7 film ambientati nel deserto
7 titoli in cui il deserto ha un significato che va oltre il valore scenografico.
Nel cinema, il deserto è più di un semplice sfondo. È uno spazio esistenziale, un luogo di prova, trasformazione e contemplazione. Dai paesaggi epici del Sahara alle distese post-apocalittiche, i film ambientati nel deserto raccontano spesso storie di solitudine, follia, spiritualità e sopravvivenza. In questa selezione di sette titoli, esploriamo il significato e l’immaginario che il deserto porta con sé, con un mix di classici, visioni d’autore e sorprese meno note. Riscopriamo 7 titoli che da queste premesse hanno costruito la loro grandezza.
1. Lawrence d’Arabia (1962), di David Lean

Un capolavoro intramontabile e punto di riferimento assoluto per qualsiasi film ambientato nel deserto. Con la sua durata monumentale e l’iconica interpretazione di Peter O’Toole, Lawrence d’Arabia è la biografia epica del tenente britannico T.E. Lawrence, che durante la Prima Guerra Mondiale diventa una figura chiave nella rivolta araba contro l’Impero Ottomano. Ma il film va ben oltre la cronaca storica: il deserto è il vero co-protagonista, spazio fisico e mentale in cui Lawrence si perde e si reinventa. La fotografia di Freddie Young cattura la maestosità e l’alienazione delle distese sabbiose in CinemaScope, trasformando il paesaggio in un organismo vivo e pulsante.
2. Gerry (2002), di Gus Van Sant
Una scommessa radicale sul minimalismo cinematografico. Due amici, entrambi chiamati Gerry (Matt Damon e Casey Affleck), si perdono in un paesaggio desertico non meglio identificato. Non c’è colonna sonora, quasi nessun dialogo, e la trama si riassume in pochi punti: camminano, si perdono, si disidratano, soccombono. Ma Gerry non cerca il realismo della sopravvivenza, bensì la trance. I lunghi piani sequenza e le inquadrature fisse evocano una sensazione quasi mistica, influenzata dalla poetica di Bela Tarr. Il deserto qui è puro vuoto metafisico, dove l’uomo si misura con il nulla.
3. Il tè nel deserto (1990), di Bernardo Bertolucci

Tratto dal romanzo di Paul Bowles, Il tè nel deserto, il film di Bertolucci è una discesa lenta e ipnotica nella disintegrazione interiore. Protagonisti sono una coppia americana (interpretata da Debra Winger e John Malkovich) che viaggia attraverso il Nord Africa cercando di salvare un matrimonio in crisi. Ma ciò che incontrano è un paesaggio vasto e indifferente, dove ogni coordinata identitaria si dissolve. Lontano dalla linearità narrativa, il film predilige una struttura onirica e sensoriale, sostenuta dalla colonna sonora eterea di Ryuichi Sakamoto. Il deserto in The Sheltering Sky è una metafora di disorientamento culturale e psicologico, ma anche un luogo dove la spiritualità e la morte si sfiorano.
4. Mad Max: Fury Road (2015), di George Miller
Pochi film recenti hanno saputo sfruttare il deserto in modo così esplosivo. Fury Road è un’orgia visiva di sabbia, metallo e fuoco, dove il deserto non è solo ambientazione ma carburante per l’estetica apocalittica del film. Max (Tom Hardy) e Furiosa (Charlize Theron) sfrecciano attraverso le dune nel tentativo di sfuggire al dominio del tiranno Immortan Joe. Il deserto qui è uno spazio di corsa e resistenza, brutalmente fisico ma anche spirituale: la ricerca della “Terra Verde” è un miraggio che trascende la sopravvivenza. George Miller unisce coreografie d’azione perfette a una narrazione asciutta e mitologica.
5. Theeb (2014), di Naji Abu Nowar

Una gemma del cinema giordano, ambientata durante la Prima Guerra Mondiale nelle selvagge lande desertiche dell’Hijaz. Il protagonista è Theeb, un ragazzino beduino che segue segretamente il fratello in una pericolosa missione attraverso il deserto. Quello che inizia come un coming-of-age avventuroso si trasforma in una storia di sopravvivenza cruda e intimista. Theeb è girato con un realismo straordinario, sostenuto da attori non professionisti e da una regia che osserva con rispetto la cultura beduina. Il deserto diventa teatro di una formazione brutale, dove ogni passo può essere l’ultimo.
6. The Kingdom (2007), di Peter Berg
Un thriller ambientato in Medio Oriente, che vede un gruppo di agenti dell’FBI indagare su un attentato terroristico a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita. Il deserto qui diventa una location che enfatizza il contrasto tra la modernità della città e la vastità di un territorio che sembra non avere fine. Il film è un mix di azione e dramma, con un tono crudo e realistico, e il deserto funge da sfondo minaccioso per la violenza e il caos che si scatena intorno ai protagonisti. Il paesaggio desertico amplifica la sensazione di impotenza e pericolo imminente.
7. Dune (2021), di Denis Villeneuve

Il romanzo di Frank Herbert è il caposaldo della narrativa fantascientifica “desertica”, e Villeneuve lo adatta con un rigore visivo quasi religioso. Il pianeta Arrakis è un deserto planetario infestato da vermi giganti e conteso per la spezia, ma è anche una metafora stratificata di risorse naturali, colonialismo e destino. Paul Atreides (Timothée Chalamet) affronta il deserto come prova iniziatica, sia spirituale che politica. La fotografia di Greig Fraser valorizza le dune in modo epico ma anche astratto, e la colonna sonora di Hans Zimmer vibra come un lamento del vento. Dune è una visione monumentale, dove il deserto è casa, trappola e salvezza.