit of Vengeance. È il seguito di un primo episodio uscito nel 2007, sempre con Nicolas Cage nella parte del demoniaco biker Johnny Blaze, questo film come il precedente sposa atmosfere a metà tra Poltergeist, l’Esorcista (o forse più l’Esorciccio), Spawn e Fast&Furious.

Non era andata molto bene col primo film, che era stato paragonato da molti ad Elektra e DareDevil, nella classifica dei peggiori film mai tratti da una serie a fumetti Marvel; con questo secondo episodio non si è raschiato il fondo del barile: si è scavato. Una delle cause è probabilmente un Nicolas Cage ormai troppo vecchio per certi ruoli, così come una sceneggiatura raffazzonata e una regia confusa. Questo Ghost Rider – Spirit of Vengeance, pur staccandosi completamente dal primo film per attori, ambientazione e linea narrativa dal precedente (probabilmente per cercare di rimediare) è riuscito però a fare ancora peggio del primo.

Un po’ come con i rigori di Pellé e Zaza per intenderci. Girato in Romania e Turchia il film comprendeva nel cast Violante Placido (terribile come poche altre volte), Jonnhy Whitworth, Ciaràn Hinds e Idris Elba (ti vogliamo bene lo stesso Idris).

Effetti speciali dozzinali, sceneggiatura inesistente, dialoghi insipidi, attori poco ispirati…insomma la coppia alla regia Neveldine/Taylor (gli stessi che hanno diretto autentiche “meraviglie” come Jonah Hex e Gamer) si erano probabilmente voluti superare nella gara al ribasso.

Per far capire quanto peggio sia stato del primo, orrendo, episodio basta pensare che ha raddoppiato le candidature ai Razzie Awards. Uno (per Cage) nel primo, due (Cage e peggior prequel, remake o sequel) in questo.

Lo si potrebbe definire un film da cassetta, ma solo nel caso in cui vi troviate chiusi in un supermarket circondato da orde di zombie e vogliate tirarvi su di morale pensando che in fondo c’è di peggio, tipo guardare Ghost Rider – Spirit of Vengeance.

I 10 MIGLIORI FILM MARVEL

Ora che il vostro fegato ha raggiunto livelli di tossicità non inferiori a veleno di una Madama Hydra, è arrivato il momento di rivivere assieme alcuni dei titoli che più di tutti ci hanno fatto sognare, ci hanno lasciato dentro qualche cosa.

In alcuni casi sono film recenti, altre volte meno, ma tutti hanno fatto epoca, tutti sono andati ben oltre l’essere dei semplici “fumetti su celluloide”. Se questa lista farà discutere? È probabile. Ognuno ha la sua ma forse è meglio così: significa che il cinema non ha di certo fallito nel farci ritornare quei ragazzini che affollavano edicole e librerie, perdendo (perdendo? Punti di vista) ore di studio su pagine dense di fantasia e bellezza.

I MIGLIORI FILM MARVEL: Ant-Man

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…un film in continua evoluzione, con personaggi non stereotipati e accattivanti, divertente e sorprendente

Personaggio originalissimo e molto umano, Ant-Man presentava molti rischi come operazione cinematografica: il fatto di non essere famoso come Wolverine, Iron Man o Capitan America fuori dai confini statunitensi, la mancanza di una star dal grande nome che fosse un sicuro richiamo al grande pubblico.

Invece l’originale regista Peyton Reed (YesMan, The Break-Up all’attivo) è riuscito a confezionare un film in continua evoluzione, con personaggi non stereotipati e accattivanti, divertente e sorprendente.

Il cast è un felicissimo mix di ottimi attori poliedrici e particolarmente adatti a metter in scena il racconto di un genio nerd privo della narcisistiche ostentazioni di un Tony Stark o della tenebrosa maledizione di un Bruce Banner.

Ant-Man appassiona e diverte, mostrando come l’intelligenza, la cultura e la forza di volontà siano qualità spesso sottovalutate anche nel mondo dei fumetti, dove sovente agli eroi sembra bastare il mix tra muscoli ed aggressività. Paul Rudd è semplicemente perfetto nei panni di Scott Lang, di cui mostra il percorso di riscatto umano e professionale, riuscendo ad essere credibile ed empatico per tutta la durata del film.

Ant-Man ha la pregevole qualità di essere divertente ma con garbo, senza scivolare nel kitsch che sovente dà sui nervi quando si guarda un film Marvel.

Le scene d’azione tra insetti e uomini normali sono bellissime e credibili, per di più la quasi totale fedeltà al fumetto originale non toglie nulla al clima avvincente e ben dosato scelto da Reed, la cui competenza in campo della commedia irriverente ma intelligente, lo portano anche qui a dipingere una grossa critica alla società moderna fatta di egoismo, amoralità e pregiudizi. Tuttavia lo fa senza prendersi troppo sul serio né risultare pesante e forse proprio per questo alla fine funziona così bene.

I MIGLIORI FILM MARVEL: Wolverine – L’immortale

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…è il miglior ritratto a tutto tondo mai fatto su un eroe della Marvel

Non poteva certo mancare l’artigliato per eccellenza, l’uomo in perenne lotta tra la sua metà umana e quella animale in questa lista. Per quanto l’episodio precedente, Wolverine Origins, avesse momenti a dir poco epici e molta energia, questo secondo episodio ha una marcia in più.

La pellicola è diretta da uno specialista per quello che riguarda i film su eroi disincantati e sul riscatto personale: James Mangold.

Già regista degli acclamati Ragazze Interrotte, CopLand e Quel Treno per Yuma, il regista classe ’63 dirige uno Hugh Juckman praticamente perfetto nell’impersonificare un Logan ormai stordito dalle troppe perdite e dolori subiti nella sua lunghissima esistenza, su tutti l’aver dovuto uccidere l’amata Jane Grey.

