Chi è lo sceneggiatore: 5 cose da sapere

Scopri chi è davvero lo sceneggiatore, il ruolo che svolge nel cinema e nella TV, e perché è il cuore nascosto di ogni storia di successo.

Quando guardiamo un film o una serie TV, siamo catturati da immagini, attori e dialoghi memorabili. Ma dietro ogni scena c’è una figura invisibile e fondamentale: lo sceneggiatore. Senza di lui, la storia semplicemente non esisterebbe. Questo professionista è il primo tassello della catena produttiva, colui che mette nero su bianco l’universo narrativo che poi prenderà vita sullo schermo. Ecco 5 cose essenziali da sapere per capire chi è lo sceneggiatore.

1. Lo sceneggiatore è l’architetto della storia

Lo sceneggiatore costruisce la struttura narrativa, definendo trama, ambientazione, personaggi e dialoghi. Come un architetto, progetta un “edificio narrativo” che dovrà reggere dall’inizio alla fine. La sceneggiatura non è solo il “copione” che gli attori recitano: è una sorta di mappa precisa con indicazioni di scena, tono e ritmo. Talvolta lo non parte da zero: in molti casi lavora a partire da un’idea fornita da un’altra figura professionale, il soggettista. Si tratta di colui che sviluppa il soggetto, cioè la “scintilla” del racconto: un testo breve, a volte solo una o due pagine, che riassume l’essenza della storia e ne delinea i punti cardine. Lo sceneggiatore prende quel nucleo narrativo e lo amplia, lo struttura in atti, scene e sequenze, trasformandolo in una sceneggiatura completa, pronta per la produzione.

2. Lavora in fasi e con tecniche specifiche

Il processo di scrittura si articola spesso in più passaggi:

  • Soggetto: idea di base in poche righe o pagine, qualora sia esso stesso il soggettista.
  • Scaletta: elenco ordinato delle scene.
  • Trattamento: sviluppo dettagliato della storia.
  • Sceneggiatura definitiva: testo completo con dialoghi, azioni e indicazioni tecniche.

Molti sceneggiatori usano schede, lavagne o software dedicati (come Final Draft o Celtx) per organizzare la narrazione in atti e sequenze.

3. Fare sceneggiatura in gruppo

Contrariamente al mito dell’ “autore solitario”, spesso lo sceneggiatore fa parte di un team. Nel cinema americano, ad esempio, può esserci una writers’ room (stanza degli sceneggiatori) in cui più autori collaborano. Questo accade soprattutto nelle serie TV, dove è fondamentale mantenere coerenza narrativa tra gli episodi. Ma, in molti casi, nel cinema alla sceneggiatura collaborano più autori, talvolta in concomitanza col regista stesso dell’opera.

4.La sceneggiatura come linguaggio filmico

Stellan Skarsgård - Cinematographe.it

Essere uno sceneggiatore non significa semplicemente “scrivere bene” o rispettare semplicemente i passaggi schematici della stesura di un copione: è necessario conoscere il linguaggio filmico per trasformare parole in immagini e ritmo cinematografico. Uno sceneggiatore deve saper pensare in termini di inquadrature, tempi narrativi e dinamiche visive: un dialogo può essere potente sulla carta, ma inefficace sullo schermo se non è supportato da una scena ben costruita. Per questo, spesso chi scrive per il cinema conosce le basi della regia, del montaggio e, talvolta, persino della fotografia. Inoltre, deve saper adattare la storia a vincoli produttivi. Se una sceneggiatura prevede dieci location diverse, ma il budget ne permette solo cinque, lo sceneggiatore deve trovare soluzioni creative. Ad esempio, in Dogville di Lars von Trier l’ambientazione minimalista non è solo una scelta artistica, ma anche un modo per gestire risorse limitate.

5. Chi è lo sceneggiatore: tra il mestiere e l’autorialità

Nel mondo della sceneggiatura (ma nel mondo del cinema e della Tv in generale) esistono due approcci opposti, che a volte si mescolano nella stessa carriera: quello del mestierante e quello dell’artista.

Il mestierante è lo sceneggiatore che lavora principalmente su commissione, adattando il proprio stile alle richieste del produttore, del genere e del target di pubblico. È un professionista solido, capace di rispettare scadenze e standard narrativi. Pensiamo a figure come David Koepp, autore di blockbuster come Jurassic Park o Mission: Impossible, che ha scritto generi diversi con grande efficienza, o a Chris Morgan, specializzato in capitoli della saga Fast & Furious. La loro firma è meno riconoscibile o sostanzialmente meno complessa e stratificata, ma il loro mestiere garantisce storie, tutto sommato, solide e funzionanti sul mercato.

L’artista, o quello che più comunemente definiremmo “autore”, invece, imprime un segno personale in ogni opera, diventando quasi sinonimo di uno stile narrativo. Sceneggiatori come Charlie Kaufman (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, Il ladro di orchidee) o Paul Schrader (Taxi Driver, ) creano mondi e personaggi così peculiari da rendere riconoscibile la loro mano a chiunque.

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