Berlinguer – La grande ambizione: la storia vera del politico italiano raccontata nel film di Andrea Segre
Il film Berlinguer - La grande ambizione, diretto da Andrea Segre, si propone come un’opera che cerca di andare oltre la semplice biografia.
Il film Berlinguer – La grande ambizione, diretto da Andrea Segre, si propone come un’opera che cerca di andare oltre la semplice biografia per entrare nella dimensione più profonda e contraddittoria dell’uomo e del politico Enrico Berlinguer. Lontano da una narrazione agiografica, il regista sceglie di affrontare la figura dello storico segretario del Partito Comunista Italiano esplorando la sua ambizione, le sue paure e il peso morale delle sue scelte, restituendo al pubblico una visione complessa e umana.
Il film Berlinguer – La grande ambizione, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, è stato accolto con grande interesse sia dalla critica sia dal pubblico, per la sua capacità di raccontare un’epoca attraverso la parabola personale di uno dei suoi protagonisti più emblematici. Segre, noto per il suo cinema sociale e documentaristico, si cimenta qui con la fiction storica mantenendo però uno stile rigoroso, intimo e quasi documentaristico nella costruzione del racconto.

Un uomo tra ideali e realtà
Enrico Berlinguer fu una figura chiave della politica italiana del secondo Novecento, guidando il PCI in anni cruciali e trasformandolo progressivamente in una forza politica aperta al dialogo con le istituzioni democratiche e alleata dei movimenti popolari. Il film pone l’accento proprio sul conflitto interiore che Berlinguer visse nel tentativo di conciliare gli ideali comunisti con la necessità di aprire il partito verso la modernità e l’autonomia dal blocco sovietico.
Attraverso una narrazione che alterna momenti pubblici e frammenti più intimi, Segre costruisce il profilo di un leader capace di affascinare le masse ma profondamente segnato dal senso del dovere e dalla solitudine del comando. La “grande ambizione” del titolo non è quella del potere fine a sé stesso, ma quella di cambiare il Paese con strumenti democratici e morali, senza mai cedere alla logica del compromesso facile.
Il contesto storico e politico
Berlinguer – La grande ambizione si colloca principalmente tra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, un periodo segnato da profondi cambiamenti sociali, crisi economiche, terrorismo e lotte ideologiche. In questo contesto difficile, Berlinguer si distinse per la sua proposta del “compromesso storico”, un tentativo di alleanza tra il PCI e la Democrazia Cristiana per garantire stabilità all’Italia.
Il film Berlinguer – La grande ambizione restituisce la complessità di questa scelta politica, mostrando le tensioni interne al partito, le critiche provenienti dalla sinistra extraparlamentare e l’ambiguità del rapporto con il Partito Comunista Sovietico. Una parte centrale del film è dedicata anche alla svolta dell’Eurocomunismo e al celebre discorso sulla “questione morale”, che rappresenta uno dei vertici del pensiero berlingueriano e che il regista riesce a valorizzare con grande sobrietà e forza emotiva.

La scelta del linguaggio e dell’estetica in Berlinguer – La grande ambizione
Andrea Segre adotta una regia sobria, attenta ai dettagli e alla dimensione umana della narrazione. Lontano da effetti spettacolari, il film privilegia una fotografia dai toni cupi e realistici, che richiama il linguaggio del documentario. I dialoghi sono asciutti ma intensi, e la sceneggiatura si sviluppa con un ritmo misurato, che permette allo spettatore di entrare nella complessità del personaggio e del periodo storico.
L’interpretazione del protagonista – affidata all’attore italiano Elio Germano – è uno degli elementi più apprezzati del film. Germano riesce a restituire la riservatezza, la determinazione e la malinconia di Berlinguer con una recitazione misurata ma potentemente evocativa. La somiglianza fisica è accentuata da un trucco discreto e da una gestualità controllata, che contribuiscono a creare un’immersione autentica.
Un film che interroga il presente
Oltre a raccontare la storia di Enrico Berlinguer, il film si interroga sul rapporto tra etica e politica, tra ideali e compromessi, tra visione e realtà. In un’epoca in cui la fiducia nella politica è ai minimi storici, l’opera di Segre invita lo spettatore a riflettere su cosa significhi veramente essere un leader e su quanto sia difficile restare coerenti in un sistema spesso dominato da logiche opportunistiche.
La grande ambizione di Berlinguer non era solo politica, ma anche profondamente etica e culturale: un tentativo di costruire una società più giusta, più consapevole e meno cinica. In questo senso, il film non è solo un ritratto del passato, ma una riflessione attualissima sul presente e sulle sfide che la democrazia deve ancora affrontare.
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