Il rissoso canadese viene recuperato da una strana messaggera armata di Katana che lo trasporta in un Giappone diviso tra moderno e antico dove rincontrerà una sua vecchia conoscenza dei tempi della guerra (in debito con Wolverine per un episodio che risale alla bomba atomica sganciata su Hiroshima) che gli offre di poter rinunciare all’immortalità e poter vivere come un uomo qualsiasi. In un gioco di ombre dove nulla è ciò che sembra e dove il passato attanaglia ogni cosa, Wolverine capirà dolorosamente poco a poco che non si può scappare da sé stessi o dai propri incubi, bisogna affrontare entrambi per poi andare avanti con la propria vita.

Il film vive non tanto e non solo delle intense scene d’azione tra le katane da samurai e gli artigli in adamantio, quanto piuttosto si innalza a vette non indifferenti nel mostrare la pena dentro il cuore di Logan. Tratto dalla leggendaria serie sul Wolverine creata e disegnata da Frank Miller a partire dal 1982, il film unisce e mischia elementi e personaggi del mondo di Logan, prendendosi diverse libertà ma creando quello che è il miglior ritratto a tutto tondo mai fatto su un eroe della Marvel.

Mangold, coadiuvato da due sceneggiatori di razza come Mark Bomback e Scott Frank, crea un’analisi approfondita sui concetti di perdita e di solitudine. Nessun altro film sui supereroi (neppure il Batman di Nolan) ha saputo far vivere sullo schermo una sensazione così profonda di sofferenza, di dolore e di morte.

Così forte eppure così debole, il Wolverine di questa pellicola ci guida in un viaggio della disperazione tra i suoi fantasmi, il suo inconscio, come dimostra il continuo dialogo con lo spettro di Jane.

In un finale bellissimo, straziante ma non rassegnato Logan troverà dentro di sé la forza per lasciare il ricordo della donna che ama e tornare a vivere una vita reale. Il film è un inno alla vita, a ricominciare, a lasciarsi dietro il dolore anche quando abitato dai ricordi di persone a noi care o persino dell’amore della nostra vita. La pace con sé stessi passa anche per il perdono verso sé stessi.

Non male per un film che in fondo è su un mezzo mustelide dell’Alberta. Attendiamo fiduciosi il capitolo finale atteso per il 2017.

I MIGLIORI FILM MARVEL: X-Men – L’inizio

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…è un film che è stato giustamente definito un perfetto esempio di blockbuster con un cervello.

X-Men The Last Stand aveva fallito nel donare un buon finale alla prima trilogia sugli X-Men, probabilmente per la troppa carne al fuoco e la mancanza di una precisa direzione. Nel 2011 è però venuto alla luce il primo capitolo della nuova trilogia di riferimento: X-Men First Class, con i volti di una nuova generazione di divi hollywoodiani a prestare la proprie fattezze ai mutanti per eccellenza.

James McAvoy in quelli del Professor Xavier, Micheal Fassbender in quelli di Magneto, Jennifer Lawrence come la nuova Mystique e Kevin Bacon nei panni del supercattivo Sebastian Shaw.

Ambientato negli sfavillanti anni 60, il film parla della prima classe di mutanti reclutata dal futuro Professor X per la sua scuola per giovani dotati, finanziata dalla CIA per rispondere a Shaw, che con un suo gruppo sta facendo di tutto per creare un conflitto nucleare.

Il film si è rivelato una vera e propria boccata di aria fresca per l’intero franchise, creando i presupposti per tutta una nuova linea narrativa e mostrando personaggi (sia nuovi che vecchi) approfonditi e curati nel minimo dettaglio. Il livello della recitazione è altissimo, con McAvoy, Fassbender e Bacon che fanno letteralmente a gara di intensità e bravura.

Jennifer Lawrence è perfetta nel donarci una Mystique non più semplicemente letale femme fatale (come nei precedenti episodi) ma interpretando in modo magistrale quella che prima è solo una ragazza sperduta, poi infine una donna consapevole dei propri mezzi e desideri.

Il film riesce a divertire ed appassionare proprio perché abitato da giovani in cerca di un posto in un mondo scosso dalla Guerra Fredda, unendo la componente del romanzo di formazione con la spumeggiante atmosfera degna dei migliori film di 007 e tenendo sotterranea (ma sempre viva) la tematica della vendetta. X-Men First Class è frutto di un complesso lavoro di sceneggiatura a quattro mani, con il soggetto che è stato spesso riscritto, modificato, ampliato ma i cui meriti sono innegabili e vanno riconosciuti a Ashley Miller, Zack Stentz, Jane Goldman e al regista Matthew Vaughn. Vaughn, per intenderci, ha diretto altri grandi successi di pubblico e critica come Stardust, Kick-Ass, Kingsman, ed è il produttore di un’altra ventina di film mica male. Ottima la regia, la sceneggiatura, gli interpreti, la colonna sonora, gli effetti speciali, con un’atmosfera ben bilanciata tra elementi tragici e un’ironia ben dosata. Apripista del sontuoso X-Men Days of Future Past (che ritroveremo più avanti nella nostra classifica) è un film che è stato giustamente definito un perfetto esempio di “blockbuster con un cervello”.

I MIGLIORI FILM MARVEL: Deadpool

Film Marvel: dal peggiore al migliore

Lo spettatore non ha un momento di pausa, e rischia seriamente l’infarto ogni volta che il protagonista apre bocca…

In assoluto il personaggio più irriverente, geniale e simpatico dell’Universo Marvel, Deadpool è qualche cosa di più e di diverso da un semplice giullare.

