Thunderbolts*: recensione del film Marvel con Florence Pugh e Sebastian Stan
Thunderbolts* è un buon punto di partenza per rilanciare l'universo Marvel!
Un po’ fuorilegge, un po’ assassini, un po’ annoiati: i Thunderbolts* (da scrivere rigorosamente con l’asterisco per celare il vero nome del nuovo team) sono un gruppo di antieroi che non potrebbero essere più diversi dagli Avengers. In un’epoca in cui la Marvel tenta di rinascere e riportare al cinema il suo pubblico dopo il successo senza precedenti del primo decennio dell’MCU, Thunderbolts* potrebbe finalmente rappresenta la molla in grado di lanciare una nuova squadra di Vendicatori alla quale affezionarsi. Il film Marvel, diretto da Jake Schreier, è l’ultimo della Fase Cinque e serve da trampolino di lancio per le prossime pellicole, tra cui I Fantastici Quattro – Gli Inizi e Avengers: Doomsday. La trama di Thunderbolts* si snoda intorno a un gruppo di antieroi, costretti a collaborare per uscire da una trappola mortale: insieme dovranno unire le forze e diventare una squadra al fine di sventare una pericolosa minaccia governativa.
Thunderbolts*, un film corale dove emerge il personaggio di Yelena, interpretato da Florence Pugh

Thunderbolts*, come ogni film Marvel che si rispetti, si collega ad alcune delle sue opere precedenti per creare continuità nella sua linea temporale. In questo caso, la storia riparte dagli eventi di Captain America: Brave New World e soprattutto da Black Widow, il solo movie con Scarlett Johansson del 2021. Ritroviamo una Yelena (Florence Pugh) che cerca di trovare un senso alla sua vita dopo la morte della sorella adottiva. La spia lavora per la spietata Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) ma vuole cambiare e diventare una civile. Per una serie di intrighi, Yelena finisce in trappola con John Walker (Wyatt Russell), “il sostituto” di Captain America caduto in disgrazia, e Ghost (Hannah John-Kamen), criminale con l’abilità di passare attraverso gli oggetti. La prima metà di Thunderbolts* sembra quasi una storia compatta a sé, e bisogna aspettare oltre la prima ora per vedere il gruppo formarsi.
Red Guardian, alias Alexei Shostakov (David Harbour), torna dopo Black Widow e lo ritroviamo nei panni di autista di limousine. Bucky Barnes (Sebastian Stan), come già si era visto nel cameo di Captain America: Brave New World, è in corsa per il senato. Il Soldato d’Inverno che è in lui tornerà in azione nel momento in cui dovrà mettere insieme questa squadra last-minute di eroi disadattati, misantropi e depressi, che preferirebbero fare tutt’altro piuttosto che salvare New York dall’ennesima minaccia, rappresentata dalla malvagia e carismatica Valentina. La Contessa, dopo una serie di camei, trova un suo spazio e ha un ruolo centrale all’interno della storia. Per aggiungere un po’ di mistero, c’è l’enigmatico Lewis Pullman nel ruolo di “Bob”, un personaggio in apparenza innocuo che sembra sbucato dal nulla, che stringerà una specie di legame emotivo con Yelena.
Thunderbolts* appare come un film corale, il cui cuore è rappresentato da Yelena Belova: Florence Pugh è protagonista assoluta e – giustamente – si merita di stare sotto ai riflettori. È una Vedova Nera brava nel corpo a corpo, dura e sarcastica, ma con tante ferite dentro. La morte di Natasha l’ha segnata profondamente, tanto da portarla a rinchiudersi in se stessa e soffocare il suo dolore. È un’eroina forte ma fragile, piena di sfaccettature: merito all’interpretazione della Pugh, abile nel darle il giusto accento e uno stile tutto suo.
Thunderbolts*: valutazione e conclusione

Thunderbolts* sembra voler riscrivere un nuovo capitolo nella saga degli Avengers. O meglio, vuole reinventarsi: se Iron Man, Thor, Cap, Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco erano eroi “sobri”, con qualche macchia nel passato ma non eccessiva, questi nuovi antieroi sono di tutt’altra stoffa. E c’è New York, ancora una volta protagonista di un’epica battaglia finale tra Ben e Male, come fu il film The Avengers del 2012. Probabilmente Yelena, Bucky, Ghost (al secolo Ava Starr), Alexei e John “sono le persone sbagliate per diventare un gruppo di eroi” (da una citazione nel film), eppure trovano il modo di collaborare, mettendo le radici a quella che potrebbe diventare una nuova famiglia problematica di Vendicatori. Il regista Jake Schreier si avvicina al progetto senza mostrare alcun timore, anzi riesce a gestire molto bene la trama complessa, i suoi risvolti e soprattutto i suoi personaggi irrequieti e squattrinati.
Thunderbolts* è un buon punto di partenza per rilanciare l’universo Marvel, dopo un filone di film non proprio all’altezza dell’iconico decennio 2008-2018. È una pellicola come piace agli appassionati di fumetti sui supereroi: intrattiene, ci si prende a scazzottate, si ride quanto basta. Infine, ci sono i buoni sentimenti, a dimostrazione che anche il più disadattato e riluttante degli eroi ha un cuor d’oro.
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