Train Dreams: recensione del film Netflix con Joel Edgerton
Train Dreams arriva su Netflix il 21 novembre 2025, con un Joel Edgerton brillante e una atmosfera mistica.
Train Dreams arriva su Netflix il 21 novembre 2025, dopo un breve passaggio in alcune sale selezionate. È un film che non cerca di impressionare con azione o colpi di scena, ma invita lo spettatore a un’esperienza di contemplazione lenta e profonda. Clint Bentley adatta la novella di Denis Johnson con uno sguardo delicato, quasi sospeso: ogni albero abbattuto, ogni raggio di sole che filtra tra le fronde, ogni segnale del progresso ferroviario diventa simbolo di memoria, perdita e resilienza. Joel Edgerton costruisce un Robert Grainier che è insieme un uomo comune e un monumento di solitudine, immerso in un paesaggio più grande di lui, che lo osserva e lo plasma.
Train Dreams: un uomo tra foreste e ferrovia

Robert Grainier è un taglialegna itinerante nella prima metà del Novecento, parte di una manodopera che trasforma la natura per aprire il cammino alle ferrovie. Il film racconta la sua vita come un flusso di coscienza: non c’è un climax tradizionale, ma una successione di dettagli, di gesti quotidiani e di pause che rivelano la profondità dei personaggi. Il lavoro fisico, le assenze prolungate, i ritorni fugaci a casa con Gladys, interpretata da Felicity Jones, diventano momenti di poesia e dolore. Le fughe di luce tra gli alberi, i tronchi abbattuti e i sentieri di polvere sono metafore di tempo e destino, e ogni scena sembra concepita per far respirare lo spettatore insieme a Grainier.
Bentley inserisce sequenze in cui la monotonia del lavoro quotidiano diventa quasi ipnotica: il ritmo del martello, lo scricchiolio delle assi, il suono della segatura che cade al suolo accompagnano lo spettatore, rendendolo parte della fatica e della meraviglia del protagonista. La città in costruzione, la ferrovia in espansione e la natura che si piega al progresso diventano un coro visivo che suggerisce domande più che risposte: cosa si perde quando si costruisce il futuro? E cosa resta dell’uomo nel silenzio delle sue giornate?
Poesia visiva e silenzi che parlano
La regia di Bentley ricorda Terrence Malick per il modo in cui la macchina da presa si muove tra alberi, radici e polvere, mai invadente, sempre rispettosa del ritmo del protagonista. Le inquadrature basse e ravvicinate rendono il bosco non solo uno sfondo, ma un personaggio silenzioso che interagisce con Robert. La luce del tramonto e le nebbie mattutine modellano i volti dei personaggi come sculture temporanee, trasformando ogni fotogramma in un piccolo poema visivo.
Joel Edgerton trasforma il silenzio in linguaggio: i suoi occhi raccontano più di mille parole, ogni gesto misura la fatica, la meraviglia, la nostalgia. Felicity Jones, come Gladys, porta sullo schermo una presenza domestica fragile ma luminosa, la promessa di calore in un mondo segnato dall’assenza e dal cambiamento. William H. Macy e Paul Schneider aggiungono texture al mondo di Grainier: uomini segnati dalla fatica e dalle stranezze della vita, che appaiono e scompaiono come apparizioni, lasciando tracce nella memoria dello spettatore.
Il sound design è straordinario: il fruscio del vento, il rumore delle seghe e dei tronchi che cadono, il cigolio dei carri ferroviari diventano strumenti narrativi che accompagnano ogni emozione dei personaggi. La colonna sonora, rarefatta e minimale, accentua la sospensione temporale, creando un dialogo tra silenzio e suono che amplifica la densità emotiva del film.
Progresso, memoria e solitudine nel film Netflix con
Train Dreams è un film che parla di tempo, progresso e perdita. Bentley non giudica, ma osserva: mostra come il cambiamento avanza inesorabile, come la natura e l’uomo si trasformano, e come ciò che resta siano i ricordi e i frammenti di bellezza sospesa. La memoria diventa rifugio e orizzonte al contempo, mentre la solitudine del protagonista è sia condizione esistenziale sia specchio di una società che consuma i propri figli in nome della modernità.
La narrazione mette in luce la dualità della vita di Grainier: l’isolamento fisico e sociale, contrapposto ai momenti di intimità familiare, sono rappresentati con una delicatezza rara, senza enfasi melodrammatica. Ogni piccolo gesto, ogni pausa e ogni sguardo diventano poesia, un invito a sentire e a percepire la fragilità della condizione umana.
Train Dreams: valutazione e conclusione

Train Dreams lascia una scia emotiva duratura: è un film che non chiede allo spettatore di capire tutto, ma di entrare nel ritmo dei personaggi, di assaporare le pause, di respirare il mondo che li circonda. Joel Edgerton offre una delle interpretazioni più intense della sua carriera, mentre Bentley dimostra una capacità rara di fondere poesia e realismo, evocazione e concretezza. Il film si chiude come un sogno che rimane: un invito a contemplare, a sentire, a ricordare.
Disponibile su Netflix dal 21 novembre 2025, Train Dreams è un cinema che non urla, non impone, ma accompagna: una carezza malinconica, un racconto visivo e sensoriale che continua a vivere nella memoria molto dopo la visione.