Nato come semplice presa in giro del Deathstroke della DC, negli anni ha delineato un percorso artistico incredibilmente originale ed accattivante, tanto da farne uno degli eroi più amati del pubblico.

Perfettamente conscio di essere un personaggio di un fumetto (con esiti esilaranti e geniali), Deadpool è al centro di un complessissimo mondo fatto di citazioni di ogni natura e genere, violenza iperrealistica, ha un’ironia tagliente, un carattere a dir poco instabile e una logorrea da far invidia alla miglior vecchietta del quartiere di vostra conoscenza.

Il film, diretto dall’esordiente Tim Miller, è una summa della vita, delle origini e del cursus honorum (se così si può definire) del più matto e adorabile assassino del mondo dei fumetti. Interpretato da un simpaticissimo Ryan Reynolds (uscito per fortuna dall’imbarazzante progetto di Green Lantern), la pellicola ha una sensuale Morena Baccarin nei panni della fidanzata spogliarellista Vanessa, Ed Skrein è il cattivissimo dottore Ajax, mentre T.J.Miller è il caustico Weasel (il miglior amico di Deadpool).

Nel film appaiono anche Gina Carano (Angel Dust), Brianna Hildebrand (Negasonic Teenage Warhead)  e Andre Tricoteux (Colossus).

Che dire… è un film assolutamente demenziale, irriverente, divertentissimo, impegnato in tutto e per tutto a demolire i miti e la filosofia semi-cavalleresca dei supereroi di ogni fazione o epoca, così come i cliché zuccherosi dell’etica hollywoodiana, il tutto nella forma più dissacrante e spumeggiante.

Lo spettatore non ha un momento di pausa, e rischia seriamente l’infarto ogni volta che il protagonista apre bocca, vuoi  per zittire Colossus o Ajax, vuoi per gli scurrili e genuini monologhi di Deadpool, vuoi per le esilaranti scene osé tra Vanessa e Deadpool, vuoi per i combattimenti di Deadpool, o per…bhe Deadpool. Come si fa a non amare un ninja in un orrendo costume rosso che si scorda le armi in un taxy guidata da un pakistano? Eh andiamo… .

I MIGLIORI FILM MARVEL: Spiderman 

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…è semplicemente il sogno di ogni fan dello scolaretto che di notte diventa l’eroe di New York.

Cioè…pensavate sul serio che ci fossimo dimenticati di questo gioiello? Del film che ha segnato un’intera generazione? Ma come si fa?

Spiderman, uscito nel 2002, ha cambiato tutto, ha aperto le porte ad ogni genere di film per i supereroi, rimesso in sesto l’intero filone che rischiava di non essere più molto gradito alle majors vista l’accoglienza tiepida della critica verso il primo X-Men e per il fiasco del Nick Fury del 1998.

Non ce ne voglia il talentuoso e bravissimo Andrew Garfield (non perdetevi il suo Hacksaw Ridge, uscirà tra breve ed è un film bellissimo) ma esiste uno e un solo Spiderman: Tobey Maguire. Questo film lo ha consacrato agli occhi di milioni e milioni di spettatori come il perfetto Peter Parker, il compagno di classe che tutti vorremmo al nostro fianco in una verifica e mai in una discoteca a rimorchiare.

La sua aria onesta e sperduta, gli occhi ingenui e la straordinaria mimica ne hanno fatto l’Uomo Ragno per eccellenza e ancora oggi ci si chiede se forse tutto questo successo non sia stato poi un cappio attorno al collo di un attore che non è più riuscito ad emergere nello stesso modo negli anni seguenti. Ma non importa, quello fatto con questo film (e con i due successivi sequel) basta e avanza per collocarlo nell’Olimpo degli eroi del cinema moderno.

Il film, diretto da Sam Raimi e sceneggiato da David Koepp, è semplicemente il sogno di ogni fan dello scolaretto che di notte diventa l’eroe di New York.

Fedele quanto basta al fumetto, vive del candore e della maestria con cui Maguire interpreta il sogno (non solo americano) dello studente nerd sfigato che punto da un ragno geneticamente modificato, si risveglia con i superpoteri a tutti noti.

Ma da solo Maguire non poteva bastare, serviva la sua nemesi per eccellenza: il Goblin. Per la parte erano stati contattati Jim Carrey e Nicolas Cage ma fu (ringraziamo Dio tutti assieme: “Grazieee Signoreee”) il poliedrico Willem Defoe a impersonificare il ricco scienziato-miliardario Norman Osborn, mentre al belloccio James Franco toccò fare il figlio Harry.

L’ex vampiretta Kirsten Dunst fu invece scelta per interpretare la mitica Mary Jane Watson, il grande amore di Peter.

Sia Franco che la Dunst fecero un lavoro egregio, ma diciamocelo, è stato Defoe  la carta vincente del mazzo. Magnetico, demoniaco, inquietante, semplicemente fenomenale nel prestare il suo viso allungato e spigoloso ad uno dei criminali più satanici e originali del mondo Marvel.

Personificazione dell’ambizione e della cupidigia più sfrenate, il suo Osborn rimane in breve tempo intrappolato nella sua stessa mente contorta, nel labirinto della sua intelligenza senza freni, finendo per distruggere la sua famiglia e le persone che lo amano.

Col senno di poi in molti si sono chiesti se Defoe (due volte candidato ad Oscar e Golden Globe) non avrebbe potuto essere un Joker eccezionale e in effetti il dubbio non ci lascerà mai, ma in fin dei conti non riusciamo a pensare a nessun altro attore capace di donare una verosimiglianza ed un’energia così grandi ad un cattivo che (causa look e caratteristiche) correva il rischio di scivolare nel ridicolo ad ogni momento se affidato all’interprete sbagliato.

