Fast & Furious, la fine di un’era: il capitolo 11 è ancora possibile?
Lo storico franchise è in crisi e tutti si chiedono se ci sarà mai un capitolo 11
È ufficialmente la fine di un’era per Fast & Furious. Dopo oltre vent’anni di inseguimenti, esplosioni e corse impossibili, sembra che il motore del franchise Fast & Furious stia davvero per spegnersi. Quella che era iniziata nel 2001 come una piccola storia di corse clandestine ispirata a Point Break è diventata, nel tempo, un colosso mondiale dell’intrattenimento d’azione — un universo fatto di fratellanza, velocità e una dose sempre più generosa di assurdità cinematografiche. Con Vin Diesel nei panni di Dominic Toretto, la saga ha macinato miliardi di dollari per la Universal Pictures, trasformandosi in uno dei marchi più redditizi e riconoscibili di Hollywood. Ma ogni corsa, per quanto lunga, arriva prima o poi al traguardo.
Un lento declino

La morte di Paul Walker nel 2013 ha segnato un punto di non ritorno per la saga. Il suo personaggio, Brian O’Conner, era l’anima complementare di Dom Toretto — l’amico, il fratello, l’altra metà del volante. Invece di ucciderlo sullo schermo, gli autori decisero di “ritirarlo”, lasciandolo vivere una vita tranquilla con la famiglia. Fu una scelta rispettosa, ma anche l’inizio di un lento declino. Dopo Fast & Furious 7, che salutò Walker con una delle scene più emozionanti della storia recente del cinema d’azione, il franchise sembrò faticare a trovare una nuova direzione.
Fast & Furious X doveva essere l’inizio della fine

Quando Fast X arrivò nel 2023, doveva aprire la strada a un finale in due parti — poi, a detta di Vin Diesel, la Universal avrebbe persino pensato di trasformarlo in una trilogia conclusiva. I piani, però, si sono arenati. Le tensioni sul budget (quasi 380 milioni di dollari, uno dei più alti nella storia dello studio), i ritardi produttivi e l’uscita del regista Justin Lin a riprese iniziate hanno pesato sull’intero progetto. Nonostante un incasso rispettabile, il film non ha raggiunto le aspettative economiche, e la Universal sembra ora riluttante a finanziare un Fast 11 da 250 milioni di dollari. Il risultato? Nessuna sceneggiatura approvata, nessuna data d’inizio riprese, e il sogno di un ultimo capitolo che — almeno per ora — resta nel limbo.
Un finale aperto… che potrebbe restare tale

Eppure, se ci si pensa bene, Fast X potrebbe rappresentare una chiusura perfetta — tragica, ambigua, ma coerente. Il film termina con Dom e suo figlio intrappolati ai piedi di una diga in procinto di esplodere, mentre l’aereo dei compagni viene abbattuto. Un finale sospeso tra la vita e la morte, che lascia lo spettatore con il fiato corto e mille domande. Certo, la saga ci ha abituato a resurrezioni improbabili (basti pensare al ritorno di Gisele, interpretata da Gal Gadot, dopo anni di “morte certa”). Ma questa volta, forse, sarebbe più elegante fermarsi. Un epilogo alla Thelma & Louise, dove Dom e la sua “famiglia” trovano la pace — non nella sopravvivenza, ma nell’accettazione del proprio destino — potrebbe chiudere il cerchio in modo potente, umano e sorprendentemente poetico per una saga nata dalle corse clandestine.
Certo, è probabile che il pubblico ottenga, prima o poi, una vera conclusione per la saga di Fast & Furious. Anche se Fast 11, almeno nella sua forma attuale, dovesse rimanere in stallo, il franchise è troppo redditizio e narrativamente aperto per essere messo del tutto in garage. In fondo, la saga potrebbe trovare nuovi modi per raccontarsi: fumetti, romanzi o progetti collaterali capaci di tirare i fili lasciati in sospeso. Ma la verità è che nessuno, nemmeno la Universal, riesce davvero a immaginare un addio definitivo a Dominic Toretto.
Forse, semplicemente, serve una pausa. Fast X ha registrato il più basso incasso della saga dal 2011, segno che anche il pubblico ha bisogno di staccare un po’ la spina. Tornare tra dieci anni, con una nuova storia di Dom — magari più intima, più matura, o raccontata in flashback — potrebbe essere l’opzione più saggia. Dopotutto, Fast & Furious corre ormai da ventiquattro anni. E se è vero che ogni corsa ha bisogno di un pit stop, allora forse è solo questione di tempo prima che Toretto torni a stringere il volante e ripartire per un ultimo, leggendario giro.