Era mio padre: il film con Tom Hanks è ispirato a una storia vera?

Mettiamo a confronto la trama di Era mio padre e le vicende realmente accadute.

La verità dietro alla storia di Era mio padre

Ambientato durante la Grande Depressione, il film Era mio padre segue Michael Sullivan (Tom Hanks), marito e papà amorevole al servizio del boss della malavita irlandese John Rooney (Paul Newman). Nel 1931, il figlio dodicenne di Sullivan, Michael Jr. (Tyler Hoechlin), assiste fortuitamente a un omicidio e ciò lo rende un obiettivo primario per il rampollo della famiglia Rooney, Connor (Daniel Craig). La pellicola ha ricevuto sei nomination agli Oscar, aggiudicandosi quello per la migliore fotografia. Diretto da Sam Mendes, le vicende raccontate su schermo traggono spunto da una storia vera?

sam mendes

Senza tenervi sulle spine, vi diciamo subito che no, Era mio padre non è tratto da una storia vera, ma costituisce un adattamento della graphic novel Road to Perdition (titolo originale pure del lungometraggio) di Max Allan Collins e Richard Piers Rayner, pubblicato nel 1998.

Tuttavia, certi personaggi di Era mio padre si ispirano a figure davvero esistite. La personalità di John Rooney trae sputo dal gangster di Chicago John Looney. Quest’ultimo era noto per dirigere il quotidiano Rock Island News nella città dell’Illinois, utilizzato a mo’ di copertura delle attività illegali. Scontò 8 anni in carcere per l’omicidio di John Gabel nel 1922 e morì nel 1942.

Quanto al figlio Connor, il punto di riferimento è proprio il Connor “originale”, figlio di Looney. I lati caratteriali del padre vengono traslati sul ragazzo, dipinto come subdolo e inaffidabile. Michael Sullivan Sr. attinge da Dan Drost, ex braccio destro di Looney aggregatosi a bande concorrenti dopo l’assassinio di Gabel. Nella pellicola Stanley Tucci interpreta il gangster Frank Nitti, ovvero colui che è succeduto ad Al Capone.

In Era mio padre l’attività giornalistica di Looney confluisce in Maguire, un fotografo diventato sicario che conserva le immagini delle sue vittime.
La trama di Era mio padre ribalta il vero svolgersi degli eventi. Nel 1922, Drost si alleò con altri gangster per eliminare Looney e suo figlio di 21 anni, Connor, ma riuscì solo a uccidere il secondo. L’anziano Looney fuggì nel New Mexico, dove venne stato arrestato prima di essere condannato per diversi crimini a Rock Island.

Nell’adattamento di Mendes, è, invece, Connor a organizzare un colpo a danno della famiglia di Michael Sullivan Sr., che si conclude con la morte della moglie e del figlio. Da lì, la narrazione affronta numerosi temi dell’era del proibizionismo e della depressione in America, che si tratti dei legami tra padri e figli o delle crude realtà per sopravvivere nel mondo della criminalità organizzata.

Michael Sullivan Sr. spera di lavorare per Capone, la cui influenza si fa sentire anche se non appare mai. Nel 1931, Capone sarebbe effettivamente appena andato in prigione, motivo per cui Nitti è così prominente come il volto della gang. Sfortunatamente per Michael, Nitti ha stretto un accordo con i Rooney; un capovolgimento narrativo rispetto alle alleanze di Drost con i gangster nella vita vera, per uccidere sia John che Connor Looney.

Una scena di Era mio padre

Il personaggio di Maguire non solo sopravvive a una sparatoria, ma riesce a rintracciare il responsabile. È qui che Mendes porta la storia al punto di partenza, dal momento che Maguire può essere visto come il Looney che cerca vendetta su Drost. Per scopi drammatici, tuttavia, è Tom Hanks a ricevere tutta la gloria nei panni di Michael Sullivan Sr., insieme al suo giovane co-protagonista, Hoechlin.

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