5 donne del cinema di Alfred Hitchcock divenute delle vere icone
5 attrici del cinema di Hitchcock che hanno fatto la storia del cinema, diventando icone memorabili.
La figura della donna ha rappresentato per Alfred Hitchcock una bizzarra ossessione. Come ben sappiamo, il regista inglese non ha mai avuto un buon rapporto con la figura dell’attore, considerati da lui come “strumenti” da dirigere a debita distanza, mostrando una totale fiducia nel suo controllo sull’interpretazione. La difficoltà nelle relazioni con gli attori emerge soprattutto nel rapporto conflittuale con le sue “muse”, spesso vittime di un perfezionismo quasi agli estremi. Nonostante le numerose critiche, controversie e discussioni accese da questo argomento, Hitchcock è un regista che riesce a mettere in risalto le capacità attoriali e i personaggi come pochi nella storia. Le protagoniste — rigorosamente bionde, scelte per il loro grande fascino, l’eleganza e l’apparente distacco — rappresentano per Hitchcock dei veri e propri pilastri della narrazione: la donna non è più relegata ad un ruolo secondario, divenendo eroina e parte integrante della suspense.
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Celebriamo quindi con questa lista, 5 grandi donne protagoniste del cinema hitchcockiano, divenute vere e proprie icone.
1. Ingrid Bergman – Dalla Svezia ad Hollywood

La collaborazione tra Hitchcock e Bergman ha contribuito alla popolarità di entrambi: i film Io ti salverò (1945) e Notorious – L’amante perduta (1946) sono due delle pellicole hitchcockiane più rilevanti della sua carriera, dei veri e propri punti di svolta a livello tecnico e narrativo. Notorious in particolare, è passato alla storia come uno dei migliori film di spionaggio mai realizzati. Ingrid Bergman è una delle pochissime interpreti che riuscì a dimostrare la propria versatilità nei ruoli, scelta sia dai registi europei che oltreoceano. La sua carriera, nata in Svezia in giovanissima età, esplode repentinamente quando il produttore David O. Selznick le offre un contratto, ritenendola una possibile erede di Greta Garbo. Notorious fu il momento decisivo della carriera della Bergman, che consacrò il passaggio dai ruoli di “bella e brava ragazza” a quelli di donna eroina protagonista.
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2. Grace Kelly – L’eroina per eccellenza

L’ossessione di Hitchcock per la musa Grace Kelly è divenuta ben nota nel corso del tempo. Si contano tre collaborazioni in soli due anni con i film Il delitto perfetto (1954), La finestra sul cortile (1954) e Caccia al ladro (1955). Grace Kelly incarnava alla perfezione l’ideale femminile del regista, basato sul portamento, la bellezza e la sensualità, la quale gioca un ruolo importante nel fattore suspense: una protagonista misteriosa e ricca di sorprese, proprio come i suoi film. Il personaggio di Lisa Freemont in La finestra sul cortile non è più soltanto la fidanzata del protagonista, amante della moda e dell’alta società, ma nel corso della storia dimostrerà le sue grandi capacità di adattarsi ad ogni situazione, divenendo una vera e propria eroina.
3. Kim Novak – La donna che visse due volte

La protagonista indiscussa della pellicola La donna che visse due volte (1958), unica collaborazione cinematografica con il regista, passato alla storia come uno dei suoi migliori film, grazie alla sua capacità di suscitare negli spettatori una forte tensione e confusione. Kim Novak stessa spiegò in una famosa intervista di aver chiesto lei stessa delucidazioni sulla trama del film, ricevendo da Hitchcock soltanto una vaga risposta. Quintessenza della femme fatale hitchcockiana, il personaggio di Madeleine Elster resta senz’altro uno dei più misteriosi della filmografia hitchcockiana, una presenza ambigua che domina l’intero film. La parte fu originariamente affidata all’attrice Vera Miles, che dopo vari rinvii dell’inizio delle riprese rimase incinta, dovendo rinunciare al ruolo. Ad oggi tuttavia, nessuno potrebbe mai immaginare una Madeleine diversa da quella di Kim Novak con la sua fredda enigmaticità.
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4. Janet Leigh – L’icona hitchcockiana

La pellicola Psyco del 1960 è quella che ha consacrato Alfred Hitchcock nell’olimpo dei maestri del cinema thriller, inserito al quattordicesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi dell’American Film Institute. Nessuno tra il pubblico avrebbe mai immaginato una morte della protagonista così prematura nel corso della storia. La scena dell’omicidio nella doccia è infatti ricordata come una delle più memorabili nella storia del cinema, per la sua intensità e il suo complesso montaggio, contribuendo persino alla nascita di un documentario dal titolo 78/52 (2017). Tuttavia, senza la presenza dell’attrice Janet Leigh nel ruolo di Marion Crane, il film non sarebbe mai stato lo stesso, regalandole il Golden Globe come migliore attrice non protagonista e la candidatura ad un Premio Oscar. Dopo il capolavoro hitchcockiano e unica collaborazione con il regista, l’attrice recitò in molti altri film tra cui Halloween – 20 anni dopo (1998), accanto alla figlia Jamie Le Curtis.
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5. Tippi Hedren – Un rapporto controverso

Hitchcock, all’apice della sua carriera, scelse Tippi Hedren, un’allora sconosciuta modella, per il ruolo di protagonista in uno dei suoi film di punta, Gli uccelli del 1963. Tuttavia, la relazione tra i due si rivelò presto complessa e controversa: da un lato, Hitchcock si impegnò a rendere la Hedren una vera e propria attrice, dall’altro egli divenne ossessionato da lei, portando a un rapporto di dipendenza e controllo, sia durante le riprese che dopo. La sua perfetta interpretazione in Gli uccelli le valse anche il successivo ruolo da protagonista della donna cleptomane Marnie Edgar nel film Marnie (1964). La seconda collaborazione si fece sempre più difficile, soprattutto per le pesanti attenzioni del regista estese non solo al lavoro, ma anche alla vita privata dell’attrice. Solo negli anni Ottanta, dopo la morte del regista, l’attrice confessò delle umiliazioni subite sul set.
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