Più di ieri: recensione del film di Jean Carlos Gonzalez Flores

Il film di Jean Carlos Gonzalez Flores è una fiaba misteriosa che mette al centro incontri, amore e crescita.

Ci sono incontri che cambiano la vita o almeno cambiano la vita che si sta vivendo in quel momento. Capita questo a Christian e a Lucas. Diventano vicini di casa prima e poi lavorano insieme al bar, tutto questo perché Christian si trasferisce dalla madre dopo la morte del padre. (Rin)chiuso in sé stesso, Christian arriva nella periferia di Milano, arrabbiato, deluso, triste e un po’ perso e l’incontro con Lucas e il suo mondo lo aiuteranno a crescere. Racconta questo Più di ieri, il film di Jean Carlos Gonzalez Flores, presentato fuori concorso l’8 maggio al Riviera Film Festival, che arriva in sala il 29 maggio 2025. 

Più di ieri: quando gli incontri sono salvifici

Più di ieri è un film che si scopre un po’ alla volta, un’opera di incontri, di famiglia, di amore in senso lato, un racconto di crescita e di maturazione. Christian (Luca Di Sessa) e Lucas (Marcos Piacentini) sono giovani, molto diversi eppure si riconoscono. Una sigaretta, un aiuto al bar e da sconosciuti diventano amici. 
Jean Carlos Gonzales Flores scrive assieme a Nicolò Magnani, e dirige una storia sincera, umana, un viaggio affascinante dentro e nel mondo di Christian e di Lucas, il primo silenzioso, timido, riflessivo, il secondo istintivo, vivace e vitale, pronto sempre a interagire e ad integrare. Il loro incontro li trasforma e li fa crescere, basta poco, una parola, una spinta e l’ombroso Christian esce dal suo bozzolo e una riflessione silenziosa aiuta Lucas a moderare il suo mangiarsi la vita a tutti i costi. Christian e Lucas si fanno bene e il loro tempo insieme è una carezza per le fragilità di entrambi.

Christian inizia il suo percorso come uno mancante di qualcosa, con un dolore che lo mangia dal di dentro, Lucas si mangia la vita forse in modo che lei non si mangi lui, ha delle ferite e le porta dentro reagendo in maniera quasi contraria. Perderanno qualcosa per acquisire qualcos’altro, impareranno a condividere, a parlare, a riflettere e a fare arte per raccontare e a raccontarsi, Lucas scrive canzoni, Christian scrive una storia per “guarire” dal suo trauma.

Più di ieri: un romanzo di formazione intenso, una carta geografica dei sentimenti

Il dolore di Christian, curato prima solo con la scrittura, maieutica dei sentimenti, per buttare fuori tutto, viene calmato dalle parole di Lucas, dalla sua famiglia, dal suo mondo, un background diverso che lo accolgono. Figura fondamentale è il nonno di Lucas, il “malo del quartiere” (Juan Fernández), che con le sue stranezze accoglie Christian come se fosse stato sempre lì, come se fosse uno di famiglia. Intorno al tavolo, durante una cena, Juan si informa, vuole sapere, chiede, anche lui come il nipote si mangia la vita. Proprio grazie al nonno si scopre l’argomento dello scritto del ragazzo, la morte e l’amore.

Il ragazzo si apre, non ha paura, non si irrigidisce come fa con la madre ad esempio, una figura per lui ostile in parte e con cui ha un rapporto non semplice. Verso di lei nutre rancore e rabbia e, spesso, nei suoi confronti è spigoloso, pungente. Grazie a Lucas e al nonno, Christian riesce ad avvicinarsi a lei, a dire. Più di ieri è una sorta di romanzo di formazione, di carta geografica dei sentimenti, di amori espansi che si modificano e si plasmano davanti ai nostri occhi.

Più di ieri: valutazione e conclusione

Il film di Jean Carlos Gonzales Flores è una fiaba misteriosa che mette al centro incontri, amore e crescita, un romanzo di formazione di due giovani che sembrano essere isole diverse ma invece si trovano e così ritrovano anche sé stessi. Christian e Lucas, interpretati molto bene da Di Sessa e Piacentini, rappresentano due opposti, geografie lontane, mondi differenti, che però riescono a parlarsi, a capirsi, e solo grazie al loro “Dialogo” riescono a crescere e a maturare e quella scala a chiocciola che Christian percorreva all’inizio del film e che ben rappresentava il suo stato d’animo ed esistenziale, si è srotolata per lasciare spazio ad altro. Più di ieri, un’opera prima indipendente, giovane (è fatto praticamente da tutti under 30), racconta un momento, un attimo, forse tra un po’ i giovani cambieranno ancora, ma è questo il loro momento, questo importa il qui e ora. 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6