Roma FF11 – Shelter: recensione del documentario di Brent Grenaud

Nella ricca sezione denominata Riflessi dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma è stato presentato Shelter, un documentario di Brent Grenaud.

Shelter di Brent Grenaud è un documentario descrittivo, reale, in cerca di giustizia e comprensione per la realtà che rappresenta.

Al Covenant House, situato nella periferia del quartiere francese di New Orleans, in Louisiana, le porte non chiudono mai e c’è sempre posto per chiunque ne abbia bisogno. Ogni giorno, un flusso costante di giovani che trasportano tutto ciò che possiedono in sacchetti di plastica per l’immondizia riempie il cortile. Situazioni difficili, nervi tesi, discussioni animate e tanto disordine. I futuri residenti sono solo degli adolescenti, ma sono già stati etichettati come tossicodipendenti, schizofrenici, criminali e reietti.
Uno dei membri del personale li etichetta come “la popolazione giovane più danneggiata esistente nella società di oggi”.

In Shelter c’è la rappresentazione di storie crude, che non vengono narrate ma semplicemente filmate senza alcuni tipo di orpello.

Shelter è stato realizzato da Brent Renaud, in collaborazione con il fratello Craig, filmando queste persone nella loro difficile realtà per un intero anno, per raccontare le storie crude ed emotive dei ragazzi incredibili che cercano riparo presso la Covenant House, e del personale che lotta ogni giorno per aiutarli.

Nei ruoli sin dal principio esplicitati percepiamo il disagio, la voglia di evadere, lo straniamento e l’aggressività come reazione ad esso.

Shelter non è un film cinematograficamente spendibile ma è un quadro documentaristico che trasuda verità.

Non ci sono attori ma persone vere, narratori ed interpreti. Dietro la macchina da presa lo sguardo e l’intento è quello di un reportage per niente desideroso di elargire giudizi. Per raccontare realtà del genere, difatti, non è importante né opportuno ricercare un linguaggio sofisticato ma usufruire di una linearità realistica lontana dal cinema ma non per questo meno valida.
Un lavoro, pertanto, ben fatto e in grado di assumere pienamente i connotati di un documentario-verità.

 

Regia - 2.5
Fotografia - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.5