I 10 film horror in bianco e nero più spaventosi di sempre

Quando l'orrore lascia il segno senza il colore

Pensare che i film più spaventosi debbano essere necessariamente pieni di jump scare, di litri di sangue o di particolari effetti speciali è una convenzione piuttosto infondata. L’orrore e lo spavento sono spesso figli di una valida resa ambientale e della giusta atmosfera, di suggestioni visive che in molti casi possono essere accentuati proprio dalla neutralità del bianco e nero. Spesso, però, il concetto di bianco e nero porta lo spettatore a ragionare sul timore o il pregiudizio di un qualcosa di vecchio. Ma, non tutto ciò che è vecchio è fuori moda o inefficace, anzi, e non tutto ciò che è in bianco e nero è per forza un film del secolo scorso. Quali sono, quindi quei film horror in bianco e nero particolarmente spaventosi? Andiamolo a scoprire nella nostra rubrica in cui ve ne stiliamo 10 in grado di inquietarvi o mettervi i brividi.

1. Haxan – la stregoneria attraverso i secoli (1922)

Realizzato come pretesto documentaristico sulla stregoneria, sulla superstizione, l’inquisizione attraverso la Storia, dai tempi antichi a quelli contemporanei (all’opera).
Haxan è opera danese del cinema muto, divisa in 7 capitoli narrativi, in cui si teorizza sulle influenze del demonio nella cultura ecclesiastica e sui metodi inquisitorii.
Figurativamente accattivante (diavoli, suore indemoniate, dettagli di strumenti di tortura), per come è realizzato, sicuramente provocatorio e d’impatto per l’epoca (ma ancor piuttosto mantenuto bene), con una fantastica scena di Sabbah, con diavoli e streghe copulanti, piuttosto ardita per il periodo, un pochino didascalico e pretestuoso, rivisto a 100 anni di distanza, ma per il suo tempo fu di certo un qualcosa di suggestivo e spaventoso.

2. Freaks (1932) tra i film horror in bianco e nero

Pur essendo fondamentalmente un dramma, questo film di Tod Browning ha una forte componente ambigua e raccapricciante, soprattutto per gli standard dell’epoca. E non è erroneo considerarlo, quindi tra i film horror in bianco e nero più spaventosi e scioccanti della sua epoca, se non di sempre.
La particolarità del racconto è data dalla presenza di veri personaggi afflitti da menomazioni e deformità fisiche, in contrapposizione con la mostruosità interiore dell’essere umano.
Risulta un vero e proprio caposaldo della “diversità” e della “mostruosità” umana in conflitto tra essenza ed apparenza, in cui la furia giustizialista dei “discriminati ed oppressi” trova lo sfogo nella catarsi finale, in uno dei primi “shock movie” della storia del cinema.

3. Suspense (1961)

Una donna è assunta da un avvocato perché faccia da istitutrice ai suoi due nipoti, Flora e Miles. Appena giunta nel castello in cui vivono i ragazzi, la donna s’accorge che, sotto innocenti apparenze, i due bimbi celano un inquietante segreto. Tratto dal romanzo Giro di vite di Henry James, è uno dei titoli più suggestivi in merito alla correlazione tra reale e paranormale, ma soprattutto uno dei primordiali esempi di film dell’orrore con dei bambini non proprio raccomandabili.

4. Carnival of souls (1962)

Sorta di Cult movie di un certo cinema di serie B, particolarmente bistrattato al tempo della sua uscita, è in realtà un viaggio onirico piuttosto affascinante e inquietante che potrebbe benissimo essere annoverato tra i titoli più spaventosi della sua epoca.
Il film racconta la storia di Mary, una giovane e talentuosa organista che viene risucchiata in un incubo ad occhi aperti, tra la vita e la morte. All’inizio del film Mary è in macchina con un paio di amiche quando alcuni ragazzi le sfidano ad una corsa. Ad un certo punto le ragazze corrono sul lato di un ponte e finiscono nel fiume. Mentre le altre occupanti dell’auto muoiono annegate, Mary misteriosamente sopravvive. Ed inizia ad essere perseguitata da stranissime figure.

