The Piper: recensione del film di Erlingur Thoroddsen

Richiamo diretto alla fiaba dei fratelli Grimm "Il pifferaio di Hamelin", meglio conosciuta come "Il pifferaio magico", The Piper rievoca il personaggio tanto temuto nei nostri giorni con una pellicola che non soddisfa e a malapena spaventa.

Non sappiamo se lo scopo dell’autore e regista Erlingur Thoroddsen, fosse quello di rileggere in chiave moderna la storia del pifferaio magico e di riportarlo in vita per terrorizzare nuovamente il mondo, o semplicemente abbozzare una trama mediocre su un soggetto all’apparenza semplice, con il solo scopo di portare persone nelle sale cinematografiche. Ma quello che è certo, è che qui non ci siamo proprio e il film non funziona su praticamente tutti i livelli. Povero pifferaio.

The Piper parte con un’idea funzionale. Evocando flebilmente i racconti lovecraftiani e il terrore psicologico dell’ignoto. La messinscena però è deludente. Non fa paura e non emoziona. Ben lontana dalla pellicola pubblicizzata che dovrebbe unire film come Whiplash a horror come The Vvitch. Purtroppo si parla pure dell’ultima interpretazione di Julian Sands, scomparso il 13 Gennaio 2023. Insomma un continuo climax discendente per questo prodotto poco entusiasmante della Millenium Media.

La trama di The Piper

The Piper la recensione cinematographe.it

La trama di The Piper segue le vicende di Mel (Charlotte Hope), una promettente compositrice e suonatrice di flauto traverso, che dopo la morte in circostanze misteriose della sua mentore Katharine, si trova a dover completare un concerto per bambini composto dalla stessa defunta anni prima. Mel pur di avere l’esclusiva nella composizione, si introduce in casa di Katherine alla ricerca degli spartiti. Qui la musicista incontra la sorella di Katharine, Alice (Pippa Winslow), che le intima di non cercare ulteriormente e di non suonare per nessuna ragione il concerto. Spinta dal perfido direttore d’orchestra Gustafson (Julian Sands) che vuole a tutti i costi quello spartito, Alice trova nella casa di Katherine oltre agli scritti con la partitura semi-bruciata anche un nastro contenente parti della sinfonia registrate. Ascoltandolo Alice inizia a vedere e sentire strane cose, senza darci però troppo peso.

Qui inizia un’indagine che porterà Mel a cercare di comprendere la reale natura della partitura, che a più riprese presenta degli elementi quasi sovrannaturali all’ascolto. Inoltre, iniziano ad accadere fatti inquietanti: prima il figlio della vicina scompare senza lasciare tracce, e in seguito le persone vicino ad Mel iniziano a comportarsi in maniera bizzarra, diventando paranoiche, soffrendo d’insonnia e continuamente ossessionati dal motivetto. Ciò che accomuna questi fatti è proprio l’ascolto della traccia, che a quanto pare ha effetti molto più intensi sui bambini. Infine diverranno sempre più frequenti le visite di questa figura umana dagli occhi diabolici, che si scoprirà infine essere il famoso pifferaio.

Manca tutto, fra emozione e tecnicismi

the piper la recensione cinematographe.it

The Piper è manchevole. Non solo nella sua scrittura noiosa e fortemente didascalica, ma in generale nella sua riuscita. Ciò che il soggetto vuole essere è quantomeno interessante, perdendosi però in tutta la produzione del film. Si sente troppo quella sensazione di citazione e confusione, che non trova particolarmente senso. Estrapolando poi il film dal suo genere, cosa ne rimane se non una storia piattissima, con personaggi piattissimi? Niente. Il problema peggiore è che anche riportando il film alla media dell’horror contemporaneo, che raramente sforna prodotti di qualità, ci si trova davanti a scene con un “pupazzone” dagli occhi arancioni, abbozzato e che una volta mostrato non risulta neanche spaventoso. Il tema della fusione fra musica e l’orrore è un argomento molto interessante, che se ben sviluppato può davvero sfornare delle pellicole di qualità, ma in questo caso ha solo ulteriormente diluito la storia, al punto da renderla totalmente inefficace.

Dal lato tecnico si va incontro ad altre problematiche; a partire dei già citati “effetti speciali” fino alla regia, The Piper è un guscio vuoto possibilmente pieno d’aria e fumo. La fotografia è esasperata, con la maggior parte delle scene illuminate male; troppo o troppo poco che sia. In particolare quando la protagonista si infiltra nella casa della mentore defunta, quella che dovrebbe essere una soffitta o comunque una stanza piena di oggetti della fu compositrice, è completamente illuminata di rosso. Non perché ci fossero finestre o particolari momenti allucinatori, ma per il semplice fatto che ci si trovasse nel momento del tramonto. Potrebbe sembrare un dettaglio di scarso rilievo, ma riassume bene in che modo la fotografia di questo “horror” contribuisca ad abbassare il valore del prodotto stesso. In modo anche paradossale, le musiche sono monotone. Non si percepisce quel senso che avrebbero dovuto avere: la vorticosità, il motivetto orecchiabile e la capacità intrinseca di smuovere gli animi dei spettatori. Nulla tutto ciò. Una normalissima colonna sonora, ed una normalissima composizione che però sfigura abbondantemente se si va a guardare al cinema un film che si propone come horror musicale.

The Piper: valutazione e conclusione

The-Piper- Cinematographe.it

Che scopo ha The Piper? Vuole spaventare qualche povero spettatore malato di melofobia (per chi non lo sapesse è la paura nei confronti della musica)? O banalmente si è cercato di produrre un soggetto “facile” a scarso budget che avrebbe accolto nelle sale gente curiosa per via dell’assonanza con la fiaba dei fratelli Grimm? Senza prendersi la briga di rispondere necessariamente a queste domande, l’unica cosa che possiamo affermare con certezza è che il lungometraggio non è valido. Non è valido come horror, non è valida come idea e non è valida la somma delle due parti. Scivola tutto quanto via, interpretazioni comprese, e non lascia nulla allo spettatore. L’incubo di ogni regista è la dimenticabilità delle proprie opere, e purtroppo The Piper rientra a pieno titolo nella lista del cinema dell’oblio, dove finiscono tutti i prodotti che non stimolano la revisione o pensieri subito dopo la visione.

Per coloro abbastanza arguti da voler comunque vedere il film, consigliamo una visione con un gruppo di amici cinefili, così da rendere la visione perlomeno simpatica e leggera, sviando totalmente dal senso stesso della pellicola e superando i 90 minuti di durata con qualche risata e un po’ di allegria. In uscita nelle sale il 18 Gennaio 2024.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.9