A Civil Action: spiegazione del finale del film di Steven Zaillian, ispirato a una storia vera

Uscito nel 1998, A Civil Action è uno dei migliori film giudiziari della sua generazione, passato ingiustamente sotto traccia al botteghino ma capace di aggiudicarsi due candidature agli Oscar nello stesso anno di Shakespeare in Love, Salvate il Soldato Ryan e Il Principe D’Egitto. Il film narra la storia vera dell’avvocato Jan Schlichtmann (John Travolta) e dei suoi soci, impegnati in una causa mossa dagli abitanti di Woburn, nel Massachusetts, contro due colossi industriali Beatrice Foods e W. R. Grace and Company, colpevoli di avere inquinato le falde acquifere della città, causando la morte di 13 bambini per leucemia.

A Civil Action è un film sempre realistico, mai retorico o auto-compiacente e ci dona uno spaccato dei pregi e difetti del sistema giuridico americano che ha pochi eguali nella cinematografia.

Lo spettatore segue l’iter professionale e personale di Jan, costretto a misurarsi con giudici prevenuti, esperti prezzolati, e una controparte tanto agguerrita quanto scaltra, che ha nell’esperto e astuto avvocato Jerry Facher (Robert Duvall, semplicemente strepitoso) un vero e proprio carro armato.

Nel giro di poco tempo Jan e i suoi soci sono costretti, in seguito alla class action intentata, ad affrontare sempre più spese e in breve nel gruppo tutto comincia a sfaldarsi. Jan cerca di tenere duro come può, ma alla fine, dopo che il giudice lo ha ostacolato in tutti i modi possibili, si vede battuto e costretto a rompere il sodalizio con i suoi soci dello studio.

Indebitato e rovinato economicamente, Jan si vede anche osteggiato dalle famiglie per le quali ha fatto sacrifici su sacrifici, ed è costretto a stabilirsi in un piccolo e cadente appartamento, ricominciando da capo la sua vita personale e professionale. A causa della mancanza di risorse non può neppure ricorrere in appello contro l’ingiusta sentenza, e il caso viene archiviato in silenzio, senza grandi proclami e senza che la stampa dia risonanza alla cosa.

Tuttavia, il montaggio finale di A Civil Action ci mostra come L’Agenzia per la Protezione Ambientale, su suggerimento di Jan, abbia poi fatto suo il caso, citando in giudizio le due compagnie, obbligandole a risarcimenti milionari sia per ripulire i terreni inquinati che per rifondare le famiglie che avevano perso i propri cari. A Jan però occorreranno anni per riprendersi dalla bancarotta, e non vedrà mai riconosciuti pubblicamente i propri meriti, nonostante alcuni vertici delle società vengano condannati per spergiuro per aver mentito al processo.