300 – 10 curiosità sul film di Zack Snyder
300 è indubbiamente il film che ha decretato l’ascesa della carriera del regista Zack Snyder, andiamo a scoprire insieme alcune curiosità riguardanti la sua pellicola più particolare, visionaria e apprezzata dal pubblico.
A distanza di oltre dieci anni, 300 rappresenta ancora oggi uno di quegli insoliti casi il cui successo mondiale era sperato ma non facilmente ipotizzabile e che è riuscito ad entrare di diritto nella classifica dei must-see, i film da vedere almeno uno volta nella vita, per la sua straordinaria capacità di aver trasposto in maniera ineccepibile e realistico lo stile della graphic novel a cui esso si ispira, creata da Frank Miller e che è a sua volta basata sulla pellicola The 300 Spartans realizzato in Cinemascope nel 1962.
Sin dalla sua prima proiezione al festival di Berlino del 2007 in cui è stato presentato nella categoria fuori concorso, 300 è stato uno di quei casi in grado di spaccare nettamente critica e pubblico, dividendoli tra i detrattori e i simpatizzanti. Se la prima l’ha definito eccessivamente violento e senza una solida trama alle sue fondamenta, aggravata da supposte sfumature razziste, dall’altra parte i comuni spettatori hanno apprezzato una graphic novel perfettamente tradotta in immagini dalle colorazioni inusuali ma, proprio per questo, ancora più godibile e unica. 300 è facilmente diventato un favorito del pubblico, emulato ma mai eguagliato nella forma e nello stile e che ha segnato un’imprescindibile spartiacque con qualsiasi altro film facente parte del suo stesso genere.
Diretto da Zack Snyder, che con questa pellicola concepirà una volta per tutte la sua cifra stilistica decisiva, 300 è un film in cui accuratezza storica e finzione sono intimamente intrecciate, tanto da generare una storia che lascia da parte la realtà dei fatti per esasperarla con elementi soprannaturali ed epici, che esaltano la narrazione rendendola memorabile al pari di un romanzo omerico. Una pellicola storica ma allo stesso tempo fantasy per raccontare l’incredibile battaglia delle Termopili avvenuta 480 a.C., in cui un piccolo esercito sfidò un impero per poter mantenere la propria libertà pur sapendo della disfatta che ne sarebbe seguita. Una classica storia di Davide contro Golia dipinta col sangue e la forza di pochi che hanno saputo tener testa a molti.
Un film che è stato ampiamente dibattuto e che non ha bisogno di presentazioni ma su cui si ha ancora tanto di cui parlare attraverso le varie curiosità che potete leggere qui di seguito.
10 curiosità che (forse) non sapete su 300, il film di Zack Snyder
Accuratezza storica? No, grazie
Come riferito più e più volte, l’obiettivo di Zack Snyder per 300 non è mai stato quello di realizzare un film che raccontasse nella maniera più reale possibile lo svolgersi degli eventi accaduti nelle Termopili, bensì era quello di mescolare fantasia e storicità in un connubio nuovo e stimolante per lo spettatore (e in questo senso ci è decisamente riuscito). Era dello stesso parere anche lo scrittore della graphic novel di 300 Frank Miller che, in un’intervista, ha così affermato:
Le inesattezze storiche, o per lo meno quasi tutte, sono assolutamente intenzionali. Ho eliminato le classiche armature lasciando il petto dei combattenti scoperto per una ragione ben precisa, ossia perché volevo che i guerrieri si muovessero con scioltezza e fossero belli da guardare. In molte scene di battaglia sono stati eliminati gli elmi cosicché risultasse facile riconoscere i vari personaggi coinvolti, nonostante nella realtà gli elmi erano parte integrante della loro armatura e non venivano mai e poi mai tolti durante un combattimento. Un’altra libertà che mi sono preso è stata quella di far indossare il tipico copricapo con le piume solamente a Leonida in modo da farlo emergere su tutti e renderlo facilmente identificabile come re. Ero alla ricerca di qualcosa di evocativo, non della classica lezione di storia, che ognuno di noi può esplorare di per sé subito dopo la visione del film.
Insomma, un film bello da guardare benché con tutte le sue inesattezze che spingesse il pubblico ad appassionarsi così tanto alla storia da ricercare poi da solo la realtà degli eventi.
Watchmen: camei inaspettati e dove trovarli
In seguito all’incredibile successo ottenuto con 300, nel 2006 Zack Snyder decide di occuparsi ancora una volta di trasposizioni di opere fumettistiche comprando i diritti della celebre miniserie Watchmen, creata da Dave Gibbons e Alan Moore, il quale deciderà di estraniarsi dal progetto cinematografico così come aveva già fatto per gli altri adattamenti dei suoi lavori, basti ricordare su tutti V per Vendetta. La pellicola ottiene un discreto successo al botteghino, seppur modesto paragonato agli altri film supereroistici, ma rimane ancora oggi nel cuore di molti fan della serie. Forse non tutti però avranno notato che Snyder ha inserito in Watchmen dei riferimenti al suo precedente 300, facendo comparire queste tre cifre in due scene. La prima volta, in apertura del film, quando si nota chiaramente attraverso due fotogrammi come il personaggio del Comico abiti nell’appartamento numero 3001; la seconda apparizione, invece, avviene poco prima della distruzione di New York, con le tre cifre che rappresentano la combinazione per aprire la valigetta dello psichiatra.
