Pretty Guardian Sailor Moon Eternal – Il film: recensione parte I e II

Pretty Guardian Sailor Moon Eternal - su Netflix dal 3 giugno - è una bella occasione per incontrare ancora una volta i personaggi che hanno accompagnato l'infanzia dei trentenni di oggi e per apprezzare una grafica e un design rinnovati.

Se avete avuto modo di guardare il reboot più recente della serie animata tratta dai manga del 1991 di Naoko Takeuchi, Pretty Guardian Sailor Moon Crystal (che in una veste molto più fedele al manga originale riassume in sé le tre precedenti stagioni di Sailor Moon, Sailor Moon R e Sailor Moon S), non potete di certo perdervi il quarto arco narrativo, oggi realizzato in un lungometraggio d’animazione diviso in due parti, il film Pretty Guardian Sailor Moon Eternal

Sarà più facile per i fan veterani della serie animata giapponese capire da che punto della storia riparte il lungometraggio: per intenderci, viene continuato l’arco narrativo che vedeva come antagonisti principali delle guerriere sailors il Dead Moon Circus e le creature oscure in cerca degli incubi della Terra, ma si incentra maggiormente sull’amore appena nato tra Chibiusa ed Helios (alias, Pegasus).

Pretty Guardian Sailor Moon Eternal, Netflix, Helios e Chibiusa, Cinematographe.it

I Millennials di oggi – e non solo! – saranno sicuramente entusiasti di ritrovare sullo schermo del 2021 i personaggi che hanno fatto parte della loro infanzia, dalla buffa quanto coraggiosissima Usagi (Bunny, nella versione in italiano) alla gattina Luna e al team di combattenti planetarie.

La trama di Pretty Guardian Sailor Moon Eternal

Nella prima parte del lungometraggio, le guerriere sailors sono pronte a iniziare il liceo, mentre Mamoru (Marzio, nella serie tv italiana) è una matricola universitaria. Usagi Tsukino (la nostra Sailor Moon!) sta insegnando a Chibiusa – venuta dal futuro – a diventare una vera combattente e le altre ragazze sono alle prese con un esame di coscienza che le porta una ad una a mettere in chiaro nei confronti di se stesse quali siano i loro sogni più grandi. A proposito di sogni… La città di Tokyo sta per essere oscurata da un’eclissi solare totale che porta con sé ben altro: il Dead Moon Circus è un team di creature oscure venute sulla Terra con l’intento di trasformarla nel pianeta della Morte, mandando i Lemures – gli incubi in carne ed ossa – a nutrirsi dei sogni e della luce di ogni individuo. Per attuare il loro piano oscuro, i Dead Moon creano una barriera che isola il pianeta Terra e impedisce alle sailors di trasformarsi. Sotto la guida di Zirconia, fedele alla Regina Nehellenia, l’Amazoness Quartet – del Dead Moon Circus – dà del filo da torcere a Sailor Moon e alle altre guerriere, attaccandole una dopo l’altra nel profondo del loro animo.

Pretty Guardian Sailor Moon Eternal, Netflix, team, Cinematographe.it

Mentre la prima parte del film si conclude con le ragazze che riescono a sfuggire ai propri incubi, trasformandosi nuovamente e traendo forza da loro stesse, in loro soccorso arrivano le guerriere del sistema solare esterno, Sailor Pluto, Sailor Uranus, Sailor Neptunes e Sailor Saturn. Grazie al lavoro di squadra, le guerriere planetarie riescono a mettere definitivamente al tappeto l’Amazoness Quartet, ma una maledizione minaccia la salute di Usagi e Mamoru… Una grande battaglia finale vedrà coinvolti tutti i personaggi, compresi la Regina Nehellenia e Pegasus, che altri non è che il custode del Regno dell’Elysion, Helios, innamoratosi di Chibiusa.

Ritorno alle origini: un tratto grafico che imita il manga e meno censure

Lo aspettavamo con trepidazione e finalmente, grazie a Netflix, Pretty Guardian Sailor Moon Eternal è arrivato anche in Italia. Dopo il debutto della serie Pretty Guardian Sailor Moon Crystal – voluta per celebrare il 20esimo anniversario del franchise della fumettista Naoko Takeuchi – la bella, simpatica e intraprendente Sailor Moon torna a intrattenerci con questo sequel che, sulla scia della serie tv precedente, si rivela molto più fedele al manga rispetto alle prime stagioni che abbiamo guardato nei primi Anni Novanta.

Infatti, il ritorno alle origini rispetto al manga è evidenziato non solo dall’estetica dell’attuale film, ma anche da un contenuto meno soggetto alle pesanti censure a cui il prodotto è stato sottoposto in passato internazionalmente: qui, ad esempio, i personaggi hanno i nomi originali giapponesi e la coppia LGBT composta da Sailor Uranus e Sailor Neptunes ha ampio spazio. No, Uranus e Neptunes non sono cugine, né tantomeno amiche: sono sempre state una coppia omossessuale.

Pretty Guardian Sailor Moon Eternal, Netflix, Guerriere Planetarie,Cinematographe.it

Quel che balza subito all’occhio in un film d’animazione, naturalmente, è il disegno, che in questa versione si accende di tinte pastello, caricando ancora di più i colori originali e si delinea in tratti spigolosi, che con la grafica di oggi danno vita a un prodotto molto pop, dal fascino contemporaneo.

Nonostante i più nostalgici sentiranno la mancanza della doppiatrice storica, Elisabetta Spinelli, il cast italiano fa comunque un ottimo lavoro, supportato da una sceneggiatura sempre frizzante e accompagnato in background da una colonna sonora coinvolgente. La regia, firmata da Chiaki Kon, non ci risparmia il classico humor a cui eravamo stati abituati e anche le scene dedicate alla trasformazione delle sailors, ormai divenute a dir poco iconiche.

Pretty Guardian Sailor Moon Eternal, Netflix, Cinematographe.it

I temi principali del film, comunque, restano sempre molto idealisti: il battersi fino alla fine per il bene dell’amicizia, l’altruismo, il coraggio, l’amore e – in questo caso più che mai – la realizzazione dei propri sogni. Tutte le sailors nella storia maturano molto, vivendo quel passaggio dalla prima adolescenza a quella un po’ più da giovani donne, prendendo consapevolezza ognuna del proprio valore e di quale ruolo abbia intenzione di ricoprire nel mondo.

Da guardare? Assolutamente, sì… Nel nome della luna!

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.4

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