Bob Odenkirk: 7 film dell’attore da vedere assolutamente
7 titoli per raccontare altri volti di Saul Goodman.
Bob Odenkirk è una figura unica nel panorama del cinema e della televisione contemporanei. La sua carriera si sviluppa in modo non convenzionale, attraversando diversi generi e ruoli, ma mantenendo sempre una qualità e una personalità ben definite. Nato come comico, sceneggiatore e autore di sketch, Odenkirk ha saputo trasformare la sua esperienza nel mondo della comicità in un talento poliedrico che gli consente di esplorare ruoli sempre nuovi e di sorprendere il pubblico. La sua abilità sta nella capacità di muoversi tra comicità e dramma con estrema naturalezza, dando vita a personaggi che riescono a essere allo stesso tempo ironici, profondi, fragili e complessi. Spesso ricordato per il suo iconico ruolo di Saul Goodman nell’universo di Breaking Bad e Better Call Saul, Odenkirk non si è limitato a questa sola immagine. Ha costruito una filmografia ricca e variegata, scegliendo progetti che riflettono la sua curiosità artistica e la sua volontà di sperimentare, nonché la sua crescita personale come attore e autore. Accanto alla recitazione, ha anche esplorato la scrittura e la regia, mostrando una visione creativa completa, che va oltre la semplice interpretazione. La selezione di film che segue rappresenta un percorso ideale per comprendere a fondo la sua evoluzione artistica e il suo contributo al cinema moderno. Ogni titolo è una tappa diversa del suo cammino: dal comico surreale, al regista indipendente, all’attore drammatico capace di sfidare le aspettative, fino al protagonista d’azione che sa unire fisicità e introspezione.
1. Io sono nessuno (2021), regia di Ilya Naishuller

Con Io sono nessuno arriva una svolta importante e inaspettata nella carriera di Bob Odenkirk. Il film lo presenta come protagonista di un thriller d’azione in cui deve incarnare un personaggio fisicamente impegnativo, capace di scene di combattimento intense e coreografate, ma anche psicologicamente complesso. La sua interpretazione riesce a bilanciare la violenza e la durezza del ruolo con una vulnerabilità e una profondità emotiva raramente viste in questo tipo di film. Odenkirk dimostra di poter essere un eroe d’azione credibile, senza perdere la capacità di comunicare emozioni autentiche, trasformando il classico cliché dell’uomo comune che nasconde un passato oscuro in qualcosa di originale e convincente. Io sono nessuno segna quindi un’ulteriore tappa nell’evoluzione artistica di Odenkirk, confermando la sua versatilità e la sua voglia di mettersi alla prova, spingendosi oltre i confini della sua precedente carriera.
2. Run Ronnie Run! (2002), regia di Troy Miller
Run Ronnie Run! è un film che nasce come spin-off di uno dei personaggi più iconici creati da Odenkirk durante la sua esperienza con Mr. Show, lo storico programma comico di cui è stato co-creatore e protagonista. Qui Odenkirk interpreta Ronnie, un personaggio grottesco, assurdo e irresistibilmente comico, intorno al quale si sviluppa una trama ironica che parodia il mondo della televisione e della cultura pop. Il film mette in mostra il lato più surreale e sperimentale di Odenkirk, che riesce a costruire una comicità intelligente e irriverente, fatta di situazioni paradossali e battute taglienti. È un’opera che potrebbe non essere immediatamente accessibile a tutti, ma che rappresenta un vero e proprio cult per chi vuole capire l’essenza del suo umorismo: un umorismo che non teme il grottesco e il nonsense, ma che è sempre radicato in una capacità di osservazione acuta e in un gusto per l’assurdo. Run Ronnie Run! è un’occasione preziosa per vedere Odenkirk nel suo elemento più originale e anticonvenzionale, confermando la sua versatilità e il suo spirito innovatore, che lo distinguono da molti altri interpreti comici.
3. Un principiante in prigione (Let’s Go to Prison, 2006), regia di Bob Odenkirk