300: quando una tecnica decreta il successo di un film
Per riprodurre il più fedelmente possibile le immagini e le colorazioni utilizzate nel fumetto di Frank Miller, si è deciso di utilizzare in maniera estremamente marcata e impositiva la tecnica denominata chroma key, utilizzata soprattutto nei programmi televisivi e che, in passato, nel mondo del cinema era sinonimo di progetto a basso costo a causa dei limiti e innumerevoli difficoltà che poteva generare se mal utilizzata, primo fra tutti quello di rendere l’immagine eccessivamente bidimensionale e facendole perdere ogni parvenza di spessore. Per questo motivo, più che in altri casi, la fotografia e gli effetti speciali hanno giocato un ruolo assolutamente fondamentale nel successo della pellicola, così inequivocabili e ben congeniati che sarebbe impensabile immaginare 300 realizzato in maniera diversa da come tutti noi lo conosciamo. Una decisione che poteva sembrare decisamente azzardata all’epoca ma che ha ripagato soprattutto con il passare del tempo, rendendola ancora oggi facile da distinguere in mezzo al mare delle pellicole di genere epico (e non solo) realizzate nella storia del cinema.
300 – un film coronato da critiche e record
Nonostante sia stato accolto da recensioni decisamente negative da parte della critica, 300 ha rappresentato la vera rivelazione al box office dell’annata cinematografica del 2007, polverizzando i record dei predecessori e stabilendone di nuovi e duraturi nel tempo. La pellicola di Zack Snyder infatti si è rivelato uno dei film di maggior successo per quanto riguarda il genere epico sebbene, a differenza del celebre “rivale” Troy, la sua storia fosse decisamente meno conosciuta all’epoca dell’uscita e, soprattutto, il film non aveva contare sul supporto di un divo hollywoodiano come Brad Pitt, che ai quei tempi da solo riusciva a portare le folle nei cinema: un successo generato dal film in sé più che per gli elementi che hanno accompagnato la sua uscita. Grazie all’incasso ottenuto nella sua prima settimana, 300 si è collocato al ventiquattresimo posto per i maggiori incassi guadagnati durante il weekend di apertura, posizionandosi tra nomi noti come Jurassic Park: Il regno perduto e il primo capitolo della saga di Transformers. Oltre a questo, con i suoi $70.8 milioni di dollari, 300 ha ottenuto il terzo incasso più alto di sempre relativo al primo weekend di uscita per quanto riguarda un film vietato ai minori di 14 anni, piazzandosi dietro a Matrix Reloaded ($91.8 milioni) e La Passione di Cristo ($83.8 milioni).
300 guerrieri… o forse no?
La battaglia delle Termopili è stata tanto sanguinosa quanto mostrata nel film di Snyder ma, forse, leggermente meno epica di quanto ci sia stato mostrato. Nella realtà, infatti, l’esercito greco non era costituito solamente da 300 guerrieri bensì da 7.000 uomini di diverse poleis che si erano unitamente legate per fronteggiare l’avanzata dell’impero persiano. Nessuno sa con certezza il numero effettivo dei soldati che hanno combattuto la suddetta battaglia, in quanto i testi riportano cifre differenti, ma si suppone che all’incirca si trattasse di un insieme di 300 spartani (da qui il titolo del film), 700 tespiesi e altri 6.000 alleati greci contro un esercito persiano che si aggirava tra 70.000 e i 300.000 uomini. Le perdite di questi ultimi furono numerose e assolutamente inaspettate data la differenza abissale tra i due eserciti ed è per questo motivo che la sostanza raccontata nel film non cambia: pochi si sono ribellati a tanti e hanno dimostrato la loro potenza nel resistere a un impero che sembrava avere già la vittoria in tasca ma che, nonostante il loro numero, ha ottenuto comunque ingenti perdite per mano di un nemico molto meno numeroso ma tatticamente più forte.
Una danza di arti marziali
Le incredibili prodezze nel combattimento e la brutale mentalità di crescita dei propri soldati possiedono un posto di diritto all’interno dei libri di storia, come molti di voi si ricorderanno ma, purtroppo, ben poco si sa delle tecniche marziali utilizzate durante i conflitti. Ad eccezione delle loro tattiche di formazione in gruppo, poche trascrizioni parlano delle loro coreografie di combattimento e dei movimenti impiegati dai singoli guerrieri nel corso della battaglia. Proprio per questo motivo, la produzione ha deciso di affidarsi allo stunt e coreografo Damon Caro per creare una sintesi di diverse tecniche, prendendo spunto dalle arti marziali filippine per poi creare qualcosa di nuovo. Le similarità tra i le arti marziali e i movimenti dei soldati si possono notare soprattutto nelle mosse rotatorie delle spade e nell’uso offensivo degli scudi.
