Settembre: recensione del primo lungometraggio di Giulia Louise Steigerwalt

Una dramedy divertente, profonda e intelligente. Nel cast Barbara Ronchi, Thony e Fabrizio Bentivoglio

Dopo aver firmato le sceneggiature di film come Il campione di Leonardo D’Agostini, Moglie e Marito, Croce e Delizia e Marilyn ha gli occhi neri di Simone Godano, Giulia Louise Steigerwalt dirige il suo primo lungometraggio, Settembre, in uscita il 5 maggio 2022, con protagonisti Fabrizio Bentivoglio, Barbara Ronchi, Thony, Andrea Sartoretti, Tesa Litvan, Margherita Rebeggiani e Luca Nozzoli, prodotto da Groenlandia e Rai Cinema.
Settembre è il mese in cui tutto ricomincia, la scuola, il lavoro, ci si ritrova dopo la stasi estiva, ci si danno nuove possibilità, ogni cosa ha il sapore della novità. E delle novità scuoteranno la vita dei protagonisti di Settembre, un film corale che racconta le vicende di sei personaggi appartenenti a generazioni diverse ma accumunate dalla ricerca dell’“altro”, dell’amore, della normalità.

Settembre – Sei solitudini che si incontrano

L’adolescente Maria sta per scoprire il sesso con il ragazzo che le è sempre piaciuto e che finalmente si è accorto di lei e si prepara psicologicamente al “grande evento” con il compagno di scuola Sergio; Francesca, ormai invisibile agli occhi del marito, attende con ansia l’esito di una delicata visita medica sostenuta dalla migliore amica Debora; Guglielmo, un ginecologo annoiato dalla vita, da quando è stato lasciato dalla moglie vive in una costante apatia che sembra essere interrotta solo dalla compagnia di Ana, una giovane prostituta con la quale si confida, l’unico contatto umano che ha da tempo.

Settembre – L’elogio della normalità

Settembre, cinematographe.it

I personaggi di Giulia Louise Steigerwalt sono delle solitudini che si incontrano, alcuni fanno a pugni con la vita come Francesca, anche se in apparenza passivamente, altri non vedono l’ora di scoprirla la vita come Maria e Sergio, o come Ana che assapora solo per un attimo, su una spiaggia con il ragazzo che le piace e la sua compagnia di amici, la bellezza di una vita normale, pulita, lontano dalle grinfie del suo protettore.
La regista e sceneggiatrice, che in questa sua opera prima dà nuovamente prova di una scrittura puntuale e profonda, dirige un film in costante equilibrio tra commedia e dramma senza scivolare in patetismi, in situazioni ricattatorie ma raccontando con leggerezza e ironia le piccole e grandi prove quotidiane, i fallimenti personali, l’incapacità di amare veramente l’altro, come Alberto, marito di Francesca, o la paura di dare una svolta alla propria vita.

Un racconto universale sostenuto da un cast in stato di grazia, da Barbara Ronchi, capace di rendere tutto il “comico dramma” di Francesca che piange perché suo marito le lascia le mutande sporche per terra e si scopre attratta da Debora mentre crede di avere un brutto male, a Fabrizio Bentivoglio che “parla” anche quando il suo Guglielmo è in un ostinato silenzio, suscitando grandi emozioni quando osserva con nostalgica invidia l’entusiasmo di Ana per il suo primo amore, l’audacia della giovinezza,  ormai solo dei ricordi per lui. Si prova tanta empatia per questi personaggi perfettamente caratterizzati dalla Steigerwalt, imperfetti, disagiati, infelici, ma sempre con un fondo di speranza, nei quali turbamenti e gioie possiamo ritrovarci. Settembre è l’“elogio della normalità”, della bellezza delle piccole cose.

Settembre, cinematographe.it

La regista riesce a dare la giusta attenzione a ciascuna delle storie, senza “sacrificare” nessun personaggio, la regia è ancora “acerba”, senza particolari trovate, ma il piccolo grande universo di Settembre è uno spaccato vero e bellissimo di diverse generazioni raccontato con grazia e onestà.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.5