In questa commedia grottesca, Odenkirk interpreta un ruolo significativo in un racconto che combina ironia nera, critica sociale e situazioni tragicomiche. Il film segue la storia di un uomo che, per vendetta, finisce in prigione e deve confrontarsi con un ambiente crudele e spesso surreale, ricco di personaggi eccentrici e situazioni al limite. La regia di Odenkirk qui conferma il suo talento per il genere comico, ma con un tono più oscuro e sofisticato rispetto ai suoi lavori precedenti. La sua capacità di bilanciare momenti di comicità slapstick con spunti di riflessione sulla giustizia e sulle dinamiche sociali rende il film interessante e a tratti sorprendente. Un principiante in prigione è una dimostrazione della versatilità di Odenkirk non solo come attore ma anche come autore e regista, capace di affrontare temi complessi con leggerezza e intelligenza, mantenendo sempre una forte identità artistica.
4. The Disaster Artist (2017), regia di James Franco
Nel biopic dedicato alla realizzazione di The Room, il celebre cult movie considerato uno dei film “peggiori” di sempre ma amatissimo per la sua stranezza, Odenkirk interpreta il ruolo di un produttore cinematografico con una dose di ironia e partecipazione empatica. La sua interpretazione evita il sarcasmo facile e riesce a restituire umanità a un mondo spesso deriso o frainteso. The Disaster Artist è un omaggio al cinema indipendente e alla passione per il fare film, con tutte le sue contraddizioni e difficoltà. Odenkirk si inserisce perfettamente in questo universo, portando la sua esperienza e il suo talento a supporto di una storia che parla di sogni, fallimenti e amicizia. Questa interpretazione è significativa perché mostra come Odenkirk sappia adattarsi a contesti molto diversi, mantenendo sempre una presenza forte e riconoscibile, capace di aggiungere valore anche nei ruoli più piccoli.
5. Melvin Goes to Dinner (2003), regia di Bob Odenkirk

Questo film rappresenta un momento fondamentale nella carriera di Bob Odenkirk perché segna il suo debutto alla regia e alla scrittura cinematografica. Melvin Goes to Dinner è un’opera intima e riflessiva, in cui la storia di una cena tra amici diventa il pretesto per esplorare le dinamiche psicologiche e i rapporti umani con grande attenzione ai dettagli emotivi. La regia di Odenkirk si caratterizza per una sobrietà che lascia spazio ai dialoghi e alle sfumature dei personaggi, rivelando una sensibilità profonda e un interesse per le emozioni e le tensioni che si celano dietro le apparenze. La sua interpretazione nel ruolo principale è intensa e misurata, capace di portare sullo schermo una complessità psicologica rara, che parla di insicurezze, desideri e conflitti interiori. Melvin Goes to Dinner è un film che riflette l’anima più intellettuale e artistica di Odenkirk, mostrando come la sua carriera non si fermi alla comicità o all’azione, ma comprenda anche un approccio più meditativo e autoriale.
6. Nebraska (2013), regia di Alexander Payne
Questo film rappresenta una svolta importante nella carriera di Odenkirk, perché lo vede inserito in un progetto di grande qualità artistica, diretto da Alexander Payne, uno dei registi più raffinati del cinema contemporaneo. Nebraska è un road movie intimo e malinconico che racconta la storia di un uomo anziano e del suo rapporto con il figlio. Odenkirk interpreta un personaggio secondario, ma la sua performance è incisiva e memorabile. Il suo ruolo aggiunge spessore e realismo alla narrazione, contribuendo a creare un ritratto autentico e toccante della provincia americana e delle relazioni familiari. La sua capacità di portare sullo schermo personaggi credibili, pieni di sfumature e umanità, emerge con forza anche in questo contesto più drammatico. La partecipazione a Nebraska dimostra la maturità raggiunta da Odenkirk come attore, capace di passare dalla commedia al dramma con naturalezza, senza perdere la propria autenticità.
7. Il rompiscatole (1996), regia di Ben Stiller

In questo film, diretto da Ben Stiller e con protagonista Jim Carrey, Bob Odenkirk ha un ruolo secondario, ma il suo contributo è fondamentale per l’atmosfera unica e surreale dell’opera. Il rompiscatole è una dark comedy che gioca con i toni dell’assurdo, del grottesco e dell’ironia nera, e Odenkirk si inserisce in questo contesto con una performance sottile, fatta di piccoli dettagli e di un umorismo mai eccessivo. Nel film interpreta un personaggio che, pur apparendo marginale, contribuisce a costruire la tensione crescente che si sviluppa attorno alla relazione ossessiva tra il protagonista e il suo nuovo amico, il “cablato” interpretato da Carrey. L’abilità di Odenkirk sta nel bilanciare la sua comicità con una dose di realismo che rende credibile anche il lato più assurdo del racconto. Questo ruolo dimostra come fin da allora fosse capace di muoversi tra registri diversi, cogliendo le sfumature che rendono un personaggio tridimensionale. Il rompiscatole rappresenta una delle prime occasioni in cui Odenkirk si mostra al grande pubblico cinematografico, dimostrando che il suo talento non si limita al piccolo schermo o agli sketch comici, ma può arricchire anche un film mainstream con ambizioni autoriali e stilistiche più sofisticate.
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