Il film ha qualche momento forse zuccheroso ma non è mai banale, e del resto l’Uomo Ragno è in tutto e per tutto un simbolo perfetto per gli adolescenti, di cui è  l’eroe Marvel più amato e seguito da sempre.

Chi del resto non ha mai sognato da ragazzino di potersi elevare dalla massa, spiccare salti da gigante tra le nuvole, sentendosi libero anche solo per un istante? Tutto questo naturalmente prima di dover crescere ed affrontare le famose “responsabilità” che inseguono il Peter che c’è in tutti noi, con il rischio di farci diventare Goblin.

I MIGLIORI FILM MARVEL: Guardiani della Galassia

Film Marvel: dal peggiore al migliore

Ogni effetto speciale, ogni esplosione o navicella spaziale, ogni raggio laser, per quanto grandioso, non è mai fine a sé stesso ma posto al servizio della storia…

Non potevamo non mettere nella top 10 questa scatenata sarabanda, questa summa di tutto quello che di bello di può trovare nel complesso e variopinto mondo Marvel: Guardians of the Galaxy, uscito nel 2014 con la regia di James Gunn (specializzato in film demenziali) è un calderone pieno zeppo di divertimento a tutti i livelli.

Il film narra le avventure dell’omonimo gruppo di supereroi creato nel 1969 Gene Colan e Arnold Drake, e lo fa in modo impeccabile, partendo dalla genesi del gruppo per poi mostrarne a poco a poco l’evolversi delle dinamiche interne, con un ritmo travolgente e una comicità tanto demenziale quanto azzeccata nei tempi, genuina e mai artificiosa.

Il film ha anche il merito di aver lanciato la carriera del simpaticissimo Chris Pratt, che veste i panni del protagonista Star-Lord.

E mai saremo abbastanza grati a questo film Marvel per aver finalmente come idolo globale questo rozzo rosso malpelo dallo sguardo ammiccante e dalla simpatia irresistibile, circondati come siamo da hipster equivoci e star fighettine. Zoe Saldana è una perfetta scelta per la letale ma generosa Gamora, mentre per fare Drax non sappiamo come si sarebbe potuto fare se non scegliere l’ormai esperto ex wrestler Dave Bautista, la CGI ha fatto un gran lavoro nel creare Rocket Racoon e Groot, la magica coppia Procione-Albero Vivente con le voci di Bradley Cooper e Vin Diesel.

L’algido Lee Peace ha sorpreso un pò tutti con la sua interpretazione mefitica e rabbiosa del supervillain Ronan, mentre in ruoli di contorno compaiono Djimon Hounsou, John C. Reilly, Glenn Close, Benicio del Toro e Josh Brolin.

Secondo alcuni è il miglior film Marvel di sempre.

Il giudizio è un pò esagerato ma non è un caso che sia comunque in questa top 5, una posizione più che meritata per un film che è un mix perfettamente riuscito tra la Fantascienza vintage anni settanta-ottanta e il cinema avventuroso stile La Mummia o Indiana Jones.

Si colgono poi un continuo omaggiare la cultura Pop degli anni ’70 e ’80 (Baby Groot che balla i Jackson 5 è una dolcissima genialata), si sprecano poi i riferimenti e gli omaggi al primo Star Wars e a Flash Gordon.

È un film che punta tutto sull’ironia ma sa anche commuovere, provate a non piangere nella scena in cui Groot si sacrifica: è tuttora uno dei momenti più toccanti che un film Marvel abbia regalato. Ogni effetto speciale, ogni esplosione o navicella spaziale, ogni raggio laser, per quanto grandioso, non è mai fine a sé stesso ma posto al servizio della storia, dei personaggi, degli attori che sono affiatati ed efficaci come in pochi altri film Marvel.

È un’opera fatta con grande sentimento e grande cura, lo si avverte per ogni minuto, per ogni istante anche grazie all’incredibile lavoro svolto con i costumi, la colonna sonora, il trucco e la bellissima fotografia di Ben Davis. Il film si è portato a casa ben due nomination agli Oscar per Effetti visivi e Trucco, e il fatto che non li abbia vinti a molti è sembrato uno scandalo.

Attendiamo fiduciosi il seguito: Guardians of the Galaxy Vol.2 la cui uscita è prevista per il 5 maggio 2017, e che avrà tra le new entry anche il vecchio ma sempre pimpante Kurt Russel. Siamo certi che con James Gunn alla guida, troveremo un’altra magica avventura spaziale ad attenderci.

I MIGLIORI FILM MARVEL: X-Men: Giorni di un Futuro Passato

Film Marvel: dal peggiore al migliore

X-Men Days of Future Past rappresenta la perfezione del concetto di intreccio cinematografico…

Sulla base del già citato X-Men First Class, Bryan Singer nel 2011 cominciò a lavorare al sequel, chiamando lo sceneggiatore Simon Kinberg (i cui alti e bassi abbiamo già affrontato) a creare lo script basandosi sul lavoro di Chris Claremont e John Byrne, che avevano creato un’intera serie dei fumetti Marvel incentrata sui viaggi nel tempo da parte dei mutanti nel 1981. Si decise che il film avrebbe visto il ritorno sia dei vecchi personaggi ed interpreti sia dei nuovi, fiduciosi di creare un mix a dir poco esplosivo. E così è stato.

X-Men Days of Future Past rappresenta la perfezione del concetto di intreccio cinematografico, guidando lo spettatore in una narrazione piena di flashback-flashforward tra un futuro apocalittico dominato da macchine terminator mutanti e un passato nei ruggenti e sfavillanti anni 70, al tempo degli incontri di Parigi per il cessate fuoco in Vietnam.

