Sniper: L’ultimo baluardo: recensione dell’action di Prime Video

A Sniper: L'ultimo baluardo va riconosciuto il tentativo di creare qualcosa di nuovo, diverso dal film precedente. Su Prime Video da luglio 2025.

Con gli immancabili Chad Michael Collins e Ryan Robbins, arriva il decimo capitolo di uno dei franchise dell’action più amati al mondo, in particolare negli Stati Uniti; questa è la volta di Sniper: L’ultimo baluardo che apporta qualche modifica, somigliando sempre di più a quello che proponeva quando la saga ha avuto inizio. In parte un pregio, ma anche il suo difetto, dipende dai punti di vista. Danisha Esterhazy dirige una sceneggiatura scritta da Michael Frost Beckner, Crash Leyland e Sean Wathen e lo fa con una seconda metà che funziona decisamente più della prima. Con nel cast una serie di new entry tra cui Sharon Taylor, Manuel Rodriguez Saenz, Noxolo Dlamini e Sizo Mahlangue, Sniper: L’ultimo baluardo vede la squadra capitanata da Beckett e Rosenberg impegnata ad evitare che un’arma capace di fare una carneficina su scala nazionale finisca nelle mani sbagliate.

Sniper: L’ultimo baluardo e il franchise che potrebbe andare avanti all’infinito

Sniper: L'ultimo baluardo - cinematographe.it

Sniper: L’ultimo baluardo, forse ultimo capitolo di una saga, segna con questo film diretto da Danishka Esterhazy il decimo capitolo, e ritorna alle origini, allontanandosi da un tono che aveva piacevolmente sorpreso nel film precedente. Per chi non ha seguito la saga vedere Chad Michael Collins e Ryan Robbins tornare nei panni di Beckett e Rosenberg potrebbe non fare alcun effetto, ma per chi ha imparato ad amare la coppia di personaggi, vederli di nuovo insieme, guidare una team di soldati d’élite in Costa Verde è l’incipit che sicuramente non delude. Anche vedere Beckett dover fronteggiare una situazione drammatica e improvvisa, che solo lui, lucido, sveglio e adeguatamente freddo può gestire, non è per nulla scontato. Anzi, è positivo che si tratti proprio di Beckett, la cui abilità è nascondere emozioni che in realtà trapelano da chi riesce a leggere i suoi occhi.

Ma la missione, non a caso, riguarda un’arma di distruzione di massa e, per quanto sia un cliché e uno stereotipo che spinge anche i fan del genere ai limiti della sopportazione, questa particolare arma è tanto terrificante quanto avversa nelle mani sbagliate. Effetti che sembrano tardare ad arrivare e che raggiungono l’apice nella scena più sorprendente a tragica del film, che arriva a metà. Per quanto riguarda invece modelli e i luoghi comuni accettabili c’è la squadra di militari imbattibili, coraggiosi e insuperabili, scudi umani di difesa che salvaguardano la sicurezza di un Paese, senza che la popolazione ignara sappia mai dei loro innumerevoli sacrifici. È la struttura di ogni film d’azione che si rispetti. Conoscenza reciproca e illustrazione delle principali caratteristiche dei protagonisti: molto spesso un precedente impiego che non li valorizzava e l’incidente o l’incarico che ha cambiato loro piani e vite e, ovviamente, ha spesso anche fatto la Storia.

L’action che si è abituati a vedere e che mai delude nella suspence e nell’intrattenimento

Sniper: L'ultimo baluardo

Inutile dire che le scene d’azione hanno il loro ritmo, la loro valenza all’interno del racconto, tra colpi di scena, desiderio di vendetta, azioni valorose e una spettacolarità che alla saga di Sniper non è mai mancata. A Sniper: L’ultimo baluardo va quindi riconosciuto il tentativo di creare qualcosa di nuovo, non rendendo ogni film troppo simile o uguale al precedente, e dove non tutto va come previsto. Il tono di questo decimo capitolo è quindi più serio, più cupo, più drammatico, e non ci sono molte certezze su chi alla fine sopravvivrà. Tra sparatorie, pestaggi, esplosioni e combattimenti corpo a corpo è senza subbio che Sniper: L’ultimo baluardo sia avvincente, tenga viva l’attenzione e nella seconda metà l’adrenalina sale in tutto il suo potenziale di alta tensione. La recitazione è sempre di buon livello, e anche il cast, nella prima metà, è affiatato quanto basta per suscitare anche una certa empatia.

Sniper: L’ultimo baluardo: valutazione e conclusione

Sniper: L'ultimo baluardo

La pecca maggiore di Sniper: L’ultimo baluardo è nella sceneggiatura e investe anche la fotografia. Le frasi fatte abbondano nella prima parte. Battute di dialogo che oltretutto non raccontano nulla né aggiungono spessore a personaggi ai quali basta uno sguardo, un gesto o una breve presentazione, che viene comunque fatta attraverso fiumi di parole, per avere quell’essenziale caratterizzazione del tipico film d’azione. Questo dà vita a una sceneggiatura non lineare, nonostante rispetti i canoni dell’action, ma il flashforward con il quale il film inizia poteva essere evitato. Ecco che quando arriva la vera battaglia, il tempo è ormai poco.

E Sniper: L’ultimo baluardo sembra un film dove con troppe parole si tolgono momenti d’intrattenimento che sono invece il traguardo primario. Meta che comunque il film raggiunge e che porta a un climax conclusivo indimenticabile, ricordando, come sempre, che Sniper è la storia di un cecchino. La fotografia invece, con colori preponderanti come grigio e marrone e uno stile anni ’80, è vivace nella rappresentazione delle scene, distinguendo quando è il personaggio ad essere al centro e quando è invece la sequenza d’azione ad avere il maggior grado d’interesse. Un intento conquistato, ma non scarso successo, attraverso cambi di fuoco che non fanno che rimandare a una palette cromatica del genere action ormai superata, che infatti non brilla e si limita ad indicare che tipo di scena si sta guardando.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2

2.7