The Equalizer 2 – Senza perdono: recensione

La recensione di The Equalizer 2 - Senza perdono, il film con Denzel Washington diretto da Antoine Fuqua e irrorato dalle ottime musiche di Harry Gregson-Williams.

Torna al cinema l’ex marine e agente segreto Robert McCall (Denzel Washington) che il pubblico aveva conosciuto nel primo, fortunatissimo The Equalizer del 2014, ancora una volta alle prese con intrighi, agguati, torti da riequilibrare, in un film torbido, cupo e diretto dal talentuoso Antoine Fuqua.

Questo The Equalizer 2 riparte da dove ci eravamo lasciati quattro anni fa, spostando l’azione in un sobborgo del Massachusetts dove McCall vive e continua il suo lavoro di autista, non disdegnando però di aiutare i deboli e gli indifesi ovunque gli si presenti l’occasione.
McCall nella sua crociata viene aiutato dalla sua amica ed ex collega della DIA Susan Plummer (Melissa Leo) chiamata in quei giorni ad indagare circa la misteriosa morte di un collega a Bruxelles, coadiuvata dall’ex camerata ed amico di lunga data di McCall, l’agente Dave York (il lanciatissimo Pedro Pascal). Ma qualcosa o qualcuno trama nell’ombra, ed una serie di terribili e funesti eventi costringeranno il protagonista a fare i conti col proprio passato e i propri fantasmi.

The Equalizer 2 – Senza perdono: solo adrenalina o c’è qualcosa di più?

Il tema del vendicatore, del vigilante, è un must del cinema e della letteratura americana; incarna qualcosa di profondamente radicato nella visione del mondo di oltreoceano, perfettamente connessa ad una logica individualista e anti-stato, dove l’individuo non può contare che su se stesso e dove lo Stato è assente se non quasi complice nel suo lassismo, o comunque può fare poco contro l’avanzare delle tenebre.

In fondo il successo dell’omonima serie del 1984 era dovuto proprio a quest’elemento, familiare al pubblico americano da sempre. Dal mitico Il Giustiziere della Notte ai suoi epigoni come Death Sentence, Jack Reacher, Drive, Taxi Driver, Harry Brown o The Boondock Saints, per non parlare di personaggi dei comics come The Punisher, Vigilante o lo stesso Batman, l’America ha infatti sempre amato la figura del vigilante ed il suo essere ad un tempo contro la legge e dalla parte della giustizia.
In fondo si tratta di un qualcosa che affonda le radici in molti episodi della storia americana, soprattutto quella del Far West. Ma allora cosa porta di nuovo il personaggio di McCall, cosa aggiunge al già detto o già scritto in passato?
Davvero in The Equalizer 2 vi è qualcosa di più di azione fine a sé stessa, di un puro esercizio di creazione adrenalinica? Questi e molti altri quesiti trovano una chiara risposta alla fine dei 121 minuti di un thriller molto più atipico e molto più sfaccettato del suo predecessore del 2014.

The Equalizer 2 – Senza perdono: oltre la trama, una regia ben calibrata

the equilizer 2 cinematographe.it

The Equalizer 2 infatti si nutre non tanto di una sceneggiatura di Richard Wenk buona ma non eccezionale, quanto piuttosto di una regia di Fuqua assolutamente perfetta, calibrata al millimetro per guidare lo spettatore in un universo claustrofobico, adrenalinico, cupo e presago di morte.
Non è quindi l’iter narrativo, l’intreccio, la carta vincente di questo action thriller, quanto lo stile, i significati che si nascondono dietro i vari personaggi, il loro collocarsi in una categoria abbastanza ibrida e poco chiara, distante dai cliché hollywoodiani quanto basta.
Tutto questo però è merito di un Fuqua che fa in modo che ogni scena, ogni movimento di macchina, ogni inquadratura, parlino più di ogni dialogo utilizzato.

Importantissimo in The Equalizer 2 è l’apporto della fotografia di Oliver Wood, la cui maestria ha fatto la fortuna di registi come John Woo, Paul Greengrass o Edward Zwick; anche qui Wood fa muovere i personaggi dentro un universo dove la luce del sole non esiste, dove dominano le ombre, l’oscurità, la natura ostile e in tempesta, la metropoli come alveare insicuro, ammantato dalle varie tonalità cementate e vetrate del grigio, del blu, un urban rainbow che aiuta Fuqua a dipingere un’universo plumbeo ed infido. Il tutto coadiuvato dalle ottime musiche di Harry Gregson-Williams.

the equilizer 2

Tutto questo però funziona perché la coppia Fuqua-Washington ha le idee molto chiare sul personaggio, su come farlo muovere, sul ricreare (anche solo per brevi istanti) sullo schermo quel mondo virile, disperato e spietato che fece a suo tempo la fortuna dei western crepuscolari e spietati di Sam Peckinpah come Il Mucchio Selvaggio, Pat Garrett & Billy The Kid, o di quelli diretti da Daniel Mann e Joseph Mankiewicz.
Nessuno qui è innocente, nessuno può ergersi a simbolo di vera giustizia o moralità, neppure il McCall di Washington, tigre che si è chiusa in una gabbia di isolamento dalla quale si libera per sentirsi utile e ancora vivo mentre picchia stupratori, mette in riga membri di gang da due soldi o sistema gangsters arroganti.
Ma dietro tale opera di “bene” si intuisce il bisogno dell’adrenalina, dell’essere ancora nella battaglia, ancora in guerra col mondo.
La sua morale cristiana sanguinolenta, il suo ergersi a paladino degli indifesi, sono solo escamotage creati da un uomo senza futuro, aggrappato ad un passato di orrori e falsi ideali. Ma che in fondo è conscio del suo essere alieno a chi e cosa lo circonda, del suo poter solo accarezzare una normalità che però non gli potrà mai appartenere.

The Equalizer 2 – Senza perdono: un bel film, ma non esente da difetti!

Solidissimo nelle maestranze, The Equalizer 2 – Senza perdono non parla quindi tanto del tema della vendetta o della giustizia, quanto di quello della responsabilità, del potere, di quanto la violenza sia un tutt’uno con l’uomo, che sovente cerca di giustificarla con parole come ideali, dovere, legge o legittima difesa, oppure di ingabbiarla con uniformi, guerre o quant’altro.

The Equalizer 2 non è comunque esente da difetti; sovente infatti esagera nell’invincibilità del suo protagonista, a tratti irritante quasi quanto lo Steven Seagal dei bei tempi, e nel finale quasi rovina l’atmosfera dark e disperata, abbracciando un happy end a tratti veramente ridicolo.
La sceneggiatura poi, a volte perde di coerenza e di efficacia, non approfondisce elementi di grande importanza, il rapporto pre-esistente tra i vari personaggi o si dilunga troppo con altri francamente secondari.
Ed è un peccato, perché il il film quasi fino alla fine, mette molta carne al fuoco ma senza esagerare, senza farsi prendere la mano e soprattutto abbracciando un iter cinematografico che riscopre e valorizza la tensione, il silenzio e la suspense rispetto a machismi, effettoni speciali o battutine ironiche da quattro soldi.

The Equalizer 2 – Senza perdono è in uscita al cinema dal 13 settembre con Warner Bros.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6