300: una colonna sonora già sentita
Tra le varie critiche mosse al film, è impossibile non citare quella relativa alla colonna sonora composta da Tyler Bates, più celebre forse per aver supervisionato e composto le musiche dei due capitoli della saga Marvel dei Guardiani della Galassia. Nel 2005, Bates inizia a lavorare in maniera entusiasta sulla colonna sonora di 300, confrontandosi con la casa di produzione Warner Bros e con Zack Snyder nel corso del suo processo creativo. Nel marzo del 2007, in occasione dell’uscita nelle sale del film, viene messa in commercio la colonna sonora della pellicola ed è proprio qui che iniziano i guai per il compositore, il quale riceve diverse critiche da coloro che riscontrano delle somiglianze con la musica composta da James Horner e Gabriel Yared per il film Troy. Ma le accuse di plagio non si sono fermate qui in quanto Bates avrebbe preso in prestito anche delle parti della colonna sonora di Elliot Goldenthal per il film Titus del 1999: secondo quanto riportato, “Remember Us” dal film 300 sarebbe identica in alcune parti al “Finale” di Titus, mentre la traccia “Returns a King” sarebbe simile all’attacco di “Victorius Titus”. Alcuni mesi dopo lo scandalo, la Warner Bros si è poi scusata per l’accaduto affermando che qualsiasi somiglianza tra le varie tracce è stata non intenzionale da parte di Bates e che tutti quanti possiedono un enorme rispetto per i compositori che hanno collaborato nelle altre pellicole. Che imbarazzo!
Tale padre, tale figlio
Alcuni registi amano collegare le pellicole facenti parte della loro filmografia attraverso dei piccoli riferimenti tra le varie opere, altri preferiscono inserire dei cameo di attori famosi nella parte di se stessi, altri ancora decidono di mettersi di fronte alla macchina da presa (i casi più conosciuti sono probabilmente Alfred Hitchcock e M. Night Shyamalan) e, infine, ci sono alcuni registi che preferiscono conservare una piccola parte per un loro familiare. Quest’ultimo è il caso di Zack Snyder che nel film 300 ha voluto far interpretare il ruolo del giovane Leonida al figlio Eli, avuto con la prima moglie Denise Weber. Il ragazzo lavorerà in seguito in altri due film del padre, ossia in Sucker Punch del 2011 e nel già citato Watchmen del 2009.
Un film dai risvolti politici inattesi
Tra tutte le critiche mosse al film, probabilmente quelle relative al presunto razzismo, perpetuato sia dalla pellicola che dalla graphic novel, sono quelle che hanno generato più scontenti e discussioni. Infatti, in molti, incluso il governo iraniano, hanno criticato il ritratto che si erge del popolo persiano, considerato come un’orda barbarica e demoniaca capitanata da un Serse decisamente androgino, ancor più evidente dalla netta contrapposizione dell’esercito spartano, raffigurato come sinonimo di forza ed epiteto di mascolinità. È evidente come il ritratto delle due fazioni sia totalmente diverso ma, oltre a questo, si è voluto calcare anche sul fatto che esse siano piuttosto un parallelismo nel conflitto tra Est e Ovest e come il film nel suo complesso possa essere considerato come un esempio di stampo fascista per promulgare le proprie ideologie in merito alla propria visione politica del mondo odierno piuttosto che di quello del passato. Sia la Warner Bros. che Zack Snyder hanno ovviamente smentito tutte le possibili implicazioni di tipo ideologico e affermato che il film deve essere preso per ciò che in realtà è, ossia una rappresentazione in parte veritiera della battaglia delle Termopili caratterizzato da una componente visiva estremamente riconoscibile e d’impatto.
300 e l’attore Gerard Butler nei panni del re Leonida: un meme senza tempo
Nonostante siano passati tutti questi anni, ancora oggi quando pensiamo a 300 ci torna subito in mente quella che probabilmente è la scena più celebre del film e che risulta essere intramontabile per la sua epicità: stiamo parlando ovviamente della frase “Questa è Sparta!” pronunciata da re Leonida e che ci ha accompagnato negli anni in una serie infinita di meme, uno più divertente dell’altro. Sui social network si possono trovare una montagna infinita di immagini abbinate della suddetta frase ma quello che più colpisce è che persino i film, nel corso degli anni, non hanno perso occasione di inserire un riferimento a 300: tra tutti, basti pensare alla pellicola Yes Man con Jim Carrey, in cui il suo personaggio va ad una festa in costume per ritrovarsi alla porta uno dei suoi colleghi in versione Leonida che lo accoglie urlando “Questa è Sparta!”. Decisamente un’esperienza da fare alla prossima cena tra amici.