Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio: gli eventi reali alla base del film con Dev Patel
Le vicende, simbolo di coraggio e altruismo, che hanno ispirato Attacco a Mumbai.
Il 26 novembre 2008, 10 giovani in un gommone sono sbarcati a Mumbai, in India, confondendosi tra la folla. Inviati da Lashkar-e-Taiba, un gruppo terroristico con sede in Pakistan, hanno seminato terrore e morte in tutta la città. Nel corso dei tre giorni successivi, armati di fucili d’assalto, granate e ordigni esplosivi, hanno messo nel mirino gli hotel, mietendo oltre 170 vittime. I tragici eventi vengono raccontati dal thriller Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio di Anthony Maras, con Dev Patel, Armie Hammer e Nazanin Boniadi.
Nonostante gli autori abbiano eseguito delle approfondite ricerche, la storia rappresentata su schermo non è un racconto totalmente fedele alla cronaca. Mettiamo a confronto verità e finzione.
La storia vera
In Attacco a Mumbai gli ospiti e il personale della struttura alberghiera rimangono intrappolati in hotel, perseguitati per giorni da terroristi, mentre le forze di sicurezza rimangono fuori. Ciò è parzialmente accaduto nei caotici giorni dal 26 al 29 novembre 2008.
Secondo i rapporti, sono servite quasi 10 ore affinché il commando NSG d’élite nazionale arrivasse sulla scena, in parte perché il quartier generale era sito vicino a Delhi, a centinaia di chilometri di distanza. Nel frattempo, gli intrappolati nel Taj Hotel e nei paraggi sono stati pressoché lasciati in balia a loro stessi.
Arjun, un cameriere catturato nel bel mezzo dell’operazione, è una figura chiave della trama di Attacco a Mumbai. Durante lo svolgimento, cerca sia di tenere al sicuro gli ospiti che di tornare vivo dalla sua famiglia. In realtà, è frutto di due persone reali: un cameriere di uno dei ristoranti del Taj e una guardia di sicurezza disarmata. Lo chef Hemant Oberoi, invece,esiste davvero ed è molto famoso nel Paese.
Tra i temi centrali di Attacco a Mumbai vi è il coraggio del personale dell’hotel, che fa di tutto per proteggere i suoi ospiti. Del vero altruismo, che, per stessa ammissione di Maras in un’intervista al Time, lo ha ispirato nella realizzazione del lungometraggio.