The Eichmann Show – Il processo del secolo: recensione

The Eichmann Show – Il processo del secolo è un film per non dimenticare l’orrore dell’olocausto. Un’opera che trasforma il ricordo in insegnamento.

Guardando un qualsiasi film, non possiamo fare a meno di chiederci:

Ma di chi è? Chi l’ha fatto?

In qualsiasi combriccola c’è sempre il cinefilo incallito di turno pronto a spiazzare chiunque con la risposta esatta. A meno che non si intavoli una discussione riguardante l’autorialità di un certo tipo di produzione, montaggio, fotografia o quant’altro; è la soluzione presa per buona fondamentalmente da tutti. E per i programmi TV potremmo dire lo stesso? Beh, in un certo senso… Prendiamo i Talk show: ce ne sono a bizzeffe e non facciamo altro che categorizzarli a seconda di chi li conduce (Barbara D’Urso, Fabio Fazio piuttosto che David Letterman o Ellen Page). Non dobbiamo, però, dimenticarci che viviamo in un’epoca in cui è difficile concepire il mondo della televisione in maniera chissà quanto più ampia rispetto a quella appena citata. Un esempio più eloquente? Pensate ai processi giudiziari scaturiti dalle decine e decine di delitti che si sono consumati nel nostro paese negli ultimi anni. Hanno tutti in comune il fatto di essere stati trasmessi in diretta televisiva.

Arte, affari e crudeltà: la ricetta vincente di The Eichmann Show – Il processo del secolo

Nel 21esimo secolo sembra essere diventata una moda, come farsi un selfie: “Quasi quasi ammazzo una persona… Così vado in TV, avrò fama, notorietà e, magari, tra una decina d’anni ci scrivo sopra un bel libro e sbarco il lunario!” Ad ogni modo, in quel frangente a nessuno viene da chiedersi chi è che decide quale delle possibili inquadrature mostrare al mondo intero incollato davanti al piccolo schermo. A nessuno interessa sapere i processi produttivi che l’hanno reso possibile, tantomeno contestare le tecniche di ripresa del cameraman. In poche parole, chi comprerebbe un blu-ray in edizione speciale contenente 4 ore e mezza di backstage sul “making of” di una data produzione televisiva?

Eppure The Eichmann show – Il processo del secolo ci racconta esattamente questo, il “dietro le quinte” della messa in onda del processo che sconvolse il mondo nel 1961. Era l’anno in cui gli israeliani trovarono Adolf Eichmann, un ufficiale delle SS che aveva organizzato il traffico ferroviario per trasportare gli ebrei nei vari campi di concentramento e che si era rifugiato in Argentina dopo la fine della guerra, sfuggendo al processo di Norimberga.

The Eichmann Show

Nel film TV prodotto dalla BBC di cui Paul Andrew Williams (The cottage, London to Brighton) è regista, Martin Freeman (Lo hobbit, Fargo) interpreta Milton Fruchtman, l’americano a cui venne affidata l’ambiziosa produzione e che volle con sé il famoso (nonché membro della lista nera di McCarthy per presunte attività anti-americane) regista di documentari Leo Hurwitz al quale Anthony Lapaglia (The bank, Frasier) ha dato volto.

The Eichmann Show

Un uomo d’affari e uno d’arte pronti a sfidarsi a suon di inquadrature danno vita ad un dualismo reso insignificante da quello ben più profondo costituito dall’imperturbabile massacratore messo davanti all’occhio rabbioso e triste del mondo intero. In effetti, fu la prima volta in cui si parlò di olocausto in maniera così aperta, fino ad allora i sopravvissuti erano visti come persone fuori dal mondo, che non dicevano, non potevano dire la verità.

Tecnicamente parlando, The Eichmann Show  è da collocare esattamente negli standard televisivi. Le relativamente poche inquadrature, il montaggio non serratissimo e i dialoghi inseriti in scene in cui i protagonisti parlano camminando di spalle alla cinepresa, denotano la fatica di una produzione che è durata solo un mese durante il quale si è lavorato 13 ore al giorno, girando tra Malta (per gli esterni) e la Lituania (dove la tax credit è molto vantaggiosa). L’inserimento di numerosissimi video d’archivio (sia dei campi di concentramento che del processo) aiuta lo spettatore ad entrare indissolubilmente in simbiosi con un periodo storico non consueto rispetto all’argomento trattato.

Nell’anno del 70° anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, arriva eccezionalmente in sala per tre giorni (25, 26, 27 Gennaio) distribuito da Lucky Red, in occasione della Giornata della Memoria, un film sulla più argomentata strage che l’umanità abbia mai conosciuto raccontata dagli occhi della gente comune. The Eichmann Show non è altro che il racconto della presa di coscienza, della paura dell’uomo che vede in sé stesso il nemico, che sa di covare nel suo essere una forza maligna capace di cose indicibili. Forse, dopo 70 anni sarebbe il caso di smettere di ricordare per cominciare ad imparare.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.7
Fotografia - 3.7
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.7

3.7

Voto Finale