5 indimenticabili regie di Alejandro González Iñárritu

Nella notte tra domenica e lunedì sono stati consegnati gli attesissimi premi Oscar 2016: la crème del panorama cinematografico hollywoodiano e mondiale si è riunita nella suggestiva cornice del Dolby Theatre di Los Angeles per scoprire e omaggiare i vincitori di questa 88esima edizione.
Nella categoria Miglior regia a prevalere, non proprio a sorpresa a dirla tutta, è stato Alejandro González Iñarritu, per il film Revenant – Redivivo.
Il regista messicano, già da tempo apprezzato dalla critica, è così riuscito nell’impresa di affermarsi nella categoria per il secondo anno consecutivo, avendo vinto nel 2015 con la regia di Birdman.
A permettergli di prevalere su avversari illustri, sicuramente il suo stile così personale e accurato, che rende riconoscibile la sua cifra stilistica agli spettatori di tutto il mondo.
Per celebrare il premio Oscar, abbiamo pensato di omaggiare il cineasta ripercorrendo 5 suoi film che ci hanno conquistati.

5 regie indimenticabili di Alejandro González Iñárritu

Amores Perros

Alejandro González IñárrituNel 2000 Iñarritu si fa notare con il suo Amores Perros, struggente trittico ambientato nel natio Messico che porta subito lo stile registico del suo autore ad imporsi a livello internazionale. Il film apre la Trilogia della Morte, che l’autore messicano continuerà poi con 21 grammi e Babel, e racconta tre storie apparentemente scollegate, unite dal filo conduttore dei cani del titolo.
Il giovane Octavio è segretamente innamorato della moglie del fratello e, per scappare con lei, sfrutta il proprio cane per dei fruttuosi combattimenti clandestini; La modella Valeria va a vivere col proprio compagno ma i rapporti sono tesi, anche a causa del cane di lei. La situazione si aggrava dopo che Valeria viene coinvolta in un incidente automobilistico che le porterà gravi conseguenze; un anziano sicario decide di cambiare vita. Le esistenze dei tre, apparentemente così distanti, si ritroveranno unite dall’imprevedibile filo del destino, argomento carissimo ad Iñarritu.

21 grammi

Alejandro González IñárrituNel 2003 il regista torna con la prima opera girata negli USA, per la quale ha la possibilità di collaborare con attori di talento come Sean Penn e Naomi Watts: 21 grammi.
Il film esplora temi filosofici e metafisici, come si comprende già dal titolo, che allude al presunto peso dell’anima umana. Ancora una volta, tre personaggi apparentemente lontani si troveranno ad incrociare le proprie esistenze a causa di un evento drammatico e seguendo l’imperscrutabile disegno del destino. Lo stile registico dell’autore si afferma ancora una volta, grazie all’uso di frequenti flash forward e della camera a mano in molte scene.

Babel

Alejandro González IñárrituNel 2006 Iñarritu conclude la Trilogia della morte con Babel, film apprezzatissimo della critica, che gli permette di ricevere la prima nomination al premio Oscar come miglior regista. Ancora una volta il regista mette in scena un affresco corale nel quale, attraverso le storie parallele di quattro famiglie distanti geograficamente e per estrazione sociale, si mette in scena l’incomunicabilità umana ed uno dei temi preferiti del regista messicano: il destino e la sua misteriosa rete, che intreccia le vite dei protagonisti. Il film, interpretato da Brad Pitt e Cate Blanchett mette in luce le qualità indiscusse del suo autore e, nel finale, non si risparmia una nota polemica relativa alle differenze tra le parti più evolute e quelle meno fortunate del mondo.

Biutiful

Alejandro González IñárrituNel 2010,  avendo ormai concluso la trilogia della morte, Iñarritu si dedica ad un nuovo progetto: Biutiful. Ambientato stavolta a Barcellona, il film è interpretato da Javier Bardem e rappresenta una riflessione filosofica sulla vita. Uxbal sopravvive procurando lavoro agli immigrati clandestini e si occupa dei due figli, visto che la ex moglie è affetta da disturbo bipolare e si rivela, di conseguenza, inaffidabile. Quando scopre di avere un cancro, l’uomo inizia a temere per il futuro dei bambini, destinati a crescere da soli.

Birdman

Alejandro González IñárrituL’anno della consacrazione internazionale, per Iñarritu, è comunque il 2015, quando dirige l’ambizioso Birdman o (l’imprevedibile virtù dell’ignoranza).
Un intero film girato in piano sequenza? Solo Hitchcock e pochi altri si sono cimentati nell’impresa, ma Iñarritu non si tira certo indietro, realizzando quello che diventerà il suo capolavoro. Ritorno sul grande schermo dell’attore Micheal Keaton, Birdman regala al suo regista la prima statuetta come miglior regista, ottenendo anche l’ambito Oscar come miglior film e dimostrando definitivamente come Alejandro González Iñarritu meriti di far parte dell’Olimpo dei registi.