Un romantico blackout: recensione del film con Mischa Barton e Sean Faris

Una commedia americana leggera e senza troppe pretese, Un romantico blackout è il film di Bradford May – ora disponibile su Prime Video - con Mischa Barton e Sean Faris alle prese con una comunicazione di coppia intossicata da smartphone ed internet.

Matthew (Sean Faris) e Rebecca (Mischa Barton) sono una giovane coppia di sposini ancora alle prese con una carriera da avviare e le difficoltà di mettere da parte dei risparmi sufficienti a comprare una casa prima della scadenza del contratto d’affitto. Una promessa, questa, che i coniugi Jones si sono fatti l’un l’altra poco prima del matrimonio ma che non hanno ancora mantenuto, complice una mancanza di comunicazione vis-à-vis mediata dal continuo e ossessivo uso dei dispositivi elettronici, come smartphone e laptop. A causa di un sms scritto male, infatti, tra Matthew e Rebecca scaturisce un malinteso: Matthew non è d’accordo a comprare la casa per cui Rebecca firma invece la proposta con l’agente. Ma una sera la città è in balia del caos a causa di un blackout totale che costringe i due a trascorrere una serata insieme in totale disconnessione dal mondo virtuale. Dopo aver ritrovato il piacere di stare insieme, i due decidono di bandire l’uso di qualsiasi dispositivo elettronico ogni sera e di dedicarsi alle più differenti attività di coppia. Ma ritrovare una comunicazione costruttiva e un’empatia di sentimenti ormai resa tossica, non è così semplice, soprattutto quando si forzano le cose…

Un romantico blackout Cinematographe.it

Se lo smartphone ci rende schiavi: come disintossicarsi da internet secondo i Jones

Un romantico blackout (2017) è il film di Bradford May – ora disponibile sulla piattaforma on demand Prime Video – che affronta il tema attuale del consumo compulsivo di internet e dei social media, spesso causa di una mancanza concreta di comunicazione nella vita reale al di là degli schermi dei nostri laptop e smartphone. Un tema ultimamente spesso discusso da psicologi e sotto le lenti dei sociologi che però il regista tratta nel registro della commedia romantica, con toni troppo leggeri e a tratti frivoli. La sceneggiatura a quattro mani scritta da Larry LaFond e Terry Ray risulta confusa e disorientata: la cornice della dipendenza che nella società di oggi abbiamo dai dispositivi elettronici e della conseguente relazione tossica con le persone a noi – realmente – vicine, ben presto sfuma per lasciare spazio a situazioni da commedia americana stereotipate e sterili in cui i personaggi non si sviluppano. La crisi comunicativa vissuta dai coniugi Jones appare ben presto qualcos’altro che però gli sceneggiatori sembrano trascurare: l’atteggiamento autoritario di Rebecca nel costringere – letteralmente – il marito ad osservare queste “serate detox” dal mondo virtuale non appare altrettanto sano. Non c’è dialogo, ma ben oltre la tecnologia. Impossibile empatizzare con uno dei due personaggi, entrambi carichi di battute a volte spaesanti e di comportamenti che sembrano gettati qua e là durante i novanta minuti di durata della pellicola, senza un preciso scopo – addirittura, a un certo punto della storia, ogni qualvolta Rebecca trova Matthew a lavorare con il suo laptop tratta la questione come se fosse un tradimento vero e proprio, per poi lei stessa sgattaiolare sui siti di vendita di case per coronare un sogno che a tratti sembra anche un capriccio. Complice della cattiva riuscita caratteriale dei due coniugi Jones, una recitazione non particolarmente impegnata con uno Sean Faris mono-espressivo e una Mischa Barton non al massimo delle sue performance.

Un romantico blackout Mischa Barton Cinematographe.it

Un romantico blackout: una commedia edulcorata

La regia piatta e manieristica di May non aiuta nella visione di un film che risulta anche pesante per essere una commedia, a causa della fragilità della trama e di dialoghi decisamente poco incisivi. Una commedia che rivela un finale del tutto scontato, da tipico “sogno americano”, farcita da una colonna sonora stuccosa adatta più a un film relevisivo che a uno da grande schermo. La verità è che la dipendenza da internet, dall’assuefazione dai like e dai social media è un problema reale e attuale che merita di essere affrontato con altrettanta serietà, mentre Un romantico blackout lo fa in modo fin troppo superficiale e dedito ai cliché. Se però cercate una commedia leggera, per trascorrere un’ora e mezza senza la pretesa di guardare qualcosa di socialmente impegnato, allora il film di Bradford May potrebbe comunque svolgere la sua parte da commedia americana qual è.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 1.5
Recitazione - 1.5
Sonoro - 1
Emozione - 1.5

1.4