5 motivi per andare a vedere Inferno di Ron Howard

Una delle coppie d’oro di Hollywood degli ultimi anni si sta dando da fare per proiettarci tutti verso una nuova avventura: si tratta di Ron Howard e Tom Hanks. Il regista di film come Cocoon, l’energia dell’universo (1985), A Beautiful Mind (2001), Cindarella Man – Una ragione per cui lottare (2005), Rush (2013) è appena tornato dietro la macchina da presa per dirigere Inferno. Ma ecco i cinque buoni motivi per cui apprezzare l’arrivo di questo film:

1. Per Howard ed Hanks questo è il terzo film che realizzano insieme, basato anch’esso sull’omonimo romanzo di Dan Brown (il quarto se si considera la collaborazione in Apollo 13, del 1995). Il Codice Da Vinci (2006) e Angeli e Demoni (2009) sono stati un grande successo commerciale, hanno suscitato il clamore sperato e hanno fatto appassionare alla cultura, alla scienza ed ai misteri di massoni, templari, illuminati e dell’ineguagliabile Leonardo Da Vinci. L’accoppiata diventa sinonimo di garanzia e di amplificazione dei temi dettati da Brown.

2. L’Italia si conferma protagonista culturale e scenografica senza simili. Inferno, infatti, si snoda tra Firenze e Venezia (e poi Istanbul), soffermandosi molto sui monumenti, chiese e piazze delle due città. Come equiparare cotanta bellezza con un set girato in interni?

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Prove di sceneggiatura tra Koepp ed Hanks a Firenze

3. Dan Brown è riuscito a collegare, nel suo romanzo, temi antichi e moderni, terzine dantesche e problemi sul sovrappopolamento mondiale, senza scivoloni. È noto come i suoi romanzi siano complicati e contorti, ma se la sceneggiatura è curata da David Koepp (Jurassic Park, Mission: Impossible, Panic Room, Angeli e Demoni) si è, allora, in mani sicure.

4. Il cast è ricco di bravura. Oltre a Tom Hanks (Philadelphia, Forrest Gump, Il Miglio Verde, Cast Away, ecc.), vi sono anche Felicity Jones (nominata agli ultimi Oscar per la Migliore Attrice Protagonista per La teoria del tutto), Ben Foster (Quel treno per Yuma, Lone Survivor), Omar Sy (Quasi amici, Samba), Irrfan Khan (The Millionare, Vita di Pi) e Sidse Babett Knudsen (conosciuta per la serie tv Borgen – Il potere). Non proprio briciole.

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La cabina di regia, durante le riprese a Venezia

5. La Divina Commedia è un’opera apprezzata in tutto il mondo; quasi viene più studiata e analizzata all’estero che da noi. Questa pellicola è un ottimo pretesto per andare a ripassare nozioni appuntate chissà quanti anni fa e, per i più giovani, potrebbe costituire uno spunto per appassionarsi a Dante, all’opera ed alla sua forma sotto aspetti diversi ed inusuali rispetto a quelli scolastici, assemblati in un discorso di tipo internazionale e mai contemporaneo quanto oggi: quello di un mondo che va sempre più a sovrappopolarsi.