The Good Intentions: recensione

In concorso a Visioni Fuori Raccordo, un documentario che parla di rapporti familiari da ricucire e ferite ancora aperte da risanare

Beatrice Segolini è una studentessa di cinema documentario con un passato burrascoso alle spalle, una famiglia problematica, una sorella morta prematuramente e dopo un solo anno di vita e un padre violento e autoritario, che sfoga sui figli tutte le sue repressioni. I traumi della sua infanzia l’hanno spinta, raggiunta la maggiore età, molto lontana da casa. Sette anni dopo. Beatrice decide di ritornare a casa e di filmare, insieme alla sua crew, un documentario che ripercorra i momenti più delicati del suo passato e l’aiuti, in qualche maniera, a fare pace con i suoi demoni e a ritrovare un rapporto con suo padre.

Presentato nella sezione Concorso Italiano del festival del documentario Visioni Fuori Raccordo, The Good Intentions è stato scritto e diretto nel 2016 da Beatrice Segolini e Maximilian Schlehuber.

Cercando di alternare filmati familiari di repertorio a registrazioni degli incontri tra Beatrice e la sua famiglia, The Good Intentions è un esperimento acerbo, forse, ma carico di pathos e buone intenzioni, in cui è palpabile il dolore di Beatrice e il suo desiderio di ripristinare un contatto con suo padre ed è altrettanto forte il desiderio della sua famiglia di spedire nel dimenticatoio tutto il dolore vissuto nel passato, fingendo che non fosse mai realmente esistito. Beatrice Segolini prova ad affrontare il trauma della violenza di suo padre insieme alla sua famiglia, ma si accorge che nessuno ha voglia di ascoltarla.

The Good Intentions: un esperimento acerbo ma carico di pathos

The Good Intentions

Quanto è difficile metabolizzare un dolore? Perché tendiamo sempre a rimuovere un trauma anziché provare ad affrontarlo, rielaborarlo e superarlo, così da poter serenamente andare oltre nella nostra vita? È questo che prova a chiedersi Beatrice girando questo documentario: durante gli incontri con sua madre e i suoi fratelli, nessuno riesce mai ad ammettere di aver sofferto davvero, durante gli episodi violenti di loro padre, e in qualche maniera cercano anche di sminuire il ricordo del passato, provando a giustificare goffamente la sua violenza scriteriata.

Con qualche intoppo e non poche difficoltà, The Good Intentions cerca di riportare a galla i momenti più delicati della vita di Beatrice, mettendola a volte in seria difficoltà: il delicato momento che segna l’incontro ravvicinato con suo padre è spoglio ma toccante, crudo, estremamente intenso. Beatrice cerca di far ragionare suo padre sul suo passato e sui suoi errori e se in un primo momento lui cerca di divincolarsi dalle responsabilità, alla fine si ritrova spalle al muro ad accettare le sue colpe, pur consapevole che tornare indietro e impossibile, ma allo stesso tempo conscio che è altrettanto faticoso provare a curare le ferite ancora aperte. Il risultato è il quadro decadente di un uomo disilluso e solo, solo come non lo era mai stato prima d’ora, ma consapevole – forse – che avrebbe potuto fare qualcosa, in passato, per sistemare quelle cose che, adesso, sembrano così irrecuperabili.

The Good Intentions - still3

Pur nella sua imperfezione, The Good Intentions è un documentario coraggioso e pieno di dolore, un dolore che la stessa Beatrice vuole superare

The Good Intentions è un documentario imperfetto e pieno di lacune, privo di una reale scrittura a monte e che tende a soffermarsi forse troppo sulle sue attuali condizioni familiari e poco sul suo rapporto con il padre (suo e della sua famiglia), ma ha il pregio e il coraggio di voler discutere un tema spesso off limits com’è quello della violenza domestica: un dispiacere, però, rimane, a fine visione: l’ultimo sacrificio di Beatrice, con questo documentario, sembra vanificarsi sul finale, perché il rapporto con suo padre non ha subito mutamenti e la sua famiglia ha deciso di continuare a non parlare dell’accaduto. L’unico sollievo sta nel realizzare, in qualche modo, che andare avanti è ancora possibile, così come – in fondo – sforzarsi di metabolizzare un dolore.

Regia - 2
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

2.8