Roma FF18 – Wanted: recensione del film di Fabrizio Ferraro

Un film complesso e affascinante insieme, che porta lo spettatore in un ingorgo di silenzi e interrogatori.

Un enorme mistero, sussurrato e gridato. Un piccolo grande enigma che si mostra in tutta la sua potente e silenziosa austerità. In questa atmosfera nasce Wanted, il film di Fabrizio Ferraro, presentato alla 18ma edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione FreeStyle, un film che procede a piccoli passi per narrare un magma di storie, di mondi, di persone. 

Wanted: un complesso racconto misterioso che si svela poco

Un quartiere vuoto, strade ed edifici vuoti. Le persone sembrano essere svanite. In una stanza buia, poco illuminata, una donna viene interrogata (Denise Tantucci) da due inquirenti, un uomo (Giovanni Ludeno) e una donna (Chiara Caselli). Lo spettatore sa poco di ciò che sta succedendo, di chi sono i personaggi, perché la stanno interrogando. Wanted è così, è questo, è una storia che si svela poco, che si apre lentamente e forse non si apre mai fino in fondo. La metropoli che Ferraro mostra è priva di vita o quando la vita c’è, fugge o mente, persone ignare che vivono esistenze che da lì a poco cambieranno.

Il film presenta i personaggi, non molti, che parlano, raccontano, interrogano lasciando, sempre o quasi, un non detto seduttivo e spaventoso insieme come seduttiva e spaventosa è l’atmosfera dell’opera, un racconto ansiogeno in cui anche chi guarda si sente braccato, imprigionato, in crisi. 

 La prigioniera: “Vi prego, lasciatemi”
L’inquirente capo: “Sappiamo che continui a mentire”

L’inquirente capo e l’inquirente mettono sotto torchio la prigioniera, provano a farle dire verità ma lei non cede, anzi, ha un progetto, una strada da seguire che ci viene raccontata da una voce (Caterina Gueli), quella di una donna. Intanto però piccoli accenni di luce squarciano il buio/mistero: la donna ha partecipato a qualcosa che è avvenuto il giorno prima, lei può essere d’aiuto.
Wanted è una scatola cinese in cui le varie parti si inseriscono l’una nell’altra, le stanze in cui si trovano i personaggi, il periodo precedente a quello narrato, il mondo esterno in cui non c’è anima viva, le tre donne attorno a cui le cose si costruiscono, è un gioco al massacro dove i ruoli di vittima e carnefice di volta in volta si cedono il ruolo. Il dubbio sorge, di cosa si sta parlando? Cosa è successo? Chi è la vittima e chi è il carnefice?  

Un complesso racconto tra dentro e fuori, tra gli uni e gli altri

Voce “Mantieni la calma, accertati che il programma di fuga sia operativo. Durante il tragitto, ripercorri nel dettaglio tutte le tappe”

C’è un dentro e un fuori. C’è la natura in cui le persone sono immerse, in cui ordiscono trame – proprio dove tutto è incontaminato – e un interno oscuro come il ventre della balena delle favole dei bambini in cui c’è oscurità e buio, ansia e tensione. La prigioniera è lì per un motivo ma lei finge di non saperlo e forse ad un certo punto appare vero il contrario, sono gli altri le vittime di un donna che ha ordito ogni cosa.

I personaggi parlano di un lui, parlano di qualcosa che è accaduto, di vendetta, il vulnus alla base di Wanted è doloroso e quasi insopportabile come qualcosa che è impossibile da cancellare, un conflitto lento e inesorabile, una guerra di posizione. Quando uomini e donne si confrontano sembra anche di stare sulla scena di uno spettacolo di Beckett, si aspetta qualcosa, qualcosa è successo ma non si comprende bene cosa, c’è un Lui che tutto sa, che vuole vendicarsi e quindi inevitabilmente ci sono gli altri.

 uomo: “L’uomo è così attaccato al suo sistema che andrebbe ad alterare la verità delle cose, è pronto a non vedere vedendo, non udire udendo pur di giustificare la propria logica”

Nell’oscurità delle stanze si parla di vita e di mondi, di sistemi di governo e degli altri, di vendetta e di chi vorrebbe vendicarsi ma non lo fa, di muri da valicare o che bloccano il passaggio.

uomo: “questi stupidi signori, questi esseri naturali, spontanei, d’azione, appena vedono un muro si fermano, si mettono lì davanti a pascolare. Per loro il muro non è una variabile come per noi, ricordati che per loro il muro è qualcosa di definitivo, di calmante forse addirittura di mistico.

Questi stupidi signori io li ammiro enormemente non te lo nascondo.”

Wanted: valutazione e conclusione

Wanted è un film complesso e affascinante insieme, misterioso e criptico che porta lo spettatore in un gorgo di silenzi e interrogatori, di un ordine che indaga e reprime, di tre donne le cui vite si intrecciano, di fughe e di catture. Ferraro gioca con i generi, il suo film è un poliziesco ma anche un crime, affonda a piene mani nel genere mistery ma anche nel drama, li prende, li usa, cammina sui confini di tutto ciò per unirli insieme. Dopo I morti rimangono con la bocca aperta, Ferraro lavora e riflette sul cinema e sul potere.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1