Zoolander 2: gli italiani Jolie and the Kay nella colonna sonora

Porta la firma tutta italiana del duo Jolie and the Kay la rilettura di un classico fra i classici di Ray Charles, Hit the Road Jack, uno fra i brani della colonna sonora di Zoolander 2. I due giovani artisti stanno letteralmente conquistando gli Stati Uniti, dopo aver debuttato la scorsa estate su BBC Radio 1 con il loro primo singolo Fire(assieme al DJ/ Producer Phonat – sotto l’etichetta di Skrillex OWSLA), al momento nelle classifiche di MTV in UK, Francia e USA.

“Sono freschi e appassionati: entrambe caratteristiche importanti che ci hanno permesso e ci stanno permettendo di lavorare con successo questi due artisti sul mercato musicale anglosassone.” Hanno precisato Gianluca Pizzorno e Giuseppe Rodio, titolari di ByHearth Music, giovane società di promozione musicale con sede a Los Angeles e Londra che ha di recente preso in carico il lancio di questi due giovanissimi.

Jolie and the Key sono in questi giorni a Los Angeles, dove, dopo aver partecipato alla colonna sonora di Zoolander 2, stanno lavorando alla produzione del loro primo album. Dietro al nome di Jolie & the Key si celano Giada Gallotta, la voce del gruppo, e Vittorio Franco, compositore e paroliere. Il loro sound mescola trame pop, house e soul, creando uno stile inconfondibile.

Zoolander 2: due italiani nella colonna sonora

Di seguito uno stralcio della nostra recensione di Zoolander 2:

Può funzionare una parodia che è parodia di se stessa? La prima pellicola prendeva in giro con raffinata alchimia il mondo della moda, sbeffeggiando il culto del bello, le eccentricità di un mondo vicino eppure totalmente alieno. La seconda tenta di prendere in giro se stessa e il gioco funziona, in effetti, ma solo a metà. Tutto fila perfettamente finché si resta nei confini del grottesco, sagace, sapiente, utile allo scopo di intrattenere regalando qualche sorriso amaro. Smette di funzionare quando dal grottesco si scade nel surreale, che sembra fungere unicamente da riempitivo. Scene e battute al limite del demenziale solo per un soffio non arrivano a scadere nel trionfo della pernacchia alla Alvaro Vitali: il rischio c’era ed è stato evitato, tuttavia non si sentiva il bisogno di sequenze che riempiono gli spazi senza regalare sorrisi, rappresentando de facto le uniche vere cadute di stile su una sceneggiaturache altrimenti fila liscia dall’inizio alla fine. CONTINUA