Ana de Armas in Ballerina: una nuova era per il Wick-verse?

Un nuovo volto al femminile nell'universo di John Wick

Con l’uscita di Ballerina, lo spin-off dell’universo di John Wick, il franchise action più stilizzato degli ultimi anni abbraccia una nuova prospettiva: quella femminile. Protagonista del film è Ana de Armas, nei panni di Rooney, una giovane assassina cresciuta nella stessa scuola di ballerine-killer intravista in John Wick 3: Parabellum. Ma cosa rende Ballerina diverso dai capitoli principali della saga? E perché il tema della vendetta al femminile può rappresentare un’evoluzione interessante del Wick-verse?

Un archetipo antico, un linguaggio moderno

Ballerina; cinematographe.it

Il cinema ha raccontato centinaia di storie di vendetta. Uomini devastati dalla perdita di un familiare, un animale, un onore violato. Da Il giustiziere della notte con l’iconico Charles Bronson che imperversava negli anni ’70, al Kill Bill di Quentin Tarantino, fino allo stesso John Wick, la vendetta ha sempre condito di pepe il cinema action. Ballerina si allinea al filone delle protagoniste al femminile che porta con sé una differente energia narrativa: più dolorosa, più fisica, più intimamente legata al trauma. Rooney non è soltanto un’assassina: è una sopravvissuta. Come nel caso della sposa (Uma Thurman) in Kill Bill, la sua missione non è solo quella di eliminare i responsabili di un torto, ma di ricostruire un’identità perduta attraverso la distruzione. La vendetta diventa qui un atto di rinascita. Il linguaggio del film è più attento a certi codici contemporanei, sia visivi che tematici, ma senza stravolgere le regole del genere da cui proviene. La cosiddetta “modernità” che il film tenta di abbracciare si manifesta soprattutto nel modo in cui viene costruito il personaggio principale. Rooney non è la classica femme fatale né una versione femminile di John Wick: è piuttosto una figura che si muove dentro i limiti della propria formazione e del proprio trauma, con una fisicità che deriva dalla disciplina del corpo — la danza, l’allenamento — più che da un’irruzione improvvisa nella violenza. C’è, insomma, un tentativo di conciliare un background emotivo con l’azione, senza però cadere in eccessive pretese autoriali.

Il corpo femminile come mezzo espressivo e arma letale

Un elemento visivo e narrativo importante di Ballerina è la danza. La protagonista ha una formazione da ballerina classica e il film ne sfrutta la disciplina, l’eleganza e il controllo fisico come simboli di forza e resistenza. Come già accennato in John Wick 3, la scuola gestita dalla direttrice Angelica Huston forma giovani donne attraverso una miscela di danza e combattimento: due linguaggi che hanno molto in comune. Il corpo di Rooney diventa lo strumento con cui esprime il suo dolore, la sua rabbia, la sua vendetta. Non è un semplice oggetto estetico (come accadeva spesso nel cinema action anni ’90), ma un soggetto narrativo preponderante. Il training di Ana de Armas per il ruolo è stato intenso e il risultato si vede sullo schermo: ogni mossa racconta una storia, ogni colpo ha, pertanto, un peso emotivo.

Il futuro del Wick-verse è donna?

Con Ballerina, la saga di John Wick tenta un salto narrativo e culturale, ma indubbiamente anche modaiolo, in linea con una sempre più crescente politica di “women empowerment” e di regole inclusive. Rooney potrebbe diventare una nuova icona action, non certo l’unica nel nuovo millennio, capace di unire pubblico femminile e maschile, emozione e brutalità, grazia e morte. Non è un’imitazione di John, ma un’eco distorta, danzante, letale. In un’epoca in cui l’action femminile (in costante crescita) spesso fatica a trovare spazi credibili e non stereotipati, Ballerina potrebbe rappresentare un modello ibrido, in cui la potenza fisica e il dolore emotivo convivono.
Una vendetta che non nasce solo da un colpo subito, ma da un’identità negata. E che, magari, potrebbe trovare corpo anche in ulteriori capitoli. O, forse no. Questo, probabilmente, lo stabilirà il pubblico al botteghino.
In tal senso, infatti, se il primo film con Ana de Armas avrà successo, un sequel è più che probabile. Il personaggio ha un background ricco da esplorare, dal suo passato nel teatro russo della Ruska Roma ai legami con la High Table, pertanto la sua figura potrebbe diventare centrale in un nuovo arco narrativo femminile nel Wick-verse.

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