TS+FF 2022- It’s Quieter In the Twilight: recensione del documentario di Billy Miossi

Un film crepuscolare che si concentra su uomini, donne e su visioni e pensieri che riguardano il passato.

Siamo mortali e anche ciò che creiamo è mortale. Questa è la lezione di It’s Quieter in the Twilight , il documentario di Billy Miossi, anteprima italiana al Trieste Science Film Festival (Trieste, dall’1 al 6 novembre), una storia di un miracolo ingegneristico e degli ingegneri che lo hanno reso possibile.

It’s Quieter In the Twilight: tra materiali d’archivio, interviste Miossi accompagna lo spettatore in un viaggio stupefacente

Nel 1977, i quattro pianeti, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, sarebbero stati allineati come accadeva solo ogni 175 anni (il loro ultimo allineamento è avvenuto durante l’amministrazione Jefferson). Un problema ha creato un’opportunità unica. Così è nato il Grand tour della Voyager. Voyager 1 e Voyager 2 sono stati entrambi lanciati con la speranza di riuscire a superare l’intero viaggio. Dal ’77 fino alla fine degli anni ’80, entrambe le sonde sono riuscite a rimanere più o meno operative, fornendo agli scienziati di tutto il mondo incredibili informazioni sul sistema solare. Il programma Voyager appassiona la comunità scientifica, i media, la gente comune, sembra quasi un’altra era geologica dal punto di vista tecnologico. Il film di Miossi usa il materiale d’archivio e vive di straordinarie immagini inviate dalle due sonde.

Oggi, quasi 45 anni dopo, entrambe le sonde sono ancora in volo e il documentario di Miossi accompagna il pubblico in questo viaggio, incentrato su un gruppo di ingegneri che stanno ancora lavorando al progetto. Il documentario guida abilmente lo spettatore attraverso la storia di questa missione, spiegando alcuni concetti complicati con semplicità, permettendo di capire l’impossibilità e l’importanza di tutto ciò. Ci sono due linee guida, da una parte la missione delle due sonde Voyager, la scoperta dei giganti gassosi, l’eliopausa e gli strumenti scientifici, dall’altra, gli uomini e le donne che ancora oggi si occupano di questo progetto.

Il regista Billy Miossi ci fa percepire le emozioni di quelle teste pensanti, ci fa ascoltare le loro storie, come sono entrate a far parte del progetto. Questo crea una connessione emotiva con lo spettatore e così l’emozione è anche nostra. È un’impresa difficile da realizzare e Miossi lo fa abilmente.

It’s Quieter In the Twilight: il racconto dell’ossessione di chi ha dedicato la vita alla scienza

C’è solo un posto sulla Terra che può inviare e ricevere segnali da Voyager 2, un sito di ricerca in Australia. Il film si sviluppa verso una finestra temporale estesa in cui il sito sarà chiuso per riparazioni, lasciando Voyager 2 veramente all’oscuro per mesi. Le cose vanno male e noi spettatori improvvisamente ci troviamo a fare il tifo per questo bellissimo pezzo di metallo, così lontano. La storia è già scritta eppure si partecipa come se fosse uno di quei film di fantascienza.

Alla base di It’s Quieter In the Twilight c’è tutta la tenera ossessione di chi ha dedicato l’intera vita, con dedizione, alla scienza e alla scoperta. C’è un’innegabile malinconia dettata dal tempo passato, da una materia che si è profondamente mutata negli anni, da un periodo che ormai è andato.

Un documentario su emozioni, ricordi e immagini

It’s Quieter In The Twilight è un film crepuscolare che si concentra su uomini, donne e su visioni e pensieri che riguardano il passato. A suo modo, tra lacrime commosse e con parole dette a bassa voce, quello di Miossi è un documentario che diventa toccante. Interviste, riflessioni e confessioni, dati scientifici e immagini dello spazio, tiene quasi col fiato sospeso. Il documentario sente e consegna sfumature delle emozioni umane di fronte a tutto ciò che hanno costruito e ai ricordi di quei momenti che hanno segnato la storia.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3