Taxisti di notte: recensione del film di Jim Jarmusch

Il quinto film del regista statunitense torna nelle sale il 30 luglio distribuito da Movie Inspired.

Taxisti di notte è il quinto lungometraggio del regista statunitense Jim Jarmusch. Il film del 1991 vede nel cast Winona Ryder, Gena Rowlands, Giancarlo Esposito, Armin Mueller-Stahl, Roberto Benigni e Paolo Bonacelli.

Come il titolo originale – Night on Earth – suggerisce il film racconta un’intera notte, dal tramonto all’alba, in giro per il mondo sui taxi di Los Angeles, New York, Parigi, Roma ed Helsinki. Ad aprire il film la voce inconfondibile di Tom Waits con il brano dal titolo omonimo, mitico cantautore che per Jarmusch è stato anche attore in Daunbailò, Mystery Train, Coffee and Cigarettes e nel recente I morti non muoiono. Un film a episodi girato nel microcosmo di un taxi, crocevia di tante storie, personaggi strambi, confessioni profonde, incontri speciali. Come quello a New York tra il giovane Yoyo ed Helmut, un simpatico tassista immigrato dalla Germania, clown di professione che non sa guidare e si fa condurre dal suo passeggero tra le strade trafficate della Grande Mela. O quello a Parigi tra una ragazza cieca e un tassista incredulo di come la donna riesca a condurre una vita “normale” senza aiuto e senza piangersi addosso.

Taxisti di notte, cinematographe.it

Taxisti di notte – I personaggi non convenzionali di Jarmusch

Ubriachi, preti, agenti di star, tassisti logorroici: l’universo cinematografico di Jarmusch è stato sin dall’inizio della sua carriera abitato da freaks, da personaggi fuori da ogni convenzione, sarcastici, autoironici, anime sincere, alcune perse, altre forti e caparbie. Come Corky, interpretata da una giovane Winona Ryder, che rifiuta le proposte allettanti di un’agente cinematografica perché vuole semplicemente aprirsi una sua officina meccanica e mettere su famiglia o Helmut che solo in una New York straniera e spaventosa riesce a vedere il lato divertente della vita con il suo naso rosso da clown. La notte spinge a raccontarsi, ad aprirsi a dei perfetti sconosciuti, a rivelare anche il dolore più profondo come fa Mika, taxista di Helsinki, con tre chiassosi ubriachi che finiscono in lacrime per la sua triste storia.

Un’opera minore ma interessante

Taxisti di notte, cinematographe.it

Sicuramente una delle opere minori di Jarmusch, scritte a quanto pare in otto giorni, il quale non rinuncia, però, alla sua anima poetica/sarcastica. Con Taxisti di notte il regista si concede, come spesso accadrà nella sua filmografia, un film senza preteste – un esempio lampante è I morti non muoiono del 2019 – che sembra quasi girato per divertimento, per un suo piacere personale ma che risulta comunque piacevole e interessante.

Taxisti di notte, cinematographe.it

Ogni episodio ha una morale di fondo e una sua coerenza, Jim Jarmusch, infatti, coglie e riporta sullo schermo le atmosfere notturne che avvolgono ogni città: come New York la “città che non dorme mai”, frenetica anche in piena notte, la lugubre Parigi nella quale la passeggera cieca spiega in poche intese parole il vero senso della vita e Roma santa e peccatrice tra il silenzio delle sue rovine, dei monumenti, delle chiese, delle strade strette a senso unico, tra netturbini, trans e amanti che si accoppiano a cielo aperto. Tra queste vie sfreccia il taxi guidato da Roberto Benigni, taxista allupato, il classico personaggio interpretato dal premio Oscar: esaltato, logorroico, un fiume in piena che travolgerà uno sventurato sacerdote con le sue scandalose confessioni.

Leggi anche Permanent Vacation: recensione del film di Jim Jarmusch

Taxisti di notte torna nelle sale il 30 luglio in versione restaurata distribuito da Movie Inspired, una buona occasione per recuperare sul grande schermo questo tassello poco conosciuto del cinema indipendente americano.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Recitazione - 4
Fotografia - 2
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.2