Ed ecco che sulla scena ritroviamo i protagonisti della vecchia triologia: il Wolverine di Jackman, la Tempesta di Halle Barry, il Magneto di McKellen, l’uomo ghiaccio di Ashmore, il Professor X di Stewart, la Bestia di Kelsey Grammer e Cadmore come Colosso. Tutti loro rivivono sullo schermo insieme alla First Class formata da McAvoy, Fassbender, Lawrence, Hoult, Till con le new entry di Ellen Page, Omar Sy e tanti altri. Una menzione speciale merita sicuramente il Quicksilver di Evan Peters, probabilmente il più simpatico X-Men di sempre e vera e propria rivelazione del film. La scena dell’evasione con tanto di Time in a Bottle  di Jim Croce come sottofondo al suo demenziale rallenty resterà negli annali.

Ma non è l’ironia la protagonista di questo film Marvel, per quanto non manchino momenti ironici.

Il film si erge sul confronto-scontro tra due concezioni agli antipodi di come vada cambiato il mondo, ed è a tutti gli effetti un elemento di forte politicizzazione di un film che, così come avvenuto in Winter Soldier, vincendo la scommessa nell’essere molto di più di un carrozzone tutti effetti e costumi.

Da una parte del film Marvel abbiamo infatti i rivoluzionari come Magneto e Mystique, convinti che l’uso della forza sia il solo modo con il quale opporsi al machiavellico disegno di sterminio portato avanti dal glaciale Dottor Bolivar Trask (un misurato Peter Dinklage).

Il loro incidere non è diverso da quello che, proprio in quei turbolenti anni 70, portò alla ribalta le Pantere Nere, le Brigate Rosse, Action Dirette o la Banda Baader-Mehinof, con il loro tentativo terroristico di risvegliare le coscienze e tagliere la testa del drago totalitarista. Ma un drago non c’è, o meglio esiste ma viene alimentato proprio dalla violenza, che anche quando ammantata di idealismo genera mali dieci volte più grandi di quelli che vuole sconfiggere.

Dall’altro lato invece il Professor X e il suo entourage personificano la volontà di proporre una mediazione, di sconfiggere il nemico isolandolo mediante il dialogo, la politica, in una partita a scacchi dove l’eliminazione di qualche singolo di certo non può fermare la storia.

In un finale rocambolesco, intenso e perfettamente a metà tra azione e profondità psicologica, il futuro verrà riscritto, il passato mediato dalla ragione e non più governato dalla rabbia.

Per quanto le peregrinazioni di Wolverine, Magneto, il Professor X e il disperato assedio degli ultimi mutanti siano tra le cose migliori di questo capolavoro, è Mistyque la perla di questo film. Interpretata con energia e passione da una bravissima Jennifer Lawrence, è il personaggio che più di tutti affascina e colpisce, per i profondi cambiamenti e il messaggio che la sua metamorfosi trasmette.

Angelo vendicatore nella prima parte, essere che vive nel dolore, nella morte e nella rabbia, riesce a governare le proprie emozioni e riconoscere la strada più giusta da intraprendere in un finale dove Xavier si dimostra ancora una volta un maestro-amico di inestimabile valore.

Da antologia il finale con il risveglio di Logan (sorta di navigatore di un tempo onnisciente e mutevole) in un futuro dove chi era scomparso negli episodi precedenti torna di fronte ai nostri occhi, regalandoci un happy end come non se ne vedevano da tempo.

I MIGLIORI FILM MARVEL: Captain America: The Winter Soldier

Film Marvel: dal peggiore al migliore

È quindi un film politico mascherato da film sui supereroi? Si, per il semplice fatto che da sempre i fumetti Marvel hanno parlato di politica, si sono schierati…

Seguito del bel Captain America: Il primo Vendicatore, questo mix perfetto di azione, thriller, spy story e political movie ha portato il mondo della Marvel ad accarezzare il cinema d’autore.

Un blockbuster simile al cinema d’autore? Sembra un controsenso, ed invece…dopo essere stato risvegliato dal suo letargo polare e aver aiutato gli Avengers a sconfiggere Loki, Steve Rogers(Chris Evans, che bello non vederlo più fare la Torcia) continua a lavorare per lo S.H.I.E.L.D. collaborando con Nick Fury (un magnetico Samuel L. Jackson) e l’enigmatica Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) sotto la supervisione del nuovo Segretario dello S.H.I.E.L.D.: Alexander Pierce (un grande Robert Redford) fautore di un progetto di supersicurezza denominato Insight.

Dopo una strana missione di recupero ostaggi e dati, Fury chiede a Pierce di rimandare temporaneamente il progetto, ma viene attaccato da dei misteriosi mercenari, capitanati da un temibile killer dotato di un braccio meccanico.

Rifugiatosi a casa di Rogers, fa appena a tempo a dare alcune generiche informazioni a Cap, prima che il misterioso assassino lo colpisca con un fucile di precisione. Conscio di trovarsi dentro un nido di vipere, Rogers arriverà a diventare un fuorilegge pur di giungere alla verità dietro l’attacco a Fury, aiutato solo dalla Vedova Nera e dal nuovo amico Falcon (Anthony Mackie) scoprendo che il misterioso assassino soprannominato Winter Soldier altri non è che il redivivo Bucky Barnes (Sebastian Stan) che agisce su ordine di Pierce. L’Hydra non è morta, ma vive da sempre in mezzo a noi…

I rischi di creare un film confuso e noioso era dietro l’angolo, ma la regia dei fratelli Russo (che di lì a poco avrebbero diretto anche lo stupendo Civil War degli Avengers e hanno donato al mondo il commovente Io, Te e Dupree) è esemplare nell’alternare scene di azione maestose e complesse con una vera e propria raffica di colpi di scena che oltre che stupire inquietano.

