Cassandro: la storia vera del wrestler gay interpretato da Gael García Bernal nel film Prime Video

Un racconto davvero intenso quello che vede come protagonista Saúl Armendáriz, un giovane di El Paso grande amante del wrestling.

Cassandro è il recente lungometraggio diretto da Roger Ross Williams (God Loves Uganda, The Apollo) con la sceneggiatura dello stesso Williams insieme a David Teague (Cutie and the Boxer, Brooke Shields: Pretty Baby). Stiamo parlando di un film assolutamente da non sottovalutare perché mette in evidenza una storia molto toccante e intensa proveniente dal mondo del wrestling, nonostante non sia molto famosa (perlomeno nel nostro paese).

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Cassandro - Cinematographe

Ci stiamo infatti riferendo alla storia di Cassandro (pseudonimo di Saúl Armendáriz) un giovane wrestler messicano apertamente gay che rivoluzionò questo sport, dichiaratamente machista, rompendo gli stereotipi e andando oltre. Andiamo quindi a vedere, passo dopo passo, la vera storia di Armendáriz, ricordandovi contemporaneamente che la realizzazione, prodotta in particolare da Escape Artists e Panorama Global, è arrivata direttamente su Prime Video dal 22 settembre 2023.

Cassandro: la scalata nel mondo del wrestling

Cassandro - Cinematographe

Saúl Armendáriz nasce nel 1970 a El Paso, in Texas, appena oltre il confine di Juárez, città della sua famiglia. Come mostrato anche all’interno dell’opera, il giovane viene cresciuto dalla madre Yocasta (nella pellicola interpretata da Perla De La Rosa), mentre il padre è completamente assente occupandosi di un’altra famiglia. A 15 anni, scatta già in Saúl una passione ardente per la Lucha libre (un particolare stile di wrestling sviluppatosi in Messico) e, sempre a questa età, fa coming out, dichiarandosi gay. Comincia poi la sua carriera, dapprima con il nome di Mister Romano, indossando una maschera da gladiatore che gli copre il volto. Su consiglio di un carissimo amico, però, il giovane decise di abbandonare le vesti gladiatorie per provare un nuovo look, da exótico. Con questo nome si intendono wrestler maschili che indossano sul ring abiti femminili.

Armendáriz già ruppe una tradizione importante: proponendosi con il nome di Rosa Salvaje, iniziò i vari combattimenti senza maschera, non volendosi nascondere per nulla e quindi di fatto facendo coming out anche in questo contesto, se non fosse che tutti gli altri atleti sapevano perfettamente che era omosessuale. Successivamente, in particolare nel 1988, dapprima scelse il suo nome definitivo, ovvero Cassandro e l’anno successivo si unì all’organizzazione messicana di wrestling Lucha Libre Internacional. Nel 1992 portò a casa il titolo gareggiando nella Universal Wrestling Association per quanto riguarda i pesi leggeri, diventando il primo exótico a raggiungere tale risultato.

Cassandro: cos’è la Lucha libre?

Cassandro - Cinematographe

Dopo che l’UWA fu chiusa in maniera definitiva nel 1995, Cassandro lottò in modo indipendente per un decennio prima di tornare al mainstream lucha libre nel 2005. Ha continuato poi a combattere fino al 2010. Detto questo, è importante, però, fare un passo indietro e spiegare più nel dettaglio cos’è la Lucha libre. Tradotto in inglese come “wrestling freestyle”, tale disciplina è uno stile messicano molto teatrale, compresi costumi decisamente molto appariscenti e anche innumerevoli acrobazie aeree. Come anche il wrestling, anche la Lucha libre è una finzione e spesso mostra combattimenti dove si scontrano il bene contro il male. I luchador, ad ogni modo, incarnano ruoli particolari e spesso sono mascherati per celare la loro identità: anzi, solitamente, chi perde nella Lucha libre è costretto a togliersi la maschera come punizione.

Ecco quindi come mai la scelta di Cassandro è stata così tanto radicale e straordinaria perché fino a quel momento era difficile vedere un luchador togliersi la maschera con questa fierezza. Detto questo, è anche importante sottolineare che anche lo stesso ruolo di exótico è stato ribaltato da Armendáriz. Si prevedeva, solitamente, che gli exótico perdessero con avversari molto mascolini, mentre l’atleta messicano ha dimostrato, con la sua grande preparazione e atleticità, di saper ribaltare tutto questo sistema. Ecco che, per concludere, si può dire che Saúl abbia ridato dignità ai gay nel mondo della Lucha Libre codificando un nuovo linguaggio, più attuale e contemporaneo, ribaltando le carte in gioco.

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