10 film che hanno distrutto (o quasi) la carriera dei loro registi
Quando un singolo film può cancellare anni di successi e talenti o resettare la carriera di un regista
Nel mondo del cinema il successo è fragile: bastano un paio di decisioni sbagliate, un progetto troppo ambizioso o un’accoglienza negativa da parte del pubblico per distruggere o resettare anni di carriera. Alcuni film sono passati alla storia non solo come flop clamorosi, ma anche come vere e proprie sentenze per i registi che li hanno firmati. In questa lista esploriamo 10 film che hanno distrutto o compromesso irrimediabilmente le carriere dei loro registi.
1. Freaks (1932) – Tod Browning tra i film che hanno distrutto la carriera dei loro registi

Regista di successo dopo Dracula (1931), Browning osò con un film visionario e disturbante: un circo popolato da veri “fenomeni da baraccone”. L’opera venne accusata di oscenità e molti cinema rifiutarono di proiettarla. Il clamore fu tale che la carriera di Browning si spense poco dopo. Oggi Freaks è rivalutato come capolavoro d’avanguardia, ma all’epoca fu una condanna.
2. L’occhio che uccide (1960) – Michael Powell
Considerato oggi un precursore del cinema psicologico e del thriller moderno, L’occhio che uccide fu stroncato dalla critica britannica: definito immorale e perverso, mise (quasi) fine alla carriera di Powell, che fino ad allora era stato uno dei registi più stimati del Regno Unito e che successivamente riuscì a girare solo altri quattro film di trascurabile interesse. Solo anni dopo, registi come Martin Scorsese ne hanno riconosciuto l’importanza, rendendo ad oggi merito all’importanza di questo capolavoro che anticipa tematiche come il voyeurismo del cinema nel catturare la morte.
3. I cancelli del cielo (1980) – Michael Cimino

Tra i film che hanno distrutto la carriera di un regista questo è uno dei casi più eclatanti e celebri, che sancì anche il fallimento della casa di produzione/distribuzione. Dopo l’Oscar con Il cacciatore, Cimino ottenne carta bianca dalla United Artists. Ma il set si trasformò in un incubo: ritardi, budget fuori controllo e polemiche sugli abusi sugli animali. Al botteghino fu un disastro e la critica lo demolì. I cancelli del cielo non solo compromise la carriera di Cimino, ma decretò la fine della “New Hollywood”, epoca in cui i registi avevano ampio potere creativo.
4. Waterworld (1995) – Kevin Reynolds
Un film che divenne sinonimo di “disastro produttivo”. Con un set galleggiante costruito in mezzo all’oceano, tempeste che distrussero le scenografie e continui scontri con Kevin Costner, il budget esplose fino a oltre 170 milioni di dollari (una cifra enorme per l’epoca). Nonostante incassi discreti, le aspettative non furono raggiunte e Reynolds perse credibilità come regista di blockbuster.
5. Rollerball (2002) – John McTiernan
Autore di cult come Die Hard e Predator, McTiernan firmò questo remake che nessuno chiedeva. Il risultato fu un film caotico, stroncato dalla critica e ignorato dal pubblico. Già invischiato in problemi legali, McTiernan non riuscì più a tornare ai fasti degli anni ’80 e ’90. Rollerball resta il simbolo del suo crollo artistico.
6. Pinocchio (2002) – Roberto Benigni tra i film che hanno distrutto la carriera dei loro registi

Dopo il trionfo mondiale de La vita è bella, Benigni volle dirigere e interpretare un suo personale adattamento di Pinocchio. Ma l’opera fu percepita come eccessiva, con un protagonista poco credibile nei panni di un burattino. Al botteghino non fu il successo sperato e segnò il ridimensionamento delle ambizioni registiche di Benigni, che da allora ha diretto soltanto La tigre e la neve (2005), per poi interrompere la propria carriera di regista.
7. Black Dahlia (2006) – Brian De Palma
Conosciuto per titoli di culto come Carrie – lo sguardo di Satana, Scarface e Blow Out, per non dimenticare il meraviglioso Carlito’s Way, De Palma cercò di adattare il romanzo noir di James Ellroy. Ma Black Dahlia deluse le aspettative: la critica lo definì freddo e confuso, e il pubblico non rispose, pur essendo sostanzialmente un’opera tutt’altro che deprecabile. Per De Palma, già in fase calante, il flop rappresentò un punto di non ritorno.
8. Southland Tales – Così finisce il mondo (2006) – Richard Kelly
Dopo il successo cult di Donnie Darko, Kelly era attesissimo. Ma con Southland Tales presentò un’opera eccessiva, labirintica e di difficile comprensione. Presentato a Cannes, fu fischiato e diventò un flop colossale. La carriera di Kelly non si è mai ripresa, e da allora non ha più diretto film importanti.
9. Jupiter – Il destino dell’universo (2015) – Lana e Lilly Wachowski
Dopo Matrix, le sorelle Wachowski (al tempo ancora fratelli) avevano carta bianca. Ma questo fantasy spaziale risultò confusionario, con dialoghi discutibili e un eccesso di CGI. Nonostante il budget enorme, il pubblico lo rifiutò e la critica lo definì un pasticcio. Per le Wachowski fu un duro colpo, e da allora hanno faticato a riconquistare fiducia nell’industria.
10. Gods of Egypt (2016) – Alex Proyas tra i film che hanno distrutto la carriera dei loro registi

Autore visionario di Il corvo e Dark City, Proyas cadde rovinosamente con questo film. Effetti speciali scadenti, casting discutibile e trama banale furono devastanti. Al botteghino fu un disastro e Proyas non ha più ricevuto offerte per grandi produzioni, ritirandosi quasi del tutto.
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