The Warrior – The Iron Claw: recensione del film di Sean Durkin

Il film sul wrestling di cui non sapevamo di avere bisogno.

Al confine fra spettacolo teatrale e lotta libera. Una violenza simulata (e nemmeno tanto) che si incrocia con personaggi sceneggiati dal ruolo predeterminato. Insomma: wrestling. Per alcuni un noioso e bigotto spettacolo, mentre per altri un evento da non perdere, superiore ai sport convenzionali. The Warrior – The Iron Claw è un film apparentemente di grossi omaccioni, che si danno botte “finte” e con un padre molto più che tossico. Una famiglia dal destino tragico. La pregevolezza di questo prodotto sta proprio nei suoi semplici temi e la capacità del regista di espanderli. Un’umanità che non ci si aspetta e interpretazioni davvero apprezzabili, fanno del lavoro di Sean Durkin una piacevole chiave di lettura di una famiglia apparentemente maledetta e del suo combattente, con un Zac Efron più che discreto e interessante.

The Warrior – The Iron Claw una storia di combattenti

The Warrior - Cinematographe

Un racconto tipicamente americano, ispirato da una storia vera, fuori dalla nostra visione e concezione comune delle cose. The Warrior – The Iron Claw è la storia di una famiglia di lottatori di wrestling, i Von Erich, alla ricerca di una vita dignitosa e della conquista del titolo mondiale. La famiglia però pare colpita da una maledizione e le tragedie non tarderanno ad arrivare. Le lotte non saranno solo sul ring, che per graziosa scelta registica non sono il vero clou del film, ma soprattutto in famiglia dove capeggia indiscusso il capofamiglia e padre dei protagonisti, Fritz Von Erich (Holt McCallany). Chi si sarebbe aspettato delle interpretazioni così interessanti da un prodotto di questo genere? Jeremy Allen White e Harris Dickinson fanno la loro bella figura nell’interpretare i fratelli David e Kerry, ma la vera scoperta è Zac Efron nei panni di David, il protagonista spirituale dell’opera, che riesce non solo a portare un cambiamento enorme nella sua fisicità, ma riesce anche con una gradevolissima interpretazione a far emergere un personaggio che nei primi minuti appare piuttosto piatto. Zac Efron non è sicuramente riconosciuto come un attore di altissimo livello, eppure unito al grande lavoro fisico che è stato fatto si riesce a intravedere qualche luccichio di miglioramento.

Meritevole anche la scrittura, sempre firmata Sean Durkin, che si perde talvolta nel doppiaggio italiano a furia di “bro”. Si è dato il giusto spessore ai personaggi, senza necessariamente strabordare nel melenso o all’estremo opposto, cioè di mascolinità tossica. Non ci sono vincitori in questo film, solo una famiglia come tante altre che cerca di restare a galla per più tempo possibile. L’amore fraterno e le complicate relazioni familiari sono riportate con adeguato gusto, non sempre con la medesima intensità ma rimangono comunque due ore e più di visione sicuramente godibili.

Gli anni ’60 attraverso la regia e la fotografia

The Warrior - The Iron Claw Cinematographe

Uno studio dell’immagine di alto rilievo per la regia di Sean Durkin e la fotografia di Matthew Hannam, al suo esordio alla direzione, che rimane davvero il punto forte della pellicola. Dai colori talvolta molto saturi ai stacchi di piani pregevolissimi, ci si ritrova davanti a quello che in alcune scene pare un film d’autore. Nulla è lasciato al caso e la regia durante i combattimenti è davvero apprezzabile. Con i piani sequenza dal ring e un pubblico reale ad acclamare gli attori, queste scene vivono di vita propria, avvicinandosi a film ben più blasonati del genere. Il montaggio a coronare il tutto aumenta di molto l’impressione di qualità. Non è un film che parte subito, questo dev’essere chiaro. Nelle prime scene si tentenna; pare di trovarsi davanti al solito prodotto d’azione e combattimento come ce ne sono molti altri in giro. Invece una volta che i proiettori sono andati avanti da un po’, ci si lascia immergere completamente nella visione e nella storia. Fuori dal ring si respirano a pieni polmoni gli anni ’60 e ’70, dalle scenografie ai costumi. Anche nella finzione del wrestling, si percepisce una vitalità dei personaggi e dell’ambientazioni davvero sopraffina.

I contrasti fra show e vita reale, la dura e incontrastabile vita reale, agiscono da collante per il protagonista David e la sua famiglia. Si empatizza lì dove non si pensava possibile, lontani da un’esperienza comune e condivisibile da tutti. Il guerriero non è colui che senza mai mostrarsi debole affronta la vita a testa alta, ma chi cerca di migliorarsi, di aprirsi a cercare la via migliore. Questo The Warrior – The Iron Claw lo esprime con forza, oltre i combattimenti e la fama. I legami sono più travolgenti di tutto il resto, e tutti i protagonisti lo capiranno molto presto.

The Warrior – The Iron Claw: valutazione e conclusione

the warrior the iron claw cinematographe

La paura di deludere quelle figure che reputiamo importanti nella nostra vita, fa parte dell’esperienza di ognuno. Eppure in questo film l’ombra infinita del padre del protagonista David, si staglia egemone anche davanti alle ripetute tragedie. Non importa quanto sarà la sofferenza, bisogna andare avanti a testa alta a tutti i costi. Dedicare e sacrificare la propria vita al “bene comune”. Dal gusto simpatico e estivo di questo dramma familiare, si passa molto velocemente alla frustrazione, al diniego e allo sconforto. Quella che poteva essere una storia vera di vittorie, di conquiste, è stata giustamente trasposta come una tragedia dal sapore amarissimo della solitudine. Non bastano gli obiettivi e la fama a chiudere i buchi che si creano; nessuno può liberarsi da ciò. Un lungometraggio da recuperare per riflettere su questi argomenti con uno sfondo apparentemente leggero e talvolta goliardico. Piacevole sia per gli amati del wrestling che dei fan delle regie più ricercate. The Warrior – The Iron Claw scritto e diretto da Sean Durkin, prodotto da A24. Disponibile in sala dal 1 febbraio 2024.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8