Ánimas: la spiegazione dell’horror originale Netflix

Prodotto da Netflix, Ánimas è il nuovo horror spagnolo che ha diviso gli spettatori, confondendoli e sconcertandoli a causa del suo emblematico finale

Diretto e sceneggiato dagli spagnoli Laura Alvea e José F. Ortuño, autore del romanzo su cui è basato il film, Ánimas è il nuovo horror prodotto da Netflix che ha diviso gli spettatori, confondendoli e sconcertandoli a causa del suo emblematico finale.

Concentrandosi sui fantasmi che aleggiano nella mente di ognuno di noi, il lungometraggio spagnolo segue la vita di Abraham (Iván Pellicer), indissolubilmente legato alla giovane vicina di casa Álex (Clare Durant) sin da quando quest’ultima lo incontrò da bambino quando, terrorizzato a causa della cieca violenza del padre, cercava tranquillità e protezione sul pianerottolo della propria casa. Uniti dalla stessa esistenza fatta di dolore e maltrattamenti, la loro amicizia inizierà ad indebolirsi durante gli anni dell’adolescenza, quando il ragazzo deciderà di allontanarsi dalla ragazza. Questa presa di posizione si rivelerà distruttiva quando gli incubi del passato di Álex torneranno a bussare alla sua porta, trasformandosi in messaggeri di verità nascoste e mai accettate.

Forse non bisognerebbe nemmeno specificarlo, dato che è facilmente deducibile, però sappiate che l’articolo contiene numerosi spoiler.

La recensione di Ánimas

Ánimas: cosa simboleggia il personaggio di Álex?

Ánimas finale

Per cercare di far luce sul finale bisogna sicuramente soffermarsi sulla reale identità del personaggio di Álex. Sebbene molti spettatori abbiano pensato che fosse uno spirito o una sembianza angelica, dietro la misteriosa giovane si celerebbe, in realtà, qualcosa di molto più oscuro.

Creata per esorcizzare il trauma psicologico che il protagonista Abraham ha sviluppato a partire degli abusi vissuti nella sua infanzia a causa della violenza del padre, Álex si rivelerebbe essere un’amica immaginaria, proiezione della crescita post-traumatica vissuta dal ragazzo ed esoricizzazione del trauma stesso. La ragazza inesistente sarebbe stata necessaria alla sopravvivenza del giovane, bisognoso di un motivo per continuare a sopportare la sua quotidianità e la sua situazione famigliare.

Sotto questo punto di vista, Álex vivrebbe solamente ciò che Abraham immagina e, allo stesso tempo, vive e Ánimas si trasformerebbe, quindi, la rappresentazione di un mondo visto da un’ottica diversa, quella di una sembianza generata da una mente incapace di riconoscere la finzione dalla realtà.

Ánimas: chi ha ucciso il padre di Abraham?

Ánimas finale cinematographe.it

Ad un primo momento, siamo spinti a credere che sia stato lo stesso Abraham ad uccidere l’uomo di cui era stato a lungo la vittima, proprio mentre Álex era in possesso del suo corpo e della sua mente. Eppure è solo tramite l’ultimo incontro del giovane con la sua proiezione che l’omicidio viene finalmente svelato e risolto.

Mentre l’immateriale ragazza mostra al protagonista i propri ricordi che, riguardanti il tragico epigolo, si trasformano nelle memorie che Abraham ha rimosso in modo da elaborare il lutto, lo spettatore scopre che, in realtà, la colpevole dell’omicidio sarebbe, invece, la madre del ragazzo: dopo anni di violenze e umiliazioni, la madre decise di salire in macchina, uccidendo il marito.

Ma come si spiegherebbe, allora, la presenza delle chiavi dell’automobile nella tasca del ragazzo? Dopo essersi accorta della presenza del figlio, che aveva assistito a tutto l’incidente, la madre decide di buttare le chiavi sopracitate, chiavi che, in seguito, verranno raccolte dall’ipotetica Álex. Abraham, però, non si ricorderebbe di questo dettaglio, perché la sua psiche –proiettata nella ragazza– sopprime le memorie che più lo fanno soffrire, in modo da proteggerlo dal dolore e aiutarlo a sopravvivere.

L’estetica di Ánimas: cosa simboleggiano i diversi colori utilizzati?Ánimas finale cinematographe.it

Girando sulla rete, si può osservare che diversi fan di Ánimas hanno offerto una spiegazione più complessa e significativa delle scelte estetiche che, oltre ad essere chiari riferimenti a Suspiria –il magistrale horror che Dario Argento diresse nel 1977– celerebbero ben altro.

I colori prevalentemente utilizzati –il rosso, il giallo e il verde– potrebbero, infatti, essere concettualmente interpretati cocme  un semaforo. Un semaforo che, all’interno del lungometraggio spagnolo, diventerebbe una descrizione visiva di quello che sta accadendo ad Abraham. Ovviamente, il rosso indicherebbe il pericolo, suggerirebbe di fermarsi; il giallo simboleggerebbe, di conseguenza, l’attesa; il verde, infine, potrebbe essere collegato al concetto di sicurezza e protezione.

Horror psicologico dalle tinte psichedeliche che riesce ad impressionare lo spettatore fino all’ultimo minuto, Ánimas è disponibile dal 25 gennaio nel catalogo di Netflix.

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