The Kissing Booth 3: recensione del film Netflix

The Kissing Booth 3 narra l'estate più bella della vita, quella prima dell'Università, quando tutto sembra possibile.

L’11 agosto 2021 esce su Netflix il terzo capitolo di The Kissing Booth di Vince Marcello, film che chiude la trilogia romantico-adolescenziale, nata dai libri di Beth Rekkles; The Kissing Booth 3 racconta di Elle (Joey King) per l’ennesima volta di fronte ad un bivio: scegliere l’università, Harvard o Berkley, che poi vorrà dire “scegliere” tra l’amicizia fraterna con Lee (Joel Courtney) o l’amore per il fratello maggiore di Lee, Noah (Jacob Elordi).

The Kissing Booth 3_Cinematographe.itThe Kissing Booth 3: il racconto dell’ennesima scelta di Elle

Il secondo capitolo aveva lasciato lo spettatore assieme ad Elle alla cerimonia del diploma, insieme a Lee e a Noah, con cui si è ricongiunta. Il terzo capitolo narra l’estate più bella della vita, quella prima dell’Università, quando tutto sembra possibile: l’estate dei sogni, delle speranze, dei progetti ed Elle proprio mentre pensa a cosa avrebbe fatto durante quei mesi riceve più di una telefonata dalle due scuole (è in lista di attesa per entrambe) per ricevere una risposta: dove vuole iscriversi? Per Elle però questa decisione è ancora più importante: l’amore e Noah o Berkeley e l’amicizia con Lee. Ancora una volta però Elle non dice nulla ai due ragazzi, non vuole far soffrire nessuno dei due ma sa che sarà impossibile non ferire uno dei due uomini più importanti della sua vita e mette in standby il futuro per vivere il presente (anche se dentro di sé ha forse già preso una decisione). The Kissing Booth 3 si concentra sull’ultima estate dei tre ragazzi assieme alla fidanzata di Lee, Rachel, nella casa al mare storica dei fratelli, in procinto di essere venduta. Quella casa diventa metafora del momento che stanno vivendo – come la cabina dei baci e il videogioco cabinato che ha rappresentato l’amicizia di Lee e Elle -, rappresentazione di un’epoca con tutti i suoi ricordi – la stanza dei giochi, i segni sul muro che indicano la crescita dei tre amici, le foto appese -; come loro devono crescere così i genitori di Noah e Lee devono vendere quella casa perché ormai, dicono, non verrà usata più come un tempo, l'”era” è cambiata. Lee e Elle trovano, mentre preparano gli scatoloni per le cose da buttare via e da tenere, una nuova lista, da aggiungere a quella delle regole dei migliori amici, una vera e propria Bucket List sulle ultime cose da fare prima di andare al college stilata da Elle e Lee da bambini. Un’altra avventura è pronta per i due amici ma il tutto è complicato dal fatto che per Elle è arrivato il momento di rispondere alla famosa telefonata e la risposta è solo una: Harvard. Come fare a rimettere insieme i pezzi del cuore di Lee? Ci vuole un film intero quasi.

The Kissing Booth 3_Cinematographe.it.pngRiproporre temi già noti

The Kissing Booth 3 sviscera un tema importante per la vita dei giovanissimi, la scelta/costruzione del futuro. Elle ha tante possibilità e per questo è confusa; non sa ancora bene cosa vuole fare, non ha pensato a questo fino ad ora e quando inizia a farlo non pone al centro sé stessa ma gli altri, Lee e Noah, pensa al suo domani in rapporto agli altri non a sé stessa. La ragazza si troverà in un gorgo pieno di cose e scelte da fare per non ferire gli altri – e intanto si metterà da parte -, per non lasciarli scoperti: il padre e il fratello, il ragazzo, il migliore amico, quando arriva il momento di pensare a Elle?

Arriva il momento in cui la ragazza deve pensare al suo futuro in maniera autonoma e dunque dal punto di vista narrativo questa presa di coscienza la porta a conseguenze, personali, emotive, di vita.

Il terzo capitolo lavora intorno agli elementi tipici della saga che l’hanno resa celebre: la storia d’amore con Noah, l’amicizia con Lee, le tentazioni dei terzi incomodi – tornano sulla scena Chloe e Marco. Qualcosa però manca o è di troppo, sarà forse che Beth Rekkles, autrice dei libri da cui sono stati tratti i film, ha scritto questo terzo capitolo in corsa proprio per favorire le riprese del film, diretto da Vince Marcello e girato contemporaneamente al secondo. La coppia Elle-Noah è qui molto più distante forse anche perché i due attori che facevano coppia anche nella vita si sono lasciati – in realtà già alla fine del primo capitolo. Elemento abbastanza inutile nella storia sono anche i due “rivali” di Elle e Noah che aggiungono ben poco alla storia se non ulteriori liti per i due innamorati. Insomma qualcosa si è inceppato in questo The Kissing Booth 3 che si concentra molto di più sull’amicizia tra Lee ed Elle che su altro e che inevitabilmente inibisce un totale coinvolgimento e spiega l’ulteriore indebolimento di questa terza avventura conclusiva.

Una narrazione che punta tutto sul ricordo e sulla malinconia

Mentre i figli crescono i genitori devono rivedere le loro vite, o meglio iniziano a pensare che le cose anche per loro cambieranno: la mamma di Lee e Noah, interpretata da Molly Ringwald, decide assieme al marito di vendere la casa perché non ci sono più figli da portare al mare, non ci sono più bambini da crescere, ormai il nido è vuoto, il padre di Elle, Brad (Stephen Jennings), vedovo è forse finalmente pronto per una nuova compagna perché i suoi figli sono abbastanza grandi. Anche per i papà e per le mamme è tempo di iniziare un nuovo capitolo della loro vita, in cuoi ricordi, presente e futuro si mescoleranno insieme; ed è proprio questa nota malinconica a cullare lo spettatore e a farlo, a tratti, anche commuovere.

Questa piccola Odissea umana di Elle è giunta quindi al termine e un po’ ci mancherà, l’abbiamo vista crescere e innamorarsi, l’abbiamo vista litigare, perdere Noah e Lee e ritrovarli, l’abbiamo vista lottare, l’abbiamo vista scegliere tra un nuovo ragazzo della sua scuola e Noah e ora la vediamo pronta a sbocciare per davvero, pronta a spiccare il volo libera e felice. Lungo questo viaggio lo spettatore comprende, magari rivedendosi in Elle, che il centro è proprio la libertà di essere ciò che si vuole, chi si vuole, e per fare questo alle volte bisogna mettere da parte gli altri, togliersi dagli abbracci sicuri di chi si ama.

Una rom-com divertente che ha perso una possibilità

The Kissing Booth 3 è una commedia sentimentale simpatica e divertente che non aggiunge molto a ciò che ha già raccontato. La sensazione è che il pensiero è stato più cavalcare la bella onda, il successo di pubblico dei due capitoli precedenti che non concludere degnamente la saga. Nonostante i molti errori e le molte ripetizioni, il finale di questo ultimo capitolo è ciò per cui vale la pena vederlo: un mix di emozione, commozione e malinconia.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

2.8

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