Il film è una riuscitissima versione cinematografica dei comic-books realizzati dai fumettisti Joe Simon e Jack Kirby, ma unisce in se la componente del mistero e del sospetto, rendendo un chiaro omaggio a capolavori come I Tre Giorni del Condor, The Parallax View, JFK e Il Maratoneta.

Lo fa ricreando il clima di sospetto e mistero caro agli spy-movies della Guerra Fredda, sposando in pieno le teorie complottistiche dei film di Oliver Stone e Pollack, puntando il dito contro la responsabilità storica degli Stati Uniti per aver sempre riciclato i nemici di ieri contro quelli di oggi, senza accorgersi di essere stati infettati dal virus del totalitarismo e del militarismo.

La Germania ha vinto la guerra e manco ce ne siamo accorti. Oltre a questo il film ha al suo interno la componente familiare del fratello ritrovato e poi perduto (come ne Il Maratoneta) inghiottito da un gioco più grande, in un labirinto di specchi a doppia faccia dove ciò che è bianco è in realtà nero, ciò che è nero in realtà è bianco.

È quindi un film politico mascherato da film sui supereroi? Si, per il semplice fatto che da sempre i fumetti Marvel (e quindi i film Marvel da essi derivati) hanno parlato di politica, si sono schierati, ora dalla parte di chi lottava per i diritti civili ora contro quell’imperialismo totalitarista che ai tempi della Guerra portò gli Stati Uniti nel carnaio del Vietnam.

Da sottolineare poi che la CGI non sia così presente come negli altri film Marvel, a favore delle vecchie care scazzottate ed inseguimenti vecchia maniera, quasi Captain America volesse sposare una componente più umana e meno divina, meno fracassona e più antieroica.

È quindi un film che alterna in modo perfetto due linee narrative: quella privata di Rogers, solo e senza riferimenti in un mondo che non riconosce e che rifiuta, e quella mondiale di un mondo che preferisce affidarsi ormai a droni e sistemi depersonalizzati invece che assumersi quelle responsabilità che non per nulla fecero dei ragazzi sbarcati ad Omaha Beach o a Saipan la Generazione Gloriosa.

I MIGLIORI FILM MARVEL: X-Men 2 (X2)

Film Marvel: dal peggiore al migliore

…Non ha un solo, singolo difetto, una sola cosa che non vada, e può essere tranquillamente definito il capolavoro per antonomasia di Bryan Singer.

A rileggere le nostra classifiche dei peggiori e migliori film Marvel e le briciole lasciate sul sentiero più di qualcuno sarà portato a concludere che, tutto sommato, la secondo trilogia abbia largamente superato la prima, dal momento che, ultimo episodio a parte, ha convinto tutti e conta ben due film in questa top 10 dei migliori.

No. La prima è superiore e non solo per il primo, storico episodio, quanto per il secondo episodio: X2:X-Men United è fino ad ora il miglior film che sia mai stato fatto sugli storici mutanti della Marvel. Non ha un solo, singolo difetto, una sola cosa che non vada, e può essere tranquillamente definito il capolavoro per antonomasia di Bryan Singer e del suo storico entourage di sceneggiatori (Zak Penn, David Hayter, Dan Harris e Michael Dougherty), la loro gemma.

Uscito nel 2003 (3 anni dopo il primo episodio) il film ci mostra un Wolverine (si ancora lui il nostro Hugh Jackman) che si aggira senza pace, sia per il buco incredibile nella sua memoria che per l’amore non corrisposto che prova per Jane Grey (un perfetta Famke Janssen, guarda e impara Sophie Turner) legata a Ciclope (James Marsden) il capo boy-scout per eccellenza. Nonostante le sue richieste il Professor Xavier (Patrick Stewart sii laudato nei secoli) si rifiuta di leggergli nella mente, convinto che Logan debba ritrovare ciò che ha perduto poco a poco.

Il Professore del resto ha molto altro di cui preoccuparsi, dal momento che il Presidente è stato da poco oggetto di un attacco da parte di Nightcrawler (un ispiratissimo Alan Cummings) un mutante capace di apparire e scomparire a proprio piacimento, salvandosi per miracolo.

La tensione all’interno del paese cresce e di questo è pronto ad approfittare il Generale William Stryker (il raggelante Brian Cox) anima nera dei Servizi Segreti militari statunitensi, deciso da decenni a risolvere a modo suo il problema dei mutanti: distruggendoli. Xavier assistito da Scott si reca a fare visita al vecchio amico-nemico Magneto (il leggendario attore inglese Ian McKellen) ma entrambi vengono rapiti da Stryker, che fa attaccare anche la scuola del Professore. I pochi scampati alla cattura decidono di passare al contrattacco.

Il film è strutturato su un doppio piano narrativo, quello macro e quello micro.

Da una parte la questione internazionale dei mutanti (della diversità), visti sempre di più come minaccia dagli “normali” e costretti a fare i conti con un nemico che li odia ma che sa come usarne i poteri a proprio vantaggio. Ma è a livello micro che il film arriva a vette altissime.

Ogni personaggio ha il suo percorso, i suoi sentimenti, i suoi obiettivi, le sue opinioni su cosa sia giusto e cosa sbagliato.

