Benvenuti a Marwen: la storia vera raccontata nel film di Robert Zemeckis

Benvenuti a Marwen, ultimo film di Robert Zemeckis, racconta la storia vera dell’artista Mark Hogancamp, pestato fino quasi alla morte, il quale ha trovato riscatto in un mondo di fantasia da lui creato attraverso modellini che rimandavano alla sua vita reale.

Benvenuti a Marwen (Welcome to Marwen) è un film del 2018 scritto e diretto da Robert Zemeckis, con protagonista Steve Carrell. Il film si ispira alla storia vera della vita di Mark Hogancamp, artista e fotografo che perse la memoria e per un certo lasso di tempo la capacità motoria, a seguito di un’aggressione da parte di alcuni invasati neonazisti che lo avevano sentito parlare al bar del fatto che lui apprezzasse indossare scarpe da donna. L’opera di Zemeckis è inoltre l’adattamento cinematografico del documentario Marwencol del 2010.

Benvenuti a Marwen racconta la storia di Mark Hogancamp, pestato in un atto omofobico e riscattatosi attraverso la sua creatività

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Mark Hogancamp era un carpentiere appassionato di modellismo, la cui vita è stata completamente stravolta l’8 aprile del 2000 quando è stato selvaggiamente pestato da cinque uomini, simpatizzanti dell’estrema destra, i quali lo accusavano d’essere omosessuale a causa della sua particolare passione nell’indossare scarpe femminili. A seguito di questa aggressione Mark ha perso quasi completamente la memoria, rimuovendo dalla sua mente molti degli anni precedenti al traumatico avvenimento. Risvegliatosi dopo nove giorni di coma, oltre alla memoria aveva perso anche le capacità motorie e le abilità nel disegno.

Sottopostosi a una lunga riabilitazione, una volta tornato a casa Mark si dedica alla costruzione di un’immaginaria cittadina del Belgio, Marwen appunto, popolata da personaggi tratti dai pochi spunti che la sua memoria gli ha lasciato in merito alla sua vita reale. Marwen, i suoi luoghi e i suoi abitanti, diventano così la maniera in cui Mark elabora il trauma subìto.

Precedentemente all’aggressione Hogancamp si era arruolato per alcuni anni nella marina militare, per poi sposarsi con Wendy, donna che gli è stata accanto fino al momento in cui la situazione si è dimostrata eccessivamente insostenibile a causa dei problemi d’alcolismo che hanno afflitto il marito. Ritrovatosi così da solo, Mark si è perso nell’abuso di alcolici, e difatti anche la sera dell’incidente egli era sotto l’effetto dell’alcol, rispondendo agli scherni dei suoi aggressori, fino a venir pestato quasi a morte.

Benvenuti a Marwen e la storia del fotografo Mark Hogancamp e del suo villaggio delle bambole

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Hogancamp ha dovuto curare personalmente la sua riabilitazione non potendosi permettere i soldi dell’assicurazione e durante questo difficile periodo ha recuperato alcuni ricordi legati ai suoi anni nella marina, sviluppando una passione per il periodo della Seconda Guerra Mondiale, il quale è poi diventato il contesto storico in cui si inseriscono la città di Marwen e i suoi personaggi. Ha iniziato così a ritrovare le sue abilità da illustratore amatoriale e a sviluppare una passione, data da una certa predisposizione, per la fotografia. Ha realizzato dunque pezzo dopo pezzo nel giardino esterno alla sua dimora (una vecchia roulotte), il suo piccolo mondo fantastico composto da modellini in scala 1:6, dove ogni personaggio è un rimando a qualcuno che ha un ruolo significativo nella sua vita. Mark ha ricostruito così i ricordi attraverso la finzione dei suoi modellini, rielaborando le sue difficoltà e le sue debolezza ed immortalando con una vecchia macchina fotografica tutte le azioni da lui create.

Il nome completo della città immaginaria – nel film lo si scopre alla fine – sarebbe Marwencol, con le ultime tre lettere che vengono aggiunte dal protagonista a seguito di un’elaborazione finale dei suoi problemi, ed è composto dalle iniziali del suo nome e di quello di due donne di cui è stato innamorato, ovvero Wendy e Coleen. Egli si impersona con un modellino che rappresenta un eroe americano dedito alla lotta contro i nazisti e circondato da molte donne con diverse personalità che si occupano di difenderlo dalle brutalità che lo circondano. Ogni azione diviene una rappresentazione di qualche avvenimento o sfumato ricordo della sua vita e ogni momento è occasione di riscatto verso le sue problematiche, dal superamento dello shock del pestaggio, all’accettazione delle sue piccole “stranezze”, all’eliminazione della dipendenza dai farmaci a cui è assuefatto (impersonati da una strega malvagia), alla paura di relazionarsi in maniera serena con chi lo circonda.

Benvenuti a Marwen è una storia vera di riscatto con un messaggio di difesa delle diversità che albergano in ognuno di noi

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Mark in seguito incontra il fotografo David Naugle, il quale resta molto colpito dalla sua storia e dalla ricchezza dei suoi scatti fotografici, facendo pubblicare alcune foto su una rivista specialistica di fotografia e rendendo Hogancamp conosciuto al di fuori della sua città, fino a permettergli di realizzare un’importante mostra delle sue foto a New York. Questo episodio ha segnato così una nuova rinascita per lui, trasformando definitivamente la sua tragedia personale in una forma d’espressione artistica amata e pubblicamente riconosciuta.

Il film di Zemeckis racconta questa vicenda alternando live action e animazione digitale, rendendo in maniera piuttosto fedele la storia di Mark Hogancamp e facendo scoprire al grande pubblico, al di là delle critiche cinematografiche, un racconto reale di riscatto e di difesa delle piccole e grandi stranezze e diversità che caratterizzano ognuno di noi.

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