5. Gli Invasati (1963) tra i film horror in bianco e nero

Una grossa casa, da decenni “maledetta”, ha visto morire al suo interno diverse donne.
Un gruppo di persone vi si reca per sperimentarne la “reale pericolosità”, tra cui un esperto del paranormale ed una giovane donna depressa.
The Haunting (questo il titolo originale) è uno dei caposaldi dei film su case infestate, in cui l’orrore è tutto d’atmosfera, costruita egregiamente.
A partire dal prologo, in cui il regista Robert Wise ci racconta le vicissitudini avvenute nella villa, il film racchiude in se una potenza visiva che affascina tutt’oggi, ad oltre 50 anni di distanza.
La cura del racconto, lo scavo psicologico dei personaggi, l’uso di inquadrature distorte, grandangoli, zoom su carrelli veloci, fotografia chiaroscurale, ed un finale pessimista, senza soluzione di mistero, rendono quest’opera uno dei più grandi horror classici (se non il migliore) della Storia del cinema.

6. La notte dei morti viventi (1968)

Uno dei capolavori del nuovo cinema horror americano, il film di George A. Romero è un vero e proprio apripista di uno dei più floridi filoni cinematografici: lo zombie movie.
L’approccio realistico, con uno stile quasi documentaristico, con impennate espressioniste, riguarda i temi che preoccupavano l’America degli anni sessanta: insofferenza civile, razzismo, la dissoluzione del nucleo familiare, la fine del mondo. Per la prima volta un film dell’orrore riflette il disagio della società moderna, senza facili soluzioni o lieto fine ed innalza il genere a qualcosa di più profondo. Pertanto, uno dei film horror in bianco e nero più spaventosi ed imprescindibili di sempre.

7. Eraserhead (1977) tra i film horror in bianco e nero

Pur non essendo un vero e proprio horror, il film d’esordio di David Lynch risulta un viaggio conturbante e ambiguo, a suo modo bizzarro e spaventoso, nei meandri del quotidiano alienato di uno strambo omino di nome Henry. Eraserhead è un film cupo, bizzarro, sconcertante e non del tutto decifrabile, è la parafrasi di un sogno/incubo o, forse, il viaggio/indagine nella psiche di un uomo ordinario in fuga dalla sua vita “ordinaria”, sostanzialmente una parabola sull’alienazione del nucleo famigliare e della vita dell’uomo comune.
Ad ogni modo, uno dei vertici del cinema surrealista e di tutto il cinema in bianco e nero moderno.

8. Begotten (1990)

Opera indecifrabile e particolarmente suggestiva, indubbiamente tra i film horror in bianco e nero più inquietanti e spaventosi mai concepiti, per quanto la definizione nel genere gli stia un po’ stretta, essendo vicina ad un certo cinema surrealista. Il film si apre con una figura mascherata (forse femminile), imbavagliata in un casolare fatiscente.
Le viene reciso l’addome (forse lo fa da se), poi dissanguata si rigenera, si riproduce dalle lacerazioni del suo grembo.
Successivamente, dopo questo malsano prologo, l’opera procede, sconnessa, tra rituali di un popolo del deserto che tortura umanoidi nel fango e altri frammenti anti narrativi.
Visioni mistiche, dettagli tremolanti, crepuscoli ambientali e lande desolate.

9. The Eyes of my mother (2016)

Uno dei film horror in bianco e nero dell’epoca recente, è un racconto diviso in tre capitoli (intitolati Madre, Padre, Famiglia), suddiviso in archi temporali, strutturato come racconto circolare, questo turpe dramma horror è un qualcosa di poco facile da decifrare, ma da gustare decisamente, con parsimonia.
Sul piano estetico è un film eccezionale, elegante e inquietante con una bellissima fotografia con chiaroscuri eccezionali, ma anche una meticolosa scelta di tempi ed inquadrature.
La linea narrativa, frammentaria, può rischiare di spiazzare lo spettatore, costringerlo a ricucire pezzi di racconto, ma sulla distanza ripaga.
L’immersione nella storia, nella psicologia e nella dolente solitudine della protagonista (singolare la presenza del padre morto in casa, la scena dell’abbraccio con la carcassa della madre dissepolta) ci faranno dimenticare dell’esiguità narrativa, consegnando un film di grande fascino e torbida suggestione.

10. The Lighthouse (2019)

Pur non essendo puramente un horror, questo suggestivo e poderoso film a due soli interpreti (i bravissimi Robert Pattinson e Willem Defoe) ed una sparuta ambientazione isolana, può essere annoverato tra i film horror in bianco e nero più spaventosi o comunque più tra i titoli più angoscianti e visionari degli ultimi anni che il cinema ci abbia consegnato. Il risultato è stato quello di diventare un Cult in maniera piuttosto immediata tra i cinefili, consacrando il regista Robert Eggers tra i nomi più stimati del panorama odierno.