A volte questi pianeti si incontrano ma molto spesso si scontrano con esiti che fanno del finale di X-Men2 uno dei più belli e appassionanti che si ricordino. Il tutto porta ad un continuo gioco di tutti contro tutti, dove sono i sentimenti a farla da padrone. Wolverine e il suo amore disperato per una Jane sempre più incontrollabile e in ansia per uno Scott di cui non ha più notizie, e poi tutti gli altri divisi da ciò che provano di fronte alla materializzazione di una vera e propria novella apartheid.

La coppia di terroristi Magneto-Mystique, convinta che solo una specie sopravviverà allo scontro, è pronta a giocare le proprie carte al momento opportuno. Ma è nei cattivi che il film pesca il jolly dal mazzo.

A parte Stryker infatti, sorta di Machiavelli ora inseguito ora fuggito da un Logan che ne intuisce l’importanza nella sua vita, sono Lady Deathstrike (una bellissima Kelly Hu) e Jason Stryker (Michael McKay), figlio rifiutato dal Generale e trasformato in una orrenda arma mentale, ad essere tra le vere sorprese di questo film. Letale e in quasi tutto simile a Logan la prima, silenzioso ma profondamente inquietante il secondo; eppure nessuno di questi due è veramente un cattivo, così come non lo erano prima di loro Nightcrawler, Logan o Scott, quanto due povere vittime nella mani di Stryker.

Il film Marvel non ha praticamente nessun momento pieno di quell’ironia che oggi va tanto di moda, preferendo abbracciare in toto il corpo narrativo di una moderna tragedia ricca di rimandi alla religiosità cristiana. Sopratutto al mito del sacrificio come strumento di salvezza per gli altri.

Il primo è sicuramente la presenza di NightCrawler, sorta di lucifero-apostolo dalla pelle blu capace di trovare nella religione un’ancora di salvezza per perdonare chi lo ha torturato senza pietà per trasformarlo in un’arma. Il concetto della tentazione-peccato come basata sui propri sogni più nascosti di cui il luciferino Jason Stryker è oscuro ambasciatore. Va poi sottolineato il continuo ricollegarsi al tema dell’esodo e della persecuzione ad opera di un super esercito, con tanto di Presidente Ponzio Pilato chiamato in causa. Ma è il sacrificio-mutazione di Jane Grey, che permette a Singer di mettere in scena una moderna crocifissione all’interno del mondo Marvel, creando una delle scene più toccanti del filone.

X-Men 2 ha un cast strepitoso non solo di nome ma anche di fatto, una regia sicura e decisa, che non fa mai annoiare lo spettatore e dei dialoghi mai banali, mai scontati che, uniti alle scene da combattimento, rendono la pellicola avvincente e allo stesso tempo profonda. Il film è uno dei più belli dei primi anni 2000 al di là del genere ed è un vero e proprio inno alle minoranze, ai reietti, ai diversi, ai gay, a chi è escluso in nome della stupidità e del razzismo.

I MIGLIORI FILM MARVEL: Captain America: Civil War

Film Marvel: dal peggiore al migliore

I fratelli Russo spingono fino al limite le possibilità dell’intreccio, incrociando i destini, le scelte e le motivazioni dei personaggi in un continuo gioco di ombre dove manca una verità assoluta…

Ebbene si. Il Prescelto, il migliore, il top è proprio l’ultimo episodio inerente le gesta del Capitano più famoso del mondo dei fumetti.

Figlio delle fatiche congiunte dei fratelli Anthony e Joe Russo (gli stessi di Winter Soldier, continuate così ragazzi) è una cavalcata trionfale, uno scrigno che al suo interno sublima ogni cosa che i film sui supereroi abbia mai avuto al suo interno: l’umorismo, l’azione, la paura, il mistero, le grandi battaglie, le metafore dei nostri tempi, i colpi di scena, il dramma dell’eroe come reietto ed escluso…e chi più ne ha più ne metta.

Ma il film Marvel in questione è una spanna sopra gli altri per il suo essere in tutto e per tutto uno specchio della nostra epoca contorta, fatta di terrorismo radicale, isolamento autoindotto, mancanza di ideali, tecnocrazia ed egoismo.

Seguendo la linea del già citato Winter Soldier, la trama ci guida in un lungo flashback inerente il risveglio di Bucky Barnes ad opera dell’Hydra, nel 1991, che ne guida le azioni mediante il condizionamento mentale. Winter Soldier è mandato a recuperare una valigetta da un’auto in fuga, compito che assolve, uccidendo gli occupanti del veicolo.

Si ritorna poi improvvisamente nei giorni nostri, con gli Avengers impegnati a contrastare l’ex agente dello S.H.I.E.L.D Crossbones (Frank Grillo), il quale sta cercando di rubare un’arma di distruzione di massa in Nigeria. Nonostante Crossbones venga fermato e ucciso, lo scontro finisce con la morte di diversi civili, quasi tutti volontari del potente Stato africano del Wakanda. Gli Avengers sono soggetti ad una pioggia di feroci critiche dalla comunità internazionale e si vedono costretti a dover scegliere: o collaborare con le Nazioni Unite e il nuovo ente per il controllo dei Superumani, o diventare fuorilegge. Il tutto mentre un misterioso nemico si aggira seminando un caos le cui finalità non verranno rivelate fino alla fine.

Il film sublima il dilemma morale classico degli eroi della Marvel: superpoteri con superdoveri.

Ma vi aggiunge le tematiche della scelta tra il male minore ed un male maggiore, della responsabilità, delle morti collaterali, dell’ipocrisia presente in tutti noi, spergiuri di una saggezza che dura fino a quando non risultiamo essere coinvolti personalmente in ciò che ci circonda. I fratelli Russo spingono fino al limite le possibilità dell’intreccio, incrociando i destini, le scelte e le motivazioni dei personaggi in un continuo gioco di ombre dove manca una verità assoluta, un punto di riferimento stabile.

Si perché a ben pensarci l’elemento rivoluzionario di questo Captain America Civil War è la totale mancanza di una componente che era sempre data per scontata: il cattivo.

Nessuno è cattivo,  e nessuno è innocente. A chi guarda al Barone Zemo (uno straordinario Daniel Brùhl) come nemesi, basta ricordare come in fin dei conti la sua azione sia pienamente giustificata dal fatto di aver perso tutta la propria famiglia a causa di Rogers e soci.

Zemo è la vendetta dell’uomo comune, armato di intelligenza e decisione, sugli arroganti semidei impegnati a combattersi senza interessarsi a ciò che li circonda. Zemo non è infatti poi così dissimile da un Punisher, un Batman o DareDevil, insomma da tutti quei personaggi che proprio spinti dalla vendetta a causa di una tragica perdita, imboccano una strada senza ritorno.

Zemo appare quindi più un maledetto che un cattivo, nell’accezione cara allo scrittore spagnolo Fernando Savater: un uomo a cui è stato fatto del male, costringendolo a immergersi nelle tenebre, cercando una vendetta ed un riscatto che esprime tramite una rabbia ceca.

Zemo ha più punti in comune con un Capitano Nemo, una creatura di Frankestein (o un Magneto) che con un Joker o un Doctor Doom. Se la sua comprensibilissima collera fosse diretta contro qualche cattivo a caso nessuno avrebbe nulla da dire, ma è diretta contro Stark, Romanoff e soci, e tutto questo turba, affascina e pone diverse questioni.

Perché se è assodato che nessuno è veramente cattivo in questo film (a parte Crossbones e soci ma durano meno di un amen) è anche vero che nessuno è innocente. Non lo è Zemo che per vendicarsi è disposto ad uccidere innocenti, a distruggere vite estranee al suo dolore (un pò come il Capitano Nemo). Ma, ed è qui la parte geniale del film, non lo sono neppure quegli eroi che abbiamo imparato ad amare nel corso degli anni.

Non lo è Tony Stark (Robert Downey Jr. aggiunge ogni volta qualcosa di nuovo al personaggio), per il suo aver sparso armi per mezzo mondo salvo redimersi solo perché una di esse lo ha quasi ucciso; non è innocente sopratutto per la sua arroganza, il suo voler decidere del destino di tutti, il suo perenne schierarsi dalla parte del potere per puro opportunismo, senza rendersi conto che è un lavorare mano nella mano col diavolo.

Mica male per uno che si autodefinisce un “genio”. Ma non è innocente neppure Rogers, per il quale le vittime collaterali sono quasi una tassa da pagare, qualche cosa che non lo interessa, il che pare un controsenso per quello che viene da molti definito “l’eroe dal cuore puro”.

I personaggi del film Marvel: Visione, Vedova Nera, Falcon, Occhio di Falco, War Machine, Scarlet…tutti loro si pongono al di sopra della legge, al di sopra degli altri, sicuri di avere la verità in tasca, abbagliati dai propri doni, dalla propria sicurezza, ma in fondo innamorati del potere.

Esemplare la scena iniziale in cui Stark parla della perdita dei genitori (che solo nel bellissimo finale scoprirà essere stata opera di un incolpevole Bucky): da lì a poco avrà l’incontro con una madre a cui ha (involontariamente) ucciso il figlio durate la battaglia contro Ultron. Finché non siamo toccati da vicino, personalmente, il dolore degli atri ci è indifferente.

La sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely (quelli della saga di Narnia) è un perfetto mix di battaglie, scazzottate, inseguimenti, ironia (il giusto senza strafare) e colpi di scena talmente azzeccati da far paura.

Oltre alla tematica della vendetta e della perdita dell’innocenza, il film è un tributo all’amicizia virile, resa in modo perfetto da Chris Evans (Cap America) e da un intenso Sebastian Stan (Bucky) che avrebbero fatto la gioia di uno come Sergio Leone.
Fedeli l’uno all’altro, sopravvissuti a loro stessi e ad un epoca meno ambigua, sono disposti a tutto pur di non perdersi ancora, sono il duo veramente vincente di un film in cui per la prima volta i combattimenti non sono semplice coreografia ma metodo espressivo totale e di confronto tra personalità agli antipodi.

Il film Marvel approfondisce i personaggi che fino ad ora erano rimasti in sottofondo (Scarlet e Visione su tutti) introducendo il nuovo Spiderman (Tom Holland) con “zia gnocca” al seguito (Marisa Tomei proprio non pensavamo di trovarcela), così come Pantera Nera (un Chadwick Boseman un pò legnoso se non deve menare le mani).

Il finale è più l’apoteosi di un scontro tra visioni completamente diverse del mondo e della vita. Quella fredda, politica, meccanica e tecnologica di Stark e quella romantica, idealistica e umanitaria di Rogers; se il primo sembra l’uomo del compromesso, della ragione, dell’obiettività (mentre il secondo un Donchisciotte votato alla sconfitta), ecco che proprio in questo finale il film ci stordisce, rovesciando i rapport. Abbiamo uno Stark rabbioso e fuori controllo, incapace di comprendere quanto il Bycky che ha di fronte fosse la vera vittima di tutto quello che lo circonda, combattuto da un Rogers lucido anche se impossibilitato ad essere neutrale. Alla fine si esce da questo Civil War con il desiderio di vedere i futuri sviluppi che verranno proposti da Infinity Wars e Avengers 4.

Cosa ne pensate di questa classifica sui migliori e peggiori film Marvel? Corrisponde con la vostra classifica personale?