The Bastard Executioner: recensione

Su F/x ha debuttato The Bastard Executioner la nuova serie tv scritta e prodotta da Kurt Sutter.  Il genio che ha portato al successo i motociclisti di Son Of Anarchy, torna ad emozionare il pubblico con questa nuova produzione televisiva. Il lungo pilot trasmesso martedì sulle frequenze del network (lo stesso di The Strain ed American Horror Story), non convince però fino in fondo mostrando un prodotto dalle mille meraviglie ma che fino ad ora non ha un senso logico.

The Bastard Executioner infatti è una serie tv tracotante di emozioni e di significato, ma c’è così tanto nel suo calderone di eventi, che quasi non si riesce a star dietro a tutto, storditi da storie d’amore, vendette e fatti realmente accaduti.  Ci troviamo nel Galles nel quattordicesimo secolo. Il Cattolicesimo romano domina il panorama religioso. I Galli, dopo aver combattuto ferocemente per l’indipendenza, furono sterminati da Edoardo “Gambelunghe”, ovvero Re Edoardo I d’Inghilterra. Dopo la morte del sovrano però, il figlio ha occupato il trono senza il consenso della nobiltà e nel Galles la tensione cominciò a crescere. Temendo una ribellione, i baroni inglesi cominciarono a governare le loro terre con estrema crudeltà.  Su questo incipit conosciamo l’ex cavaliere Wikin Brattle (Lee Jones), il quale deposto le armi, cerca di vivere la sua vita in totale armonia con sua moglie. Ma le tensioni sono dietro l’angolo e Wikin è costretto a combattere nuovamente per la sua libertà quando la moglie gli viene barbaramente uccisa. Fingendosi un boia dal grande acume, il giovane comincia a mettere su un sordido piano di vendetta a discapito della Baronessa Love e del suo machiavellico ciambellano di corte.

The Bastar Executioner: il protagonista

The Bastar Executioner: il protagonista

Fortemente voluto dalla stessa F/x perché affascinata dalla figura del protagonista, The Bastard Executioner ha con se molti pregi ma anche molti difetti, particolarità che in realtà non aiutano ad avere una visione d’insieme dello show. Sicuramente la lunghezza del pilot – oltre 90 minuti di girato – è il primo anello debole dello show, se a questo ci aggiungiamo una vicenda lenta e didascalica, la serie dell’abile Kurt Sutter non parte sotto il più roseo degli auspici. Si decide principalmente di dare ampio spazio alle ambientazioni eteree e di grande impatto visivo, ai potenti e violentissimi duelli “cappa e spada”, ai discorsi filosofi/religiosi, senza pensare di costruire un plot che stuzzichi (per davvero) l’immaginazione dello spettatore.

Capire quindi se la creatura di Kurt Sutter sarà un successo di pubblico e critica, risulta un lavoro molto complicato. Il racconto vuole sì stupire a tutti costi con discorsi fluenti ed una violenza gratuita, ma lo show sembra non aver capito che strada intraprendere; vuole essere un drama in costume su una pagina dimenticata della storia europea oppure un racconto mitologico pieno di spunti riflessivi? Siamo ancora all’inizio quindi possiamo dare il beneficio del dubbio alla serie e sperare, che questo incipit bello ma non troppo, sia il preludio per una di quelle produzioni televisive di grande fermento visivo ed emotivo. Sutter è molto competente e chi ha avuto modo di vedere Son of Anarchy, conosce molto bene le sue qualità, ma per ora The Bastard Executioner è un diamante allo stato grezzo.

Ogni martedì la serie è in onda su F/x e per la prima stagione sono previsti 10 episodi. Il cast è del tutto conosciuto ai veri addicted se non per Stephen Moyer (l’ex vampiro Bill di True Blood) e Kate Segal che proprio con Sons Of Anarchy si è fatta conoscere al grande pubblico.

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.4
Recitazione - 3.7
Sonoro - 3
Emozione - 2

3.2

Tags: FX