Austin Butler: i 6 film migliori dell’attore

6 opere che hanno consacrato il talento dell'attore.

Per molti, il nome Austin Butler evocava fino a pochi anni fa le atmosfere leggere delle serie per adolescenti trasmesse da Disney Channel e Nickelodeon. Con il suo volto angelico e i tratti perfetti, sembrava destinato a rimanere intrappolato nel ruolo del “bel ragazzo della porta accanto”. Eppure, come spesso accade con i veri talenti, Butler ha saputo reinventarsi, scrollandosi di dosso le etichette giovanili e abbracciando ruoli profondi, sfaccettati e drammaticamente intensi. Nel giro di pochi anni, è passato da comprimario in produzioni teen a protagonista acclamato da critica e pubblico, guadagnandosi un posto tra gli attori più promettenti e rispettati della sua generazione. Non si è limitato a seguire i copioni che gli venivano proposti, ma ha saputo selezionare ruoli che gli permettessero di mettersi in gioco, rompere gli schemi e ridefinire la propria immagine. Il suo passaggio da giovane star della TV a protagonista di grandi produzioni cinematografiche è frutto di una visione chiara e di un lavoro costante su se stesso. In ogni nuovo progetto, Austin Butler porta con sé un’intensità rara, capace di dare vita a personaggi ricchi di sfumature e profondità emotiva. Ecco dunque sei opere — tra cinema e serialità — che hanno segnato la sua ascesa nel panorama cinematografico internazionale.

1. Elvis (2022), di Baz Luhrmann

Austin Butler - Cinematographe.it

Il ruolo che ha definitivamente consacrato Austin Butler come attore di livello internazionale è stato quello del leggendario Elvis Presley. Diretto da Baz Luhrmann, Elvis è più di un semplice biopic: è una rivisitazione audace e visivamente esplosiva della vita del Re del Rock and Roll. In questo contesto Butler ha avuto l’opportunità – e l’onere – di incarnare una delle icone musicali più amate e complesse del Novecento. L’attore ha trascorso anni immerso nello studio di Presley: ha imparato a cantare come lui, a muoversi come lui, ma soprattutto a capire il lato umano dietro il mito. Il risultato è una performance trasformativa, carica di energia, vulnerabilità e carisma. Non si limita all’imitazione: Butler riesce a far emergere i tormenti interiori, la solitudine dietro la fama, la fragilità dietro la figura pubblica. Elvis ha ottenuto una standing ovation di dodici minuti a Cannes e Butler ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui un Golden Globe e una candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista. È il film che ha cambiato radicalmente la percezione dell’industria nei suoi confronti.

2. C’era una volta a… Hollywood (2019), di Quentin Tarantino

Prima del successo planetario con Elvis, Butler aveva già lasciato un segno importante sul grande schermo grazie al piccolo ma significativo ruolo in C’era una volta a… Hollywood, diretto da Quentin Tarantino. Nel film, ambientato nella Los Angeles del 1969, interpreta Charles “Tex” Watson, membro della sinistra “famiglia Manson”. Sebbene la sua presenza non occupi molti minuti, Austin Butler riesce a rendere il suo personaggio disturbante e memorabile. Il confronto finale con i protagonisti del film è tra le scene più tese e violente, e la sua interpretazione lascia il pubblico con un senso di disagio e inquietudine. È una performance che dimostra una volontà di abbandonare i ruoli rassicuranti del passato e sperimentare con personaggi oscuri e complessi. Con questo film, Butler si è fatto notare da registi e produttori di alto livello, guadagnandosi il rispetto dell’ambiente cinematografico indipendente e d’autore.

3. I morti non muoiono (2019), di Jim Jarmusch

Austin Butler - Cinematographe.it

In questa commedia zombie firmata dal maestro del cinema indipendente Jim Jarmusch, Butler interpreta Jack, un giovane che viaggia con la fidanzata attraverso la cittadina di Centerville, ignaro dell’imminente apocalisse. Anche se si tratta di un ruolo secondario, la sua presenza in un film di Jarmusch segna un punto importante nel percorso di Butler verso un cinema più d’autore e anticonvenzionale. I morti non muoiono è una satira grottesca e dissacrante sul consumismo e sull’apocalisse culturale, e Butler, pur in poche scene, si distingue per naturalezza e intelligenza comica, mostrando un lato più ironico e surreale rispetto agli altri ruoli che hanno definito la sua carriera. Il fatto che un regista come Jarmusch l’abbia voluto nel suo cast, accanto a nomi come Bill Murray, Adam Driver e Tilda Swinton, è un segnale chiaro del riconoscimento artistico che Butler stava cominciando a ottenere.

4. The Bikeriders (2023), di Jeff Nichols

Con The Bikeriders, Austin Butler abbraccia una nuova dimensione del realismo drammatico, interpretando Benny, un giovane membro di un club motociclistico degli anni ’60 ispirato ai Vandals, raccontati nel celebre fotolibro di Danny Lyon. Il film esplora il passaggio di questo gruppo da comunità ribelle a vera e propria organizzazione criminale. Benny è un personaggio diviso tra il desiderio di appartenenza e la voglia di libertà individuale. Butler ne fa un’icona di ribellione romantica, ma anche un uomo tragicamente imprigionato da dinamiche più grandi di lui. La sua interpretazione è fisica, intensa, ma mai sopra le righe: ogni sguardo, ogni gesto, comunica il tormento interiore di un uomo che vede sgretolarsi il mondo a cui aveva scelto di appartenere. Questa performance ha consolidato Butler come attore drammatico capace di interpretare figure marginali e tormentate, mostrando una maturità artistica fuori dal comune.

5. Dune – Parte due (2024), di Denis Villeneuve

Austin Butler - Cinematographe.it

In un contesto completamente diverso, quello della fantascienza epica, Butler ha saputo stupire ancora una volta. In Dune – Parte due, diretto da Denis Villeneuve, l’attore interpreta Feyd-Rautha Harkonnen, nipote del Barone Vladimir Harkonnen e antagonista diretto del protagonista Paul Atreides. Feyd è un personaggio subdolo, crudele, affascinante e profondamente pericoloso. Butler lo interpreta con un’intensità glaciale, regalando al pubblico una figura magnetica, disturbante, che riesce a rubare la scena anche nei momenti più corali. L’aspetto fisico del personaggio – pallido, spigoloso, quasi alieno – si intreccia perfettamente con la sua psicologia, fatta di ambizione cieca e sadismo strategico. È un ruolo che ha permesso all’attore di confrontarsi con l’iconografia del “villain”, ma reinterpretandola attraverso la lente dell’introspezione e del controllo. Una sfida non da poco, in un film che già ospita un cast stellare e un universo narrativo estremamente stratificato.

6. Masters of the Air (2024), di Cary Joji Fukunaga

Anche se non si tratta di un film, ma di una miniserie, Masters of the Air rappresenta un capitolo essenziale della carriera recente di Butler. Prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, la serie racconta la storia dell’ottava forza aerea statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale. Butler interpreta Gale Cleven, un giovane pilota catapultato nell’inferno del conflitto aereo sopra l’Europa. L’interpretazione è intensa e ricca di sfumature: Cleven è sì un eroe, ma anche un ragazzo travolto dalla paura, dal senso del dovere e dalla perdita. Butler restituisce con grande delicatezza la tensione quotidiana di chi vive in bilico tra la gloria e la morte. La sua recitazione è misurata, rispettosa, ma emotivamente potente. In questo contesto, l’attore dimostra ancora una volta la sua capacità di muoversi tra generi diversi e offrire sempre interpretazioni coerenti, profonde e autentiche.

Tags: Dune