Suspicious mind: recensione del film di Emiliano Corapi
Matteo Oscar Giuggioli, Amanda Campana, Francesco Colella e Thekla Reuten sono protagonisti di Suspicious mind, film in uscita su Paramount+
Suspicious mind, diretto da Emiliano Corapi, presentato alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma e uscito in sala a novembre 2024, arriva su Paramount+ dal 5 luglio 2025. Con un cast dove spiccano alcuni dei più noti volti del cinema italiano, prodotto da World Video Production e Adler Entertainment con Rai Cinema, Suspicious mind è il racconto di due coppie, dove Amanda Campana e Matteo Oscar Giuggioli interpretano rispettivamente Giulia e Daniele, e Francesco Colella e Thekla Reuten sono invece volto di Fabrizio ed Emilie. Tutti e quattro soggiornano all’hotel Mediterraneo di Roma: per Daniele e Giulia è il primo viaggio insieme, per Fabrizio e Thekla un ritorno nel luogo dove vent’anni prima si sono conosciuti. Una sera, Fabrizio e Giulia rimangono chiusi nell’ascensore dell’albergo, mentre fuori, nella hall, Daniele ed Emilie aspettato che la situazione si risolva. Un’ora e mezza che cambierà per sempre il corso delle loro vite.
Suspicious mind e la decisione di lasciare velato e sottinteso tutto ciò che non ha la pretesa di definirsi reale

Ciò che rende Suspicious mind un prodotto sorprendente e del tutto imprevedibile, pieno di scoperte che risultano inaspettate, consiste principalmente in due fattori. Non viene detto tutto, perché non tutto si può realmente sapere. Non ci sono testimoni né altre persone coinvolte se non i diretti interessati, più implicati nel loro desiderio di tacere, di beneficiare del dubbio, nel sospetto di somigliare ai propri partner nei loro difetti peggiori. La domanda è: cos’è accaduto in quell’ascensore, in quella stanza stretta, piena di specchi, dove si passano di solito alcuni secondi della propria vita? Un’area di pochi metri che si carica d’imbarazzo e disagio nel momento in cui quei minimi secondi aumentano e non si sa quando finiranno. Ma poi la domanda diventa: cos’è successo negli angoli dell’hotel dove si instillava il sospetto, e non solo? Regia e montaggio, con destrezza, tracciano così, con mano sicura, filtri e congetture, scegliendo con perizia come e quanto mostrare.
L’altro coefficiente che rende il lungometraggio di Emiliano Corapi un ottimo film sta proprio nel suo essere per certi versi imprevedibile e, in alcuni casi, del tutto inatteso. Il finale non è scontato, e il rischio era corrente, e anche il messaggio che, solo alla fine, si desume, appare interessante, nella differenza di vivere un torto o un momento equivoco e ambiguo. Un momento che ha portato a riconsiderare un intero rapporto. Tra gelosia, paranoia, e, più di tutti, sospetto, il film riesce ad esprimere e incarnare nei suoi sotto-testi l’eccitante euforia e il nervoso turbamento di dissimulare e contraffare quella che è la propria interiorità. Fingersi amanti dell’azzardo, del gusto del proibito, dell’arte della provocazione, della lusinga della seduzione. La certa abilità di saper ipnotizzare, attrarre, rapire ed estasiare. Nella sicurezza di essere tra quattro mura, dove quelle parole e tentazioni rimarranno senza mai uscire. Tra continui salti temporali, man mano che quell’ora e mezza prende forma, il confine tra apparenza e realtà diventa sempre più labile.
I “se” e i “ma” che a volte la storia la fanno

I corridoi silenziosi, l’ascensore bloccato, i bar affollati e i locali vuoti. Ambienti e spazi dove nessuno “controlla” o nessuno se ne cura. Tante cose non sarebbero accadute in Suspicious mind se quell’ascensore non si fosse fermato, se i rispettivi compagni dei due non fossero stati costretti ad aspettare insieme, in un hotel che spesso è solo un luogo di passaggio. Tra quelle centinaia di persone che si potrebbero non incontrare mai o intravedere qualche volta. E tra le altre migliaia che vanno e vengono, una potente energia sembra attirare come una calamità figure, individualità e caratteri che aspettavano solo il momento giusto per incontrarsi e dare vita a un reazione chimica inspiegabile e scritta, destinata ad avvenire. L’indole e la natura dei quattro protagonisti sembra affrontare una trasformazione integrale, venir fuori solo quando nessuno li vede. Un cast perfetto, affiatato e compatto, capace di sdoppiarsi e mostrare, nel corso del film, un altro lato di sé.
Suspicious mind: valutazione e conclusione

Suspicious mind è un film che parla di coppie, crisi di coppie e tradimenti, ma è costruito come un thriller. C’è tensione, suspence, doppi punti di vista, nuovi colpevoli che si colgono e indizi che portano su false piste. Lo spettatore, convinto di sapere la direzione che prenderà la storia, con il beneficio del dubbio che crede sia ormai abbandonato, torna a chiedersi se ipotesi e supposizioni non siano state la semplice continuazione di quel gioco che i protagonisti hanno messo in atto tra di loro. Il film suggerisce, ma non spiega, perché non è nell’effettivo e nel tangibile che risiede la verità. Ma in tutto ciò che sarebbe potuto accadere, che non si è evitato, al quale ci si è avvicinati, o che si è desiderato. Suspicious mind è un film sugli stimoli e le pulsioni interne, sulle incertezze le insicurezze introspettive, quelle che a volte hanno bisogno di una scossa, di un’imprevedibile, di un fuori dall’ordinario che risveglia qualcosa. Qualcosa che appare vago, confuso, sfuggente ed evasivo, ma che ha solo bisogno di tempo per materializzarsi. Una proiezione di sé che era in agguato, quell’alter ego che è elettrizzante, esaltante e quasi inebriante poter essere, almeno una volta, almeno quando ci si sente nascosti e protetti. Anche se quello potrebbe essere il momento meno opportuno.
Leggi anche Albatross: recensione del film di Giulio Base