Brick: la spiegazione del finale del thriller psicologico Netflix
Il finale di Brick, il nuovo thriller psicologico di Netflix, presenta un finale che presenta alcune domande irrisolte: ecco la spiegazione!
Disponibile su Netflix dal 10 giugno 2025, Brick è un thriller psicologico con elementi paranormali e di stampo sci-fi diretto dal regista bavarese Philip Koch e con Matthias Schweighöfer (Army of the Dead) e Ruby O. Fee (Army of Thieves).
Cosa succede in Brick?

Brick ha come protagonisti lo sviluppatore di videogiochi Tim e l’architetta Olivia. Da tempo innamorati, i due sono in crisi da quando la giovane ha perso il bambino che aveva in grembo. Se lui ha cercato e trovato conforto nel suo lavoro, la donna è totalmente esasperata nel tentativo di ricostruire il loro rapporto ormai deteriorato. Davanti all’ennesimo rifiuto da parte di Tim, Olivia decide di porre fine alla loro relazione. Una volta preparate le sue valigie, la giovane è pronta ad uscire per sempre dalla vita del suo ex e dall’appartamento in cui per tanto tempo hanno vissuto insieme, ma sfortunatamente per lei qualcosa di inspiegabile è accaduto durante la notte. L’intero edificio è stato circondato da un muro di mattoni alto più di dieci metri. Un’enorme barriera misteriosa, mai vista prima, che ha sigillato l’intero edificio, isolandolo dal resto del mondo. In preda al panico e con poche risorse, i due iniziano a interagire con gli altri inquilini, persone fino ad allora praticamente sconosciute.

Una delle prime domande che i protagonisti di Brick si pongono è “Cos’è questo enorme muro? E come si è formato?“. Bene, l’enorme barriera che circonda la palazzina non è altro che una nanotecnologia creata dalla Epsilon Nanodefense, un’azienda tecnologica che si occupa di difesa nazionale, come sistema di difesa contro qualsiasi forma di attacco atomico, biologico e chimico. Nel corso del racconto, gli inquilini del palazzo così come gli spettatori scoprono che il mastodontico muro si è creato a causa di un incendio (non è chiaro se intenzionale o meno) scoppiato nella sede dell’azienda la sera prima. Le fiamme a loro volta hanno dato vita ad un malfunzionamento dei server del progetto sperimentale, provocando il sigillo di ogni singolo edificio di Amburgo.
Brick: la spiegazione del finale del thriller psicologico

Tra gli inquilini dell’edificio in cui vivono Tim e Olivia, c’è Anton, un teorico della cospirazione nonché dipendente della Epsilon Nanodefense. L’uomo è contrario all’idea di abbattere il muro e di trovare una via di fuga, perché è assolutamente convinto che all’esterno c’è qualcosa in atto di assolutamente catastrofico. Spinto dalla sua credenza, Anton è pronto a togliere la vita a chiunque provi a distruggere il muro, tant’è che prima toglie la vita a Yuri e poi a Lea. I restanti inquilini, tra cui Tim e Olivia, decidono così di escogitare un piano per mettere fuori gioco Anton, l’unica persona capace di dissolvere il muro.

Dopo essere riusciti a legare Anton, i protagonisti di Brick – grazie ai filmati delle telecamere nascoste dal proprietario del palazzo all’interno dei rilevatori di fumo – vengono a conoscenza del codice di luce che, attraverso l’app programmata da Anton, fa svanire il mastodontico muro. Tornata alla libertà, la coppia si rende subito conto che tutta la città è stata sigillata. Con la possibilità di provare ad invertire il processo per tutti gli edifici di Amburgo, Tim e Olivia decidono di comune accordo di attuare una decisione sorprendente: salire sul loro furgone camperizzato per lasciarsi alle spalle non solo la città ma anche il loro passato per darsi una nuova opportunità e non sprecare ulteriore tempo per ricucire il loro rapporto.