Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan – La Recensione

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan, è il nuovo gioco d’azione in terza persona di Activision, sviluppato da  PlatinumGames e disponibile dal 27 maggio per  PlayStation 4, Xbox One, PC, PlayStation 3 e Xbox 360. Quando si parla di un’opera dei ragazzi di PlatinumGames si pensa subito a videogame come Bayonetta e Metal Gear Rising: Revengeance, punti riferimento negli ultimi anni per chiunque voglia sviluppare giochi adrenalinici in terza persona ed è quindi inevitabile che le aspettative si alzino parecchio. Il gioco che anticipa l’uscita di Tartarughe Ninja: Fuori dall’ombra (nelle sale italiane dal 7 luglio) è quindi riuscito a rispettare queste floridi previsioni?

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan – Il lavoro di squadra vi salverà. Forse.

Teenage Mutant NInja Turtles: Mutanti a Manhattan

Joypad alla mano (abbiamo provato il titolo su Playstation 4) il gameplay richiama i vecchi titoli della software house giapponese: con triangolo e quadrato la tartaruga controllata dal giocatore effettuerà un attacco con l’arma principale, premendo R2 è possibile schivare e parare gli attacchi, rotolando sul guscio, invece combinando L2 ad altri tasti si potranno attivare i quattro attacchi Ninjitsu personalizzati e si potrà cambiare la tartaruga utilizzata. Il lavoro di squadra è importante in Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan, infatti le quattro testuggini daranno la caccia ai cattivi combattendo contemporaneamente. Chi gioca avrà quindi il controllo di una sola tartaruga, mentre le altre tre saranno gestite dalla IA o da altri utenti nella modalità multiplayer.

Il gameplay, anche se a volte un po’ confusionario, è sicuramente la parte migliore del titolo: combinando sapientemente gli attacchi delle quattro tartarughe si possono concatenare combo offensive parecchio divertenti e belle da vedere.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan

Se il nemico non si è ancora accorto di noi, lo si può atterrare con un solo colpo.

La grafica è caratterizzata da un piacevolissimo cel-shading e da animazioni che rispecchiano i caratteri dei personaggi. Il sonoro è probabilmente l’aspetto più curato assieme al combat system: i pezzi della colonna sonora, che ci accompagnano nei menù e nelle fasi di gioco, creano un’atmosfera di tensione epica, in parte però disattesa durante le fasi di gioco. I livelli infatti, soprattutto quelli centrali dell’avventura, sono alquanto ripetitivi e claustrofobici. Ma la più grossa nota dolente è legata alla narrazione, che risulta complessivamente poco coinvolgente, anche se i personaggi sono ben inquadrati nelle loro classiche caratteristiche: Donatello è infatti il solito nerd che si occupa delle apparecchiature tecnologiche del team, Leonardo è il leader carismatico del gruppo, Raffaello è la solita testa calda e poi c’è Michelangelo. Come si fa a non amare Michelangelo?

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan

Nunchaku letali, battutacce sempre pronte e amore sfrenato per la pizza: chi non ama Michelangelo è una brutta persona.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan nonostante abbia delle basi solide costituite da un buon comparto tecnico, cade su elementi che nei videogame contemporanei sono diventati estremamente importanti, come la maturità drammaturgica e il collegamento emotivo con i personaggi, totalmente assenti dal titolo di PlatinumGames. Probabilmente il gioco è stato viziato da tempi di sviluppo molto stretti, dovuti all’esigenza di anticipare il secondo film di Universal Pictures dedicato alle tartarughe mutanti, disattendendo parzialmente le grandi aspettative. Davvero un peccato.