Babadook: come la musica diventa angoscia

Musica ed effetti sonori, nel genere horror, sono elementi inscindibili: Babadook non lascia nulla al caso e investe lo spettatore con una colonna sonora dai limiti indefiniti e frastagliati, che vanno a fondersi e confondersi con il sound design, creando effetti ancora più raccapriccianti e viscerali. Il compositore Jed Kurzel (componente della band australiana The Mess Hall e conosciuto per le colonne sonore di Snowtown e Slow West) ha deciso di evitare i fondamentali cliché, preferendo una colonna sonora che si snoda con più continuità nel corso del film, anche melodicamente, senza limitarsi ai jumpscares.

Partiamo subito dal primo incontro di Amelia (Essie Davis) e del figlio Samuel (Noah Wiseman) con Babadook, l’uomo nero: la filastrocca del libro “Mister Babadook”. Protagoniste di molti film horror, le filastrocche sono anche un espediente musicale che va a scontrarsi con l’atmosfera, dando quell’effetto di innocente cantilena pronto a spaventarci ancora di più. Mentre Amelia legge la filastrocca, in sottofondo si srotola un lungo e fastidioso ronzio che, al culmine, si trasforma in un suono graffiante e doloroso; successivamente, quando sfoglia il libro da sola, un suono cristallino fa da alienante contrasto alle parole spaventose, impregnando d’angoscia la scena:

Se, in queste prime scene, la colonna sonora rimane un po’ in disparte, limitandosi a qualche ronzio disturbante, dopo il ritrovamento della foto (insanguinata) di Amelia e del marito, iniziano lunghe sequenze d’eco, gocciolii, suoni elettronici, ripetizioni. Mentre Amelia è seduta al tavolo, sentiamo nettamente delle note che seguono il ritmo della parola ‘Babadook (una nota lunga sulla prima sillaba e due note dimezzate sulle seguenti). Quando, subito dopo, l’armadio nella camera di Sam cade a terra, una voce soffocata urla a ripetizione ‘Babadook’, questa volta con un ritmo più legato e somigliante alle grida di un richiamo. Amelia strappa il libro e, sotto, la colonna sonora è sempre agghiacciante, con delle voci quasi soprannaturali, ma lugubri, di bambini: in effetti, si tratta della voce della figlia del compositore, registrata, tagliata, divisa su più piste e trattata con effetti di delay e loop, in modo da creare una reazione snervante, che potrebbe essere propria dell’immaginazione e dei sentimenti di Amelia.

Più avanti, durante il doppio litigio tra Amelia e la sorella Claire e Samuel e la cugina Ruby, si propaga in sottofondo un rumore sordo che lascia presagire lo scontro, ma prosegue dopo il tonfo di Ruby, che viene spinta giù dalla casetta sull’albero. La successiva scena in auto, con protagoniste le urla straziate di Samuel, è accompagnata da dei suoni dissonanti e davvero disturbanti: una lunga eco si solleva quando Sam urla al Babadook di andarsene e viene colpito da una forte crisi – sotto possiamo ancora sentire le note che sembrano urlare ‘Babadook!’.

I rumori sordi sono sempre in agguato: anche quando Amelia promette al figlio di proteggerlo, ci accorgiamo che il dialogo non è completamente solo. Toni agghiaccianti in contrasto con suoni cristallini, voci infantili, ronzii e colpi sono ancora protagonisti nella scena in cui Amelia sente bussare alla porta e ritrova il libro, che aveva strappato:

Come per altre scene, notiamo una cosa interessante: la colonna sonora si interrompe con la fine dell’azione, come se fosse una sorta di musica del subconscio. Il compositore Jed Kurzel, infatti, ha dichiarato che molta della musica di Babadook è stata pensata proprio come parte dello stato psicologico di Amelia: una musica, quindi, pronta a esplodere da sotto la pelle, e a diventare essa stessa il mostro. Qui lo stacco avviene quando la donna dà fuoco al libro, ma c’erano già stati esempi nel momento in cui metteva il libro sopra l’armadio e quando, nel parcheggio, si fermava a guardare la coppia nell’auto. Anche quando Amelia scopre gli scarafaggi, nell’attimo in cui intima a Samuel di non entrare nella stanza, la musica si interrompe bruscamente.

La prima visita di Babadook mette in scena tutto l’insieme di sonorità agghiaccianti, colpi sordi, ronzii, sfregamenti, scricchiolii, con i versi gracchianti e la voce spaventosa del mostro sopra tutto:

Dal momento in cui Amelia comincia a mostrare segni di squilibrio e disturbi i ronzii in sottofondo si fanno più comuni, lasciando sempre teso lo spettatore, e a questi si aggiungono i sussurri. Il tema principale esplode quando la donna, coltello alla mano, urla al figlio che niente entrerà in casa: ecco che la colonna sonora contraddice in modo assoluto il dialogo, per preparare lo spettatore. La scena dell’inizio della possessione fa sfoggio di tutti gli elementi musicali incontrati nel film:

Ancora più inquietante e angosciante è la colonna sonora delle ultime scene, con lo scontro tra Samuel e Amelia-Babadook: in alcuni istanti la musica è un’accozzaglia di suoni sia stridenti che sordi, che fanno accapponare ancora di più la pelle. E nel finale di Babadook, durante i titoli di coda, torna quel motivo principale che, nel suo perpetuo ripetersi, continua a spaventarci, ma forse con una vena un po’ più